gravidanza

COLLEGAMENTI

condizione biologica fisiologica della donna che dura dal giorno del concepimento al parto, quindi circa 280 giorni di amenorrea, in condizioni di normalità.
Le fasi di sviluppo dell’embrione e del feto
Dopo la fecondazione ha inizio il processo di segmentazione mediante il quale l’ovulo si trasforma in un aggregato di cellule (morula) che, diventato una vescicola (blastocisti), 6-7 giorni dopo la fecondazione si annida nella decidua uterina. Dopo l’ annidamento, nell’embrione si differenziano successivamente due strati cellulari (endoderma ed ectoderma). All’inizio della 3a settimana avviene la gastrulazione, di cui il fenomeno più importante è la formazione del terzo foglietto embrionale, il mesoderma. Il corpo dell’embrione da circolare diviene ovalare, mentre in esso si riconoscono un’estremità cefalica e una caudale. Alla fine della 4a settimana l’embrione è ripiegato su sé stesso con la testa piegata sul tronco e l’estremità caudale allungata; è possibile evidenziare gli abbozzi degli occhi e delle orecchie; all’inizio della 5a settimana compaiono gli arti superiori e inferiori dall’aspetto di piccole protuberanze, in cui sono progressivamente distinguibili i singoli elementi. All’8a settimana l’embrione misura 25-30 mm, pesa circa 1 g e acquista caratteristiche tipicamente umane. In questo periodo, in cui avviene la formazione degli abbozzi dei diversi organi, e quindi di intensa attività proliferativa, influssi nocivi possono determinare turbe nello sviluppo dell’embrione ed essere causa di malformazioni. Nel terzo mese termina l’evoluzione dell’ embrione in feto, che alla fine della 12a settimana è lungo 7 cm e pesa circa 14 g; gli arti e le dita sono formati, gli occhi sono ricoperti da palpebre ancora saldate tra loro, compare l’apertura anale. Il sesso, non ancora identificabile all’ispezione, inizia però a differenziarsi. Nello scheletro cominciano a comparire alcuni nuclei di ossificazione. Alla fine della 16a settimana il feto è lungo 15-16 cm e pesa 100 g, compie i primi movimenti attivi ed è possibile percepirne il battito cardiaco. La cute è rosea, comincia a svilupparsi la peluria, crescono le unghie e il sesso è già evidente. Alla fine della 20a settimana il feto è lungo circa 24 cm e pesa circa 300 g, il corpo è coperto da lanugine e da tracce di vernice caseosa secreta dalle ghiandole sebacee, compaiono i capelli e i denti iniziano la loro ossificazione. Alla fine della 24a settimana il feto misura 30 cm e pesa circa 640 g, le palpebre si separano e gli occhi si aprono; il feto è considerato vitale (fino al 180° giorno di gestazione, infatti, si parla di aborto, in caso di interruzione della gravidanza). Alla fine della 28a settimana il feto è lungo 35,5 cm e pesa circa 1 kg, la cute coperta da fitta peluria appare come raggrinzita per la scarsità del pannicolo adiposo sottocutaneo. Se il feto nasce in quest’epoca è capace di piangere, di deglutire e anche di poppare e ha probabilità di sopravvivenza. Alla fine della 32a settimana il feto è lungo 41 cm e pesa circa 1670 g, la cute è rosea, ricoperta da vernice caseosa, la peluria comincia a diminuire. Alla fine della 36a settimana il feto misura 46 cm e pesa 2400 g. Il feto a termine, nato cioè dopo 38 settimane di gravidanza, è lungo 48-52 cm e pesa 2800-3400 g, la vernice caseosa è scarsa, i capelli hanno la lunghezza di 1 cm e più e la peluria è localizzata sulle spalle e sulla nuca.
La diagnosi di gravidanza
La diagnosi di gravidanza è basata su segni di presunzione, di probabilità e di certezza. I segni di presunzione consistono in manifestazioni soprattutto di natura soggettiva, avvertite cioè dalla donna, come la comparsa di nausea, vomito, salivazione abbondante, mutamenti dell’appetito e del gusto. Il più importante segno di probabilità è l’assenza di mestruazioni (amenorrea) quando si verifica in donne sane, in età feconda con flussi fino a quel momento regolari. Altri segni di probabilità sono la particolare sofficità e il colorito cianotico degli organi genitali, l’aumento di volume e la diminuzione di consistenza dell’utero, alcune modificazioni delle mammelle come l’aumento di turgore, la presenza di una zona di iperpigmentazione (areola secondaria) intorno all’areola mammaria e la comparsa di piccole salienze (tubercoli di Montgomery) dovute a ipertrofia delle ghiandole sebacee intorno al capezzolo. Segno di certezza è la positività delle diagnosi immunologiche per accertare la presenza della gonadotropina corionica (beta-hCG) nelle urine e nel sangue.
Norme igieniche della gravidanza
L’osservanza di alcune semplici norme igieniche influisce positivamente sull’evoluzione della gravidanza, nonché sul parto e, in molti casi, sulla buona salute futura dello stesso nascituro. L’alimentazione della donna gravida deve essere varia ed equilibrata. Le proteine, che sono di fondamentale importanza per il nuovo organismo, vanno introdotte in quantità sufficiente (circa 100 g al giorno) a costituire il 15-20% dell’apporto calorico totale. I grassi in una dieta equilibrata devono costituire il 25-30% e i carboidrati il 55% del fabbisogno di calorie. È necessaria un’adeguata alimentazione a base di frutta e verdura fresca, cioè ricca di vitamine, e di latte e dei suoi derivati, contenenti calcio e fosforo indispensabili per la formazione delle ossa e per la dentatura del bambino. Si dovrebbe evitare un’eccessiva ingestione d’acqua e limitare, soprattutto negli ultimi mesi di gravidanza, l’assunzione di sale. L’aumento di peso dev’essere accuratamente controllato e contenuto a circa un chilo al mese. La stitichezza può essere evitata integrando la dieta con cibi ricchi di cellulosa, come la frutta e la verdura, ed eventualmente facendo uso di blandi lassativi. Gli alcolici e il fumo vanno limitati, potendo essere dannosi per il feto. La cura del seno e dei capezzoli è importante affinché siano predisposti a un allattamento regolare. Per prevenire le „smagliature“ cutanee è utile praticare quotidianamente un massaggio dell’addome, delle cosce e del seno. Le pigmentazioni, che compaiono soprattutto sul volto della donna (cloasma gravidico), non hanno alcun significato patologico e di solito scompaiono dopo il parto; per evitarne l’accentuazione eccessiva è opportuno non esporsi per lunghi periodi alla luce solare diretta e ingerire alimenti ricchi di vitamina C. È necessario curare scrupolosamente la pulizia dei denti e sottoporsi a un periodico controllo odontoiatrico. L’uso dei farmaci in gravidanza richiede prudenza potendo in alcuni casi provocare danni all’embrione; oltre che dal tipo di farmaco l’eventuale azione teratogena dipende dalla dose e dall’epoca della gravidanza in cui è stato somministrato. Lo stato gravidico va controllato da un medico per accertarne la regolare evoluzione. Nel corso della gravidanza vanno periodicamente controllati: il peso corporeo, la pressione arteriosa, l’assenza di albumina nelle urine; nei primi mesi è necessario determinare il gruppo sanguigno e il fattore Rh, eseguire le analisi sierologiche che valutano lo stato immunitario materno nei confronti delle principali malattie infettive trasmissibili (sifilide, epatite, toxoplasmosi, rosolia, cytomegalovirus, herpes virus), l’esame emocromocitometrico e l’esame completo delle urine, oltre che controllare l’azotemia, la glicemia e altro, in base ai casi specifici. Il controllo ecografico permette di seguire nel tempo l’evoluzione del feto (riscontrandone eventuali anomalie) e di verificare lo stato della placenta.


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L'alimentazione durante la gravidanza.
ALIMENTAZIONE CONSIGLIATA IN GRAVIDANZA
alimenti
quantità giornaliera
latte o yogurt0,50 l
formaggi diversi30-60 g
carni o pesci (almeno una volta a settimana fegato)100-120 g
uova2-3 a settimana
olio extravergine d’oliva40 g (2 cucchiai)
paste alimentari, riso, pane, patate200-300 g
verdure fresche o cottea volontà (non meno di 300-400 g)
frutta frescaa volontà (non meno di 300 g di frutta ricca di vitamina C: agrumi, kiwi ecc.)
zucchero30 g (6 cucchiaini)
acqua1,5-2 l
vinonon oltre 1/4 di l
caffè o tè1-2 tazzine al giorno
Gravidanza. Durante il periodo della gestazione è particolarmente importante osservare alcune norme alimentari sia qualitative sia quantitative.

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