pressione arteriosa

COLLEGAMENTI

pressione esercitata sulle pareti dei vasi arteriosi dal sangue che scorre al loro interno. La pressione arteriosa dipende dal ritmo e dalla forza di contrazione del cuore, dalla quantità di sangue e, soprattutto, dalle resistenze che arterie, arteriole e capillari oppongono al flusso sanguigno.
I meccanismi regolatori della pressione arteriosa
La regolazione della pressione arteriosa dipende dall’attività di centri vasomotori disposti nel tessuto cerebrale, e da numerose sostanze, ormonali e non ormonali, presenti nell’organismo. Le sostanze che regolano la pressione arteriosa sono principalmente la renina e l’ angiotensina: infatti, quando per qualsiasi ragione la pressione arteriosa si riduce, nel rene viene prontamente liberata la renina, che agendo sull’angiotensiogeno lo trasforma in angiotensina; questa possiede una pronta ed energica azione vasocostrittiva, e perciò determina un rialzo della pressione arteriosa. Una seconda azione dell’angiotensina è quella di aumentare la produzione di aldosterone da parte del surrene. Quest’ormone, trattenendo il sodio, e quindi richiamando acqua, aumenta la massa ematica, e di conseguenza contribuisce al rialzo pressorio. Anche le catecolamine, adrenalina e noradrenalina, i corticosteroidi e gli ormoni tiroidei (T3 e T4) sono attivi sulla pressione arteriosa, con effetto ipertensivo.
Valori e misurazione della pressione arteriosa
La pressione arteriosa viene definita generalmente da due indici numerici, di cui il primo, corrispondente alla pressione massima (o sistolica), esprime la massima pressione registrabile nelle arterie durante la sistole, mentre il secondo, corrispondente alla pressione minima (o diastolica), esprime la minima pressione esistente durante la diastole. Il metodo più diffuso di misurazione della pressione arteriosa utilizza uno strumento chiamato sfigmomanometro, e la misura viene espressa in millimetri di mercurio (mmHg). La pressione arteriosa subisce numerose oscillazioni nell’arco della giornata nello stesso individuo, risultando valori più bassi nel sonno e nelle prime ore del mattino. Inoltre vi sono fluttuazioni che dipendono dall’attività fisica, dalla temperatura, dalla tensione psichica, dall’età e dal sesso: l’uomo generalmente ha una pressione arteriosa leggermente superiore rispetto alla donna di pari età. Le inchieste epidemiologiche hanno ormai documentato con certezza che esistono rapporti molto stretti tra malattie cardiovascolari e valori di pressione arteriosa. Risulta infatti che l’aspettativa di vita è inversamente proporzionale all’entità della pressione arteriosa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha fissato i seguenti valori pressori come limiti di normalità: un adulto tra i 20 e i 60 anni è da considerare normale quando la sua pressione arteriosa è inferiore a 140/90 e iperteso quando la pressione arteriosa è superiore a 160/99. Quando si ha un aumento della pressione arteriosa si parla di ipertensione, mentre la riduzione costituisce un quadro clinico di ipotensione. Oltre alla pressione arteriosa esiste la pressione venosa, che è quella di riempimento del cuore.


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