sifilide

COLLEGAMENTI

Sifilide

La malattia è anche conosciuta come:
lue, mal francese, morbo celtico, morbo gallico


Gli esperti lanciano l’allarme: la sifilide è tornata. Malattia per secoli mortale, oggi la sifilide si cura con gli antibiotici. Purché la diagnosi arrivi presto. E per la prevenzione, l’unico alleato è il preservativo.
Categoria: Malattie infettive
Sigla: IST

Che cos’è – Sifilide

Cosa sono le malattie a trasmissione sessuale?

Le Malattie a Trasmissione Sessuale (MTS) sono malattie causate da batteri, funghi, parassiti o virus che si trasmettono da una persona a un’altra attraverso i rapporti sessuali non protetti, siano essi eterosessuali o omosessuali. Quindi fare sesso non protetto (anche di tipo orale o ano-rettale) con una persona che abbia una MTS (e potrebbe anche non saperlo!) è causa di trasmissione.

In base ai dati oggi disponibili, si valuta che in Italia le MTS possano essere più di mezzo milione l’anno. Le più conosciute sono la Sifilide, la Gonorrea e l’AIDS. Altre MTS molto diffuse sono le infezioni da Herpes genitale, le infezioni da papilloma virus (HPV) e le epatiti virali da HAV, HBV, HCV (epatite A, B, C). Possono essere presenti in una persona senza provocare sintomi particolari e rimanere latenti per anni, o provocare ulcere o perdite mucose.

Negli ultimi anni è stato registrato un preoccupante aumento di casi di MTS. Dal 2000 al 2005 in Italia si è registrato un significativo aumento delle diagnosi di sifilide primaria e secondaria (totale casi 1403, anno 2005) e in misura minore di quelle di gonorrea.
L’aumento dell’incidenza della sifilide si registra soprattutto per Regioni a elevata densità urbana come la Lombardia, il Lazio, il Piemonte e l’Emilia Romagna. Questo aumento è stato anche segnalato sotto forma di focolai di malattia, osservati a Milano e Roma dopo il 2000.

I fattori che sembrano oggi aver più contribuito alla riemergenza delle infezioni sessuali (IST) sono:
• una generale tendenza al non uso del profilattico
• il ricorso sempre più frequente a pratiche di sesso orale non protetto
• una carenza di informazione soprattutto negli individui più giovani (la fascia della popolazione più suscettibile)
• una generale difficoltà a ricorrere alle strutture specialistiche di prevenzione e diagnosi
• un significativo calo nella percezione del rischio infettivo nelle popolazioni a rischio IST più elevato, compresi i pazienti con infezione da HIV.
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Cos’è la sifilide?

La sifilide fa parte del gruppo delle Malattie a Trasmissione Sessuale (MTS) ed è un’infezione causata dal batterio Treponema pallidum (spirocheta) presente nei genitali e in lesioni cutanee.
Il contagio avviene tramite rapporti sessuali non protetti con persone infette. La sifilide infatti si trasmette direttamente attraverso le ferite e le ulcere che si formano nelle zone genitali, rettali e sulla bocca a seguito di contatto sessuale.

Con un’incidenza annua di 12 milioni di nuovi malati nel mondo, la sifilide è dopo l’AIDS la malattia sessualmente trasmissibile con il più alto tasso di mortalità.
Fu descritta per la prima volta nel XVI secolo e si ritiene che sia stata importata dalle Americhe dopo i primi viaggi degli spagnoli. Nei paesi industrializzati, l’incidenza della sifilide iniziò a calare verso la fine del 1800, per poi avere un altro picco dopo la Prima Guerra Mondiale. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie anche alla disponibilità di metodi diagnostici efficaci e al trattamento con antibiotici, la malattia ebbe una nuova riduzione, anche se negli ultimi anni la sua incidenza è andata aumentando sia nei paesi in via di sviluppo che in alcuni paesi europei.

È importante sapere che l’infezione contratta prima o durante una gravidanza può essere trasmessa al nascituro. A seconda dello stato d’infezione della madre, la malattia può causare la morte del feto in utero (40% dei casi) o la nascita di un bimbo già affetto da sifilide congenita (70% dei casi). Se la madre ha avuto la malattia nei quattro anni precedenti la gravidanza, il rischio di trasmissione al feto è molto elevato. I sintomi possono anche essere assenti al momento della nascita e comparire successivamente causando, se non trattati adeguatamente, anche serie complicazioni allo sviluppo del bambino.

La sifilide facilita la trasmissione dell’AIDS. Secondo i CDC americani, il rischio di trasmissione del virus HIV è da 2 a 5 volte più elevato quando è presente anche un’infezione da sifilide.
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Epidemiologia – Sifilide


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Sifilide: sotto tiro i "cattivi ragazzi" e le giovani mamme

Sifilide, clamidia e AIDS: si assiste sempre più alla recrudescenza di questi fenomeni, causati dall’abitudine dilagante di rapporti sessuale non protetti. È l’allarme lanciato al recente Congresso Nazionale Unificato di Dermatologia e Venereologia di Napoli. Sono gli adolescenti i primi a cadere nella rete di patologie come la sifilide o la clamidia, quest’ultima in aumento del 2%.

Le vittime ideali? Sono i bad guys all’italiana, cioè i ragazzi alla continua ricerca dell’avventura di una sera, incuranti dei rischi e nemici del profilattico, ma irrimediabilmente affascinati dal mondo dello sballo. Sesso e droga, un connubio che moltiplica i rischi. «L’uso di sostanze stupefacenti non fa che aggravare le malattie, interferendo anche con l’azione dei farmaci -avverte Mario Aricò, presidente della SIDeMaST (Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse). -Il fenomeno è ancor più grave se riferito alla sifilide. In questo caso la droga depotenzia gli effetti della penicillina. Con conseguenze per la salute, legate anche al fatto che l’organismo ha più difficoltà a smaltire i farmaci».

Gli esperti della SIDeMaST hanno osservato un ritorno di questa malattia dimenticata. La sifilide, che sembrava essersi estinta grazie alla scoperta della penicillina, è oggi una patologia in crescita. Soprattutto fra i giovani. Nel mondo, secondo l’Oms, la sifilide colpisce circa 12 milioni di persone, con grande presenza sia in Africa che in Asia e in America Latina. Attualmente in Italia si contano 1.200 nuovi casi.

Dopo l’impennata registrata nel 2001 e nel 2002 c’è stato un rallentamento. Ma quest’anno i casi sono aumentati del 5%. «Mentre prima del 2000 in reparto assistevamo al massimo a un caso di sifilide l’anno, ora ne registriamo circa 30-40 –spiega il medico. -Ma i numeri che possiamo raccogliere negli ospedali non sono credibili anche perché c’è una sacca di casi sommersi non indifferente. Spesso i ragazzi preferiscono restare nell’anonimato e si rivolgono ai propri amici, piuttosto che ricorrere all’aiuto di un medico».

A preoccupare gli esperti sono soprattutto le ragazze incinte che rappresentano il 10% dei casi. Una situazione ritenuta ancora più a rischio, dal momento che le mamme possono trasmettere l’infezione al nascituro attraverso la placenta. «In casi come questi – prosegue Aricò – è importante capire quando la giovane ha contratto la malattia per curarla tempestivamente con una terapia adeguata. Se la donna si è ammalata durante il primo o il secondo mese di gravidanza, il rischio di contagio è molto alto. Occorre intervenire al più presto per evitare patologie importanti al bambino: la sifilide congenita ha forme estremamente gravi. Se non la si riconosce può portare all’aborto o causare notevoli malformazioni al feto».
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Allarme sifilide, 40% di contagi in più ogni anno

La sifilide, malattia infettiva a trasmissione sessuale tipica del secolo scorso, sta avendo un’imprevista quanto preoccupante ripresa.

A sostenerlo è uno studio dell’ Istituto Dermatologico Santa Maria e San Gallicano, che conferma i risultati già emersi in altre indagini europee e americane: in Nord Europa e negli Stati Uniti i casi di sifilide sono in aumento costante a partire dalla fine degli anni novanta, con una percentuale di crescita vicina al 40% annuo.

Le principali vittime della malattia sono giovani maschi omosessuali, molti dei quali sieropositivi (il 50% circa).

La spiegazione è che il miglioramento del benessere psico-fisico garantito dalle terapie antiretrovirali consente oggi ai sieropositivi una normale attività sessuale che, se condotta in modo sicuro contro la trasmissione di HIV, può non rivelarsi tale contro la sifilide e altre infezioni sessualmente trasmissibili.
Queste ultime infatti si trasmettono efficacemente anche attraverso pratiche sessuali a basso rischio HIV come i rapporti orali.

La sifilide, malattia che si riteneva scomparsa, si può risolvere completamente se riconosciuta in tempi brevi e trattata adeguatamente con terapia antibiotica.
Per questo è importante sensibilizzare i giovani ad avere comportamenti sessuali responsabili e a rivolgersi al medico anche per sintomi che possono apparire sugli organi genitali. Solo così sarà possibile bloccare la catena dei contagi.
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Prevenzione – Sifilide


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Sifilide: solo il preservativo blocca la trasmissione

Le malattie sessualmente trasmissibili, e quindi anche la sifilide, possono essere trasmesse solo da un partner infetto a uno non infetto durante atti sessuali non protetti, siano essi genitali, orali o ano-rettali, o tramite il contatto con le lesioni tipiche della sifilide primaria o secondaria. Il rischio di trasmissione è di circa il 30% per ogni rapporto sessuale con un soggetto affetto da sifilide primaria.
Una buona misura di prevenzione è quindi l’uso di preservativi di lattice, anche per il sesso orale e ano-rettale.

D’altronde, solo un’efficace azione di educazione a comportamenti sessuali responsabili e il rivolgersi ai servizi di salute per una diagnosi e un trattamento precoci possono prevenire la trasmissione dell’infezione stessa.
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Sesso orale, attenti ai rischi

Secondo un rapporto pubblicato in USA dai CDC (Centers for Disease Control and Prevention),molti ritengono erroneamente che il sesso orale sia sicuro, senza rendersi conto che invece con questo tipo di rapporto si può facilmente contrarre o trasmettere la sifilide.
Le lesioni sifilitiche della bocca possono a loro volta accrescere il rischio di infezione da HIV.

Il dottor Ciesielski e i suoi colleghi del dipartimento della salute pubblica di Chicago hanno scoperto che sempre più spesso la sifilide si diffonde attraverso il sesso orale, e avvertono: «le persone che non hanno un rapporto monogamo consolidato e praticano sesso orale dovrebbero utilizzare una protezione (preservativi maschili o altri metodi di barriera) per ridurre il rischio di malattie sessualmente trasmesse o “STD”».

Il gruppo di Ciesielski ha notato che l’andamento della trasmissione della sifilide nel tempo si è sostanzialmente modificato: durante gli anni ‘90 la sifilide era una malattia che riguardava quasi esclusivamente i soggetti eterosessuali, mentre dal 2001 in poi quasi il 60% dei malati di sifilide è costituito da omosessuali.

Per giustificare questi risultati, gli scienziati hanno intervistato persone affette da sifilide dal 2000 al 2002. In quasi il 14% dei casi, il sesso orale rappresentava l’unico tipo di rapporto sessuale praticato dai soggetti nel periodo in cui erano stati colpiti dall’infezione; questo veniva riportato dal 20% degli omosessuali maschi affetti da sifilide e dal 6 – 7% di uomini e donne eterosessuali.

Questi numeri non comprendono eventuali infezioni contratte attraverso il sesso orale in concomitanza con rapporti sessuali completi.
Gli autori sottolineano che i soggetti che presentano lesioni sifilitiche in bocca possono essere asintomatici oppure scambiare le proprie lesioni per ulcere aftose o herpes.

Nelle lesioni sono presenti concentrazioni elevate del batterio che causa la sifilide ed esse sono quindi altamente infettive. Inoltre le lesioni orali possono aumentare il rischio di contrarre un’infezione da HIV.
«Questi dati sottolineano l’esigenza di informare le persone sessualmente attive sul rischio di trasmissione della sifilide attraverso il sesso orale», hanno concluso i ricercatori.
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Malattie sessuali: 10 regole per proteggersi

Con l’aiuto del Centro di Medicina dei Viaggi dell’ospedale di Amedeo di Savoia di Torino ecco un decalogo per far diminuire il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili.

  • Acquistiamo la consapevolezza che un rapporto occasionale è di per se rischioso, lo è ancora di più in paesi lontani, dove circolano malattie diverse e se svolto con prostitute o prostituti.
  • Il preservativo fornisce un’ottima protezione ma non assoluta
  • Vaccinarsi contro l’epatite B (questa è l’unica malattie sessualmente trasmessa per la quale è possibile vaccinarsi)
  • Utilizzare sempre il preservativo fin dall’inizio del rapporto sessuale (vaginale, anale, oro-genitale): milioni di persone sono vive e sane avendo seguito questo consiglio
  • Ricordarsi che se il preservativo si rompe è come se non lo si avesse usato e che la protezione non si estende a quelle parti del corpo non coperte dal preservativo
  • Portare i preservativi dall’Italia (controllando la data di scadenza) e conservarli nel bagaglio a mano, evitando lunghe esposizione al sole delle confezioni
  • Non aggiungere sostanze oleose per la lubrificazione, ma utilizzare gli appositi gel idrosolubili (tipo HR-Jelly, K-Y, Jossei) reperibili in farmacia
  • Indossare correttamente il preservativo ed estrarre il pene subito alla fine del rapporto evitando che il preservativo si sfili durante la manovra
  • Evitare i rapporti sessuali con prostitute/prostituti, o almeno astenersi da rapporti con coloro che accettano di non usare il preservativo, spontaneamente o dietro una maggiore offerta in denaro
  • Ricordarsi che l’alcol e le droghe riducono l’inibizione e possono indurre a dimenticare le precauzioni.

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Cura e Terapia – Sifilide


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Sifilide: dal contagio alle complicazioni

La sifilide si articola in un periodo primario, uno secondario e uno terziario con periodi di latenza tra uno e l’altro. Il soggetto affetto da sifilide è infettivo durante i primi due periodi. È necessario fare attenzione a qualunque sintomo visibile. La scomparsa dei sintomi non è però indice dell’assenza di malattia, che anzi può essere in una fase progressiva verso lo stadio latente.

Sifilide primaria
Tra il contagio e l’insorgenza dei primi sintomi possono passare da 10 a 90 giorni (mediamente 20). Questo stadio è caratterizzato dalla comparsa di una singola ferita o da più pustole. Normalmente la ferita è consistente, tonda, piccola e indolore e compare nel punto in cui avviene l’infezione batterica. Questa ferita dura 3-6 settimane e guarisce da sola. Se la malattia non è trattata in questa fase, evolve verso uno stadio secondario.

Sifilide secondaria
Inizia quando si ha l’insorgenza di un’eruzione cutanea in più punti, senza prurito. Questa eruzione può comparire durante la fase di scomparsa della ferita, o anche dopo settimane. L’eruzione è solitamente rossastra o bruna, con macchie sia sui palmi delle mani e dei piedi o in altre parti del corpo. A volte le macchie sono diverse e ricordano eruzioni tipiche di altre malattie. Anche senza alcun trattamento, l’eruzione sparisce da sola. Tra i sintomi tipici di questo stadio possono esserci anche febbre, linfonodi ingrossati, mal di gola, perdita di capelli a chiazze, mal di testa, perdita di peso, dolori muscolari, stanchezza.

Stato latente
Il periodo latente è caratterizzato dall’assenza di segni e sintomi. La persona è ancora malata anche se non mostra più i sintomi evidenti. Dato che i sintomi della sifilide primaria e secondaria sono talvolta minimi o trascurabili, frequentemente viene fatta diagnosi in fase di latenza, mediante i test sierologici specifici.

Sifilide terziaria (avanzata)
In questa fase possono iniziare i danni agli organi interni, al cervello, ai nervi, agli occhi, al cuore e ai vasi sanguigni, al fegato, alle ossa e alle giunture. I danni interni possono manifestarsi anche anni dopo la comparsa dei primi sintomi. A questo punto la sifilide entra nel terzo stadio, anche se danni neurologici possono manifestarsi già dal secondo stadio (sifilide neurale). In questa fase l’individuo perde la capacità di controllare i movimenti muscolari, può avere paralisi, confusione mentale, cecità graduale e sviluppo di demenza. Il danno può essere tanto serio da portare alla morte.
La progressione della malattia può essere accelerata da una coesistente infezione da HIV; in questi casi l’interessamento oculare, la meningite e le altre complicanze nervose sono più comuni e gravi.
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Sifilide: la diagnosi arriva con mesi di ritardo

La sifilide va sospettata in soggetti con le tipiche lesioni mucocutanee o con manifestazioni neurologiche inspiegabili, in particolare in aree di alta prevalenza della malattia.

La diagnosi può essere effettuata a qualsiasi stadio, utilizzando un’analisi al microscopio di materiali prelevati da un’escoriazione o da una ferita. Il batterio Treponema pallidum infatti ha una morfologia ben distinta e riconoscibile. La presenza del batterio nel sangue può essere evidenziata anche con un semplice test sierologico.
Normalmente vengono effettuati due tipi di test: quelli non specifici per il Treponema e quelli Treponema-specifici.
La diagnosi si basa sul fatto che un basso livello di anticorpi rimane nel sangue per mesi e anni anche dopo il trattamento completo della malattia. Il livello di anticorpi tende poi a diminuire fino a scomparire, rendendo il soggetto nuovamente sensibile e suscettibile alla malattia.

Dati gli effetti della sifilide contratta prima o durante la gravidanza, lo screening per la presenza di anticorpi anti-Treponema dovrebbe essere effettuato assieme agli altri test sierologici nelle prime settimane di gestazione.

«Il problema è che spesso la diagnosi avviene tardi, quando la malattia è già in stato avanzato – ha spiegato Mario Aricò, presidente della SIDeMaST (Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse) al recente 4° Congresso Nazionale Unificato di Dermatologia e Venereologia di Napoli-  Non c’è più attenzione ai campanelli d’allarme, spesso i segnali fisici vengono ignorati e così alla diagnosi si arriva con circa 6-8 mesi di ritardo. Nel nostro reparto, nella clinica dermatologica dell’università di Palermo, arrivano sempre più pazienti con una sifilide allo stadio secondario- ammette il medico. -Questo ritardo diagnostico crea enormi problemi, soprattutto per le donne, perché sifilide e clamidia sono malattie che impegnano tutto l’organo genitale. Un’infezione pelvica disseminata in soggetti immunodepressi può anche trasformarsi in setticemia».

Per identificare i partner a rischio, vengono date indicazioni dai CDC di considerare i tre mesi precedenti la comparsa dei sintomi della sifilide primaria e/o i sei mesi precedenti la comparsa dei sintomi di quella secondaria e almeno un anno per la sifilide latente. Tutti i soggetti cui è stata diagnosticata la sifilide devono sottoporsi al test per il virus HIV.
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Sifilide: la rivoluzione della penicillina

Grazie all’elevata efficacia della cura antibiotica, la sifilide è oggi una malattia potenzialmente controllabile. Se non trattata adeguatamente però può causare danni al sistema nervoso e ai vasi arteriosi, disordine mentale ed eventualmente morte.

Il trattamento della malattia è basato sull’uso dell’antibiotico penicillina, a qualsiasi stadio della malattia e inclusa la gravidanza. La preparazione, il dosaggio e la lunghezza del trattamento dipendono dallo stadio della malattia e dalle sue manifestazioni cliniche.
L’efficacia di questo trattamento è stata confermata da molteplici casi studio, da trial clinici e da cinquant’anni di esperienza clinica.
Per confermare l’avvenuta guarigione il malato dovrà sottoporsi ai test specifici per la sifilide 3, 6 e 12 mesi dopo il trattamento e quindi annualmente fino alla scomparsa della reattività. L’infezione pregressa non conferisce immunità nei confronti di successive reinfezioni.

Oltre al trattamento antibiotico, la persona infetta deve astenersi da qualunque attività sessuale con nuovi partner fino alla completa guarigione delle ferite.
Inoltre, è necessario effettuare test diagnostici e trattamento anche sui partner sessuali del malato. In particolare, andranno valutati e trattati, se infetti, tutti i contatti sessuali dei 3 mesi precedenti in caso di sifilide primaria, o dell’anno precedente in caso di sifilide secondaria.

È necessaria la denuncia del caso agli enti di sanità pubblica.
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Glossario per Sifilide – Enciclopedia medica Sanihelp.it


Farmaci


 – CEPOREX*8CPR RIV 1G

 – ERITROCINA*12CPR MAST 200MG

 – ERITROCINA*12CPR RIV 600MG

 – ERITROCINA*OS GRAT 12BUST500MG

 – ERITROCINA*OS GRAT 6BUST 1000M

 – ERITROCINA*OS SOSP 100ML 10%

 – ERITROCINA*PRIMA INF SOSP 50ML

 – ERITROMICINA LATTOBION*1000MG

 – ERITROMICINA LATTOBION*500MG

 – MINOCIN*16CPS 50MG

 – MINOCIN*8CPS 100MG

Tag cloud – Riepilogo dei sintomi frequenti

accidente
sensazione di acqua che scorre
diminuzione della sensibilità acustica
affaticabilità
disturbi dell’ affettività
disturbi dell’alimentazione
allucinazioni
avere le allucinazioni
alopecia
amnesia
anoressia
anormalità
apoplessia
diminuzione dell’appetito
disturbi dell’appetito
astenia
atassia
autismo
autostima scarsa
dolore alla bocca
lesioni della bocca
lesioni della mucosa della bocca
sensazione di bruciore
brufoli
bubboni
sensazione di caldo e freddo
calvizie
caduta dei capelli
capogiro
dolore al cavo orale
cefalea
chiazze
repulsione per il cibo
alterazioni cognitive
deficit cognitivi
irrigidimento del collo
colpo
conato
contorcimenti
contorsioni
convulsioni
male di cuore
lesioni della cute
manifestazioni a carico della cute
sensazione di indurimento della cute
sfogo della cute
debolezza
deficit erettile
deformazione
deformità
delirio
demenza
depressione
dimagrimento
disartria
dismorfismo
sentimenti di disperazione
distimia
diminuzione della sensibilità al dolore
ematemesi
emicrania
epatomegalia
epigastralgia
mancanza di equilibrio
perdita dell’equilibrio
problemi dell’erezione
esauribilità
mancanza della fame
faringodinia
febbre
perdita delle feci
ingrossamento del fegato
fissazione
follia
disturbo della fonazione
alterazione della forma
formicolii
foruncoli
mancanza delle forze
dolore ai genitali maschili
dolore ai genitali
gonfiore ai genitali
tumefazione dei genitali
ingrossamento zona ghiandolare
male di gola
impotenza
impotenza sessuale
inappetenza
incontinenza (urinaria e fecale)
incontinenza fecale
incontinenza urinaria
insonnia
instabilità
ipertermia
ipoacusia
ingrandimento dei linfonodi
alterazione del linguaggio
disturbi del linguaggio
macchie
maculopapule
malformazione
mancamento
mania
perdita della memoria
infermità mentale
squilibrio mentale
deterioramento della mente
malattia della mente
midriasi
miosi
perdita completa della mobilità
perdita della mobilità
movimenti involontari
disturbi nella coordinazione dei movimenti
lesioni delle mucose
nausea
irrigidimento della nuca
dolore agli occhi
papule
paralisi
paranoia
paresi
parestesie
difficoltà nel parlare
impossibilità di parlare
difficoltà della parola
perdita della parola
pazzia
caduta dei peli
lesioni della pelle
manifestazioni a carico della pelle
sensazione di indurimento della pelle
dolore al pene
calo di peso
dolore al petto
sensazione di pizzicore
dolore al precordio
difficoltà della pronuncia
psicosi
alterazioni delle pupille
differente diametro delle pupille
dilatazione delle pupille
restringimento delle pupille
pustole
sensazione di ragnatela sul viso
problemi di rapporti sessuali
perdita di contatto con la realtà
impossibilità di ricordare
rigetto
rigor nucalis
rigurgito
sbandamento
schizofrenia
scosse
disturbi della sensibilità
mancanza di controllo degli sfinteri
snellimento
sonno disturbato
difficoltà a prendere sonno
sordità
spasmi
sensazione di puntura di spilli
spossatezza
squilibrio
stanchezza
dolore allo sterno
innalzamento della temperatura
giramento di testa
male di testa
dolore ai testicoli
toracalgia
dolore al torace
diminuzione dell’udito
calo dell’umore
disturbi dell’umore
incapacità di trattenere l’urina
perdita dell’urina
dolore alla vagina
vertigini
mancanza di virilità
visioni
disturbi della vista
sentire le voci
voltastomaco
vomito
sangue nel vomito
sensazione di vomito

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