Arzerra è indicato nel trattamento della leucemia linfatica cronica (LLC) nei pazienti refrattari a fludarabina e alemtuzumab.
Un ml di concentrato contiene 20 mg di ofatumumab.
Ogni flaconcino contiene 1.000 mg di ofatumumab in 50 ml.
Ofatumumab è un anticorpo monoclonale umano prodotto in una linea cellulare murina ricombinante (NS0).
Eccipienti:
Questo medicinale contiene 34,8 mg di sodio in una dose di 300 mg e 232 mg di sodio in una dose di 2.000 mg.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Arginina
Sodio acetato (E262)
Sodio cloruro
Polisorbato 80 (E433)
Disodio edetato (E386)
Acido cloridrico (E507) (per l’aggiustamento del pH)
Acqua per preparazioni iniettabili
Ipersensibilità ad ofatumumab o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafo 6.1).
Arzerra deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico esperto nell’utilizzo di terapie antitumorali ed in un ambiente dove strutture di rianimazione siano immediatamente disponibili.
Pre-trattamento
I pazienti devono essere pre-trattati da 30 minuti a 2 ore prima dell’infusione di Arzerra in base al seguente schema posologico:
Numero di infusione (dose) | Dose di corticosteroide per via endovenosa | Dose di analgesico | Dose di antistaminico |
1 (300 mg) | Equivalente a 100 mg di prednisolone | Equivalente a 1000 mg di paracetamolo | Equivalente a 10 mg di cetirizina |
2 (2000 mg) | Equivalente a 100 mg di prednisolone | Equivalente a 1000 mg di paracetamolo | Equivalente a 10 mg di cetirizina |
3-8 (2000 mg) | Equivalente a 0-100 mg di prednisolonea) | Equivalente a 1000 mg di paracetamolo | Equivalente a 10 mg di cetirizina |
9 (2000 mg) | Equivalente a 100 mg di prednisolone | Equivalente a 1000 mg di paracetamolo | Equivalente a 10 mg di cetirizina |
10-12 (2000 mg) | Equivalente a 50-100 mg di prednisolone | Equivalente a 1000 mg di paracetamolo | Equivalente a 10 mg di cetirizina |
a) Se la seconda infusione è completata senza una grave reazione avversa al farmaco, la dose può essere ridotta a discrezione del medico. | |||
b) Se la nona infusione è completata senza una grave reazione avversa al farmaco, la dose può essere ridotta a discrezione del medico. |
Posologia
La dose raccomandata è di 300 mg di ofatumumab per la prima infusione e 2.000 mg di ofatumumab per tutte le infusioni successive. Lo schema infusionale è di 8 infusioni settimanali consecutive, seguite, 4-5 settimane più tardi, da 4 infusioni mensili consecutive (ovvero ogni 4 settimane).
Prima e seconda infusione
La velocità iniziale della prima e della seconda infusione di Arzerra deve essere di 12 ml/ora. Durante l’infusione, la velocità deve essere raddoppiata ogni 30 minuti fino ad un massimo di 200 ml/ora (vedere paragrafo 6.6).
Infusioni successive
Se la seconda infusione è stata completata senza gravi reazioni avverse al farmaco (ADR) correlate all’infusione, le restanti infusioni possono iniziare ad una velocità di 25 ml/ora che deve essere raddoppiata ogni 30 minuti fino ad un massimo di 400 ml/ora (vedere paragrafo 6.6).
Modificazione della dose e re-inizio della terapia
Le ADR correlate all’infusione possono richiedere velocità di infusione più lente.
• In caso di ADR da lieve a moderata, l’infusione deve essere interrotta e re-iniziata alla metà della velocità infusionale al momento dell’interruzione, quando la condizione del paziente è stabile. Se la velocità di infusione non era stata aumentata dalla velocità iniziale di 12 ml/ora prima dell'interruzione a causa di una ADR, l’infusione deve essere re-iniziata a 12 ml/ora, la velocità iniziale standard di infusione. La velocità dell’infusione può continuare ad essere aumentata secondo le procedure standard, a discrezione del medico e in base alla tolleranza del paziente (non superando il raddoppiamento della velocità ogni 30 minuti).
• In caso di una ADR grave, l’infusione deve essere interrotta e re-iniziata a 12 ml/ora, quando la condizione del paziente è stabile. La velocità dell’infusione può continuare ad essere
aumentata secondo le procedure standard, a discrezione del medico e in base alla tolleranza del paziente (non superando il raddoppiamento della velocità ogni 30 minuti).
Popolazione pediatrica
L’uso di Arzerra non è raccomandato nei bambini al di sotto dei 18 anni di età a causa dei dati insufficienti sulla sicurezza e/o sull’efficacia.
Anziani
Non sono state osservate differenze sostanziali nella sicurezza e nell’efficacia correlate all’età. In base ai dati disponibili di sicurezza ed efficacia, non è richiesto un aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2).
Insufficienza renale
Non sono stati effettuati studi formali con Arzerra in pazienti con insufficienza renale. Non è raccomandato un aggiustamento della dose per l’insufficienza renale da lieve a moderata (clearance della creatinina > 30 ml/min) (vedere paragrafo 5.2).
Insufficienza epatica
Non sono stati effettuati studi formali con Arzerra in pazienti con insufficienza epatica. Tuttavia è improbabile che pazienti con insufficienza epatica richiedano una modifica della dose (vedere paragrafo 5.2).
Metodo di somministrazione
Arzerra deve essere somministrato per infusione endovenosa e deve essere diluito prima della somministrazione (vedere paragrafo 6.6).
Reazioni da infusione
Ofatumumab è stato associato a reazioni da infusione che hanno portato alla sospensione temporanea del trattamento o all’interruzione del trattamento. Il pre-trattamento attenua le reazioni da infusione ma queste possono ancora presentarsi, soprattutto durante la prima infusione. Le reazioni da infusione possono includere eventi anafilattoidi, eventi cardiaci, brividi/rigidità, tosse, sindrome da rilascio di citochine, diarrea, dispnea, affaticamento, arrossamento, ipertensione, ipotensione, nausea, dolore, piressia, eruzione cutanea e orticaria. Anche con il pre-trattamento, sono state riportate reazioni gravi, inclusa sindrome da rilascio di citochine, a seguito dell’utilizzo di ofatumumab. In caso di gravi reazioni da infusione, deve essere interrotta immediatamente l’infusione di Arzerra ed istituito il trattamento sintomatico (vedere paragrafo 4.2).
Le reazioni da infusione si verificano più frequentemente al primo giorno di infusione e tendono a diminuire con le infusioni successive. I pazienti con anamnesi di riduzione della funzionalità polmonare possono presentare un rischio maggiore di complicanze polmonari da reazioni gravi e devono essere monitorati attentamente durante l’infusione di ofatumumab.
Sindrome da lisi tumorale
Nei pazienti con LLC può verificarsi la sindrome da lisi tumorale (SLT) con l’utilizzo di ofatumumab. I fattori di rischio per la SLT includono un’elevata massa tumorale, alte concentrazioni di cellule circolanti (≥ 25.000/mm3), ipovolemia, insufficienza renale, elevati livelli pre-trattamento di acido urico ed elevati livelli di lattato deidrogenasi. Il trattamento della SLT include la correzione delle anomalie elettrolitiche, il monitoraggio della funzione renale, il mantenimento dell’equilibrio dei liquidi e trattamenti di supporto.
Leucoencefalopatia multifocale progressiva
Leucoencefalopatia multifocale progressiva (LMP) e decesso sono stati riportati in pazienti con LLC che ricevevano terapia farmacologica citotossica, inclusa terapia con ofatumumab. Si deve prendere in considerazione una diagnosi di LMP in qualsiasi paziente di Arzerra che segnala la comparsa di nuovi, o la modifica di pre-esistenti, segni o sintomi neurologici. Se si sospetta una diagnosi di LMP, Arzerra deve essere interrotto e si deve prendere in considerazione il consulto con un neurologo.
Immunizzazione
Non sono state studiate la sicurezza e la capacità di generare una risposta primaria o anamnestica ad una immunizzazione con vaccini attenuati o inattivati durante il trattamento con ofatumumab. La risposta alla vaccinazione può essere ridotta nel caso le cellule B siano diminuite. A causa del rischio di infezioni, la somministrazione di vaccini vivi attenuati deve essere evitata durante e dopo il trattamento con ofatumumab, fino a quando la conta delle cellule B non si sia normalizzata. Si devono prendere in considerazione i rischi e i benefici di vaccinare i pazienti durante la terapia con ofatumumab.
Epatite B
Infezione da epatite B (HBV), anche fatale, può verificarsi in pazienti che assumono ofatumumab. Riattivazione dell’epatite B, inclusa epatite fulminante e decesso, si verifica con altri anticorpi monoclonali diretti contro il CD20. I pazienti ad alto rischio di infezione da HBV devono essere identificati prima di iniziare Arzerra. I portatori di epatite B devono essere attentamente monitorati per i segni clinici e di laboratorio di infezione attiva da HBV, durante il trattamento con ofatumumab e per 6-12 mesi dopo l’ultima infusione di Arzerra. Arzerra deve essere interrotto nei pazienti che sviluppano epatite virale, e deve essere istituito un appropriato trattamento. Esistono dati insufficienti riguardanti la sicurezza della somministrazione di ofatumumab nei pazienti con epatite attiva.
Apparato cardiovascolare
I pazienti con anamnesi di malattia cardiaca devono essere attentamente monitorati. Arzerra deve essere interrotto nei pazienti che presentano aritmie cardiache gravi o a rischio di vita.
Ostruzione intestinale
Ostruzione intestinale è stata riportata in pazienti che ricevevano una terapia con anticorpi monoclonali anti-CD20, incluso ofatumumab. I pazienti che presentano dolore addominale, specialmente all’inizio del ciclo della terapia con ofatumumab, devono essere valutati e deve essere istituito un trattamento appropriato.
Monitoraggio degli esami di laboratorio
Poichè ofatumumab si lega a tutti i linfociti CD-20-positivi (maligni e non-maligni), la conta ematica completa e la conta piastrinica devono essere effettuate ad intervalli regolari durante la terapia con ofatumumab e più frequentemente nei pazienti che sviluppano citopenia.
Contenuto di sodio
Questo medicinale contiene 34,8 mg di sodio in una dose di 300 mg e 232 mg di sodio in una dose di 2.000 mg. Ciò deve essere tenuto in considerazione nei pazienti con una dieta a contenuto controllato di sodio.
Sebbene non siano stati condotti studi formali di interazione con ofatumumab, non vi sono interazioni note con altri medicinali clinicamente significative.
L’efficacia dei vaccini vivi attenuati o inattivati può essere ridotta con ofatumumab. Pertanto, l’uso concomitante di questi agenti con ofatumumab deve essere evitato. Se la somministrazione concomitante viene giudicata inevitabile, si devono prendere in considerazione i rischi e i benefici di vaccinare i pazienti durante la terapia con ofatumumab (vedere paragrafo 4.4).
La sicurezza di ofatumumab nei pazienti con LLC recidiva o refrattaria è stata valutata in due studi in aperto. Nello studio Hx-CD20-406, 154 pazienti sono stati arruolati a ricevere una dose iniziale di 300 mg seguita da 7 infusioni settimanali consecutive da 2.000 mg, seguite cinque settimane più tardi da 4 infusioni mensili consecutive da 2.000 mg. Il secondo studio (Hx-CD20-402) è stato uno studio di dose-finding e i pazienti, in tre coorti (3 pazienti, 3 pazienti, 27 pazienti), ricevevano una dose iniziale di 100 mg, 300 mg o 500 mg, seguita una settimana più tardi da 3 infusioni settimanali consecutive da 500 mg, 1.000 mg o 2.000 mg di ofatumumab, rispettivamente. Le reazioni avverse riportate provengono dai dati finali dal dose-range finding iniziale e dalla pianificata analisi ad interim dello studio Hx-CD20-406.
Gli effetti indesiderati sono elencati di seguito in base alla classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA e in base alla frequenza. Molto comune (≥ 1/10); Comune (da ≥ 1/100 a < 1/10); Non comune (da ≥ 1/1.000 a < 1/100); Raro (da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000); Molto raro (< 1/10.000), non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascun gruppo di frequenza, gli effetti indesiderati sono presentati in ordine decrescente di gravità.
Classificazione per sistemi e organi MedDRA | Molto comune | Comune | Non comune |
Infezioni ed infestazioni | Infezioni del tratto respiratorio inferiore, inclusa polmonite, infezioni del tratto respiratorio superiore | Sepsi, inclusa sepsi neutropenica e shock settico, infezioni da herpes virus, infezioni del tratto urinario | |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Neutropenia, anemia | Neutropenia febbrile, trombocitopenia, leucopenia | Agranulocitosi, coagulopatia, aplasia eritrocitaria, linfopenia |
Disturbi del sistema immunitario | Reazioni anafilattoidi, ipersensibilità | ||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Sindrome da lisi tumorale | ||
Patologie cardiache | Tachicardia | ||
Patologie vascolari | Ipotensione, ipertensione | ||
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Broncospasmo, ipossia, dispnea, disturbi al troace, dolore faringolaringeo, tosse, congestione nasale | ||
Patologie gastrointestinali | Ostruzione dell’intestino tenue, diarrea, nausea | ||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Eruzione cutanea | Orticaria, prurito, rossore | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Dolore alla schiena | ||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Sindrome da rilasio delle citochine, piressia, rigidità, brividi, iperidrosi, affaticamento |
Reazioni da infusione: nello studio clinico principale (Hx-CD20-406) si sono verificate reazioni da infusione nel 44% dei pazienti nel giorno della prima infusione (300 mg), nel 29% nel giorno della seconda infusione (2.000 mg) e meno di frequente durante le infusioni successive (vedere paragrafo 4.4).
Infezioni: nello studio clinico principale un totale di 108 pazienti (70%) hanno presentato infezioni batteriche, virali o fungine. Un totale di 45 pazienti (29%) ha presentato infezioni di Grado ≥ 3, delle quali 19 (12%) sono state fatali. La percentuale di infezioni fatali nel gruppo dei refrattari a fludarabina e alemtuzumab è stata del 17%.
Neutropenia: dei 108 pazienti, che facevano parte dello studio clinico principale, con conta dei neutrofili normale al basale, 45 (42%) hanno presentato neutropenia di Grado ≥ 3. Diciannove (18%) hanno presentato neutropenia di Grado 4. Alcuni pazienti hanno presentato di nuovo neutropenia di Grado 4 di durata > 2 settimane.
Gravidanza
Non vi sono dati sull’utilizzo di ofatumumab nelle donne in gravidanza. L’effetto sulla gravidanza umana non è noto. Oltre ad un atteso effetto farmacologico, ovvero riduzione delle cellule B, gli studi nell’animale non indicano effetti dannosi diretti o indiretti relativi alla tossicità materna, gravidanza o sviluppo embrionale/fetale (vedere paragrafo 5.3). Ofatumumab non deve essere somministrato a donne in gravidanza a meno che il possibile beneficio per la madre superi il possibile rischio per il feto.
Le donne in età fertile devono usare una contraccezione efficace durante il trattamento con ofatumumab e nei 12 mesi successivi all’ultimo trattamento con ofatumumab.
Allattamento
Non è stato definito l’utilizzo sicuro di ofatumumab durante l’allattamento umano. L’escrezione di ofatumumab nel latte non è stata studiata nell’animale. Non è noto se ofatumumab sia secreto nel latte umano; tuttavia, le IgG umane sono secrete nel latte umano. Dati pubblicati suggeriscono che il consumo del neonato e del bambino di latte materno non determina un assorbimento sostanziale di questi anticorpi materni nella circolazione. L’allattamento deve essere interrotto per tutta la durata del trattamento con ofatumumab e nei 12 mesi successivi al trattamento.
Fertilità
Non vi sono dati sugli effetti di ofatumumab sulla fertilità umana. Gli effetti sulla fertilità maschile e femminile non sono stati valutati in studi nell’animale.
Conservare e trasportare in frigorifero (2 °C – 8 °C).
Non congelare.
Tenere il flaconcino nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
Per le condizioni di conservazione del medicinale diluito, vedere paragrafo 6.3.