glaucoma

COLLEGAMENTI

Glaucoma


Il 2 per cento della popolazione italiana sopra i 40 anni soffre di glaucoma e le stime sono in aumento continuo. Con una corretta diagnosi precoce però si possono diminuire i rischi e rallentarne gli sviluppi.
Categoria: Malattie oculistiche
Sigla: GLC

Che cos’è – Glaucoma

Glaucoma: fattori di rischio e diffusione

Il glaucoma è una malattia che colpisce il nervo ottico ed è causata da un continuo aumento della pressione intraoculare. Nell’occhio affetto da glaucoma il deflusso dell’umore acqueo viene ostacolato: il liquido si accumula e la pressione intraoculare comincia a salire. Dopo qualche tempo si produce una compressione o uno schiacciamento del nervo ottico con conseguente danno e morte delle fibre nervose.

Secondo la Società oftalmologica italiana (SOI) sarebbero 550mila i malati di glaucoma in Italia (cioè il 2 per cento della popolazione sopra i 40 anni), con una maggiore prevalenza al Nord (48%), seguito dal Sud (28%) e dal Centro (24%).

Nei prossimi anni ci si aspetta un aumento della malattia del 33% dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione. Per ora non esistono screening ufficiali, ma la SOI consiglia di sottoporsi a una tonometria se dopo i 40 anni ci si accorge di essere diventati presbiti e quindi di aver bisogno di occhiali per leggere o se ci sono altri casi di glaucoma in famiglia.

La forma ad angolo aperto, infatti, ha anche una base genetica e familiare ed essendo una malattia cronica per la quale non esiste una cura definitiva, deve essere tenuta a bada per prevenire gravi danni della vista o addirittura la cecità.

Il rischio glaucoma diventa importante dopo i 55 – 60 anni ma esistono alcuni fattori che possono aumentare la probabilità di sviluppare la malattia:

  • Età avanzata
  • Traumi oculari
  • Predisposizione ereditaria
  • Diabete
  • Ipertensione sistemica
  • Prolungata terapia con farmaci cortisonici
  • Miopia

I principali sintomi sono:

  • perdita della visione ai margini del campo visivo
  • dolori o fastidi agli occhi, (specialmente la mattina)
  • vista annebbiata
  • aloni intorno alle luci
  • incapacità di adattamento al buio

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Tipologie di glaucoma

Prima di tutto si distingue il glaucoma primario, quando è provocato da alterazioni del sistema tubercolare, dal glaucoma secondario quando insorge in seguito ad altre patologie oculari ma non solo.

Più tecnicamente si può distinguere in glaucoma ad angolo aperto, più diffuso, e glaucoma ad angolo chiuso.

Il glaucoma cronico ad angolo aperto è dovuto principalmente all’invecchiamento del sistema trabecolare di deflusso: l’umore acqueo non viene sufficientemente filtrato per esempio perché sono otturati i canali di scarico del trabecolato. La pressione oculare aumenta e causa un danno progressivo al nervo ottico.

Questa forma di glaucoma ha una progressione lenta e provoca una graduale riduzione
della visione periferica. È per questo che la maggior parte delle persone affette non avverte sintomi. Quando se ne accorge spesso è troppo tardi ed è per questo che si considera indispensabile la diagnosi precoce.

Nel glaucoma ad angolo chiuso l’umore acqueo non riesce a fluire perché l’angolo formato da iride e cornea è troppo stretto: l’iride si addossa lentamente alla cornea e ostruisce il passaggio. Anche questo tipo di glaucoma progredisce lentamente, ma in pazienti predisposti può insorgere un attacco acuto di glaucoma, provocato da un’improvvisa ostruzione dell’angolo, nella maggior parte dei casi dovuta a una dilatazione della pupilla.

L’attacco acuto di glaucoma è caratterizzato da un violento dolore nell’area intorno all’occhio, spesso si manifesta cefalea, nausea, vomito e visione annebbiata. In mancanza di un adeguato e tempestivo trattamento si può avere una notevole ed irreversibile compromissione della funzione visiva.

Si può inserire in una sorta di classificazione anche il glaucoma pigmentario, solitamente ereditario, che poi è comunque riconducibile a una delle due forme appena viste. Diciamo che qui la differenza sta nella causa. In questo caso alcuni frammenti dell’iride, trasportati dall’umore acqueo, vanno ad ostruire le fessure del trabecolato dalle quali fuoriesce il liquido. Questo tipo di glaucoma si può manifestare quando alcuni strati del cristallino si sfaldano e i vari frammenti si depositano sul trabecolato otturandone le fessure (glaucoma ad angolo aperto), o vanno ad ostruire l’angolo tra iride e cornea (glaucoma ad angolo chiuso).

Esistono altre forme di glaucoma più rare: il glaucoma a pressione normale, in cui la pressione interoculare si mantiene al di sotto della soglia di 21 mmHg e le cui cause non sono state ancora ben evidenziate, e il glaucoma congenito, che si manifesta prima dei due anni d’età ed è dovuto a un difetto congenito della struttura interna dell’occhio che ostacola il deflusso dell’umor acqueo.
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Diagnosi precoce – Glaucoma


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Con la prevenzione 30% di rischio in meno

Il rischio glaucoma diventa importante dopo i 55 – 60 anni Come ci spiega il professor Vinciguerra dell’istituto clinico Humanitas di Milano nel glaucoma la prevenzione diventa essenziale: «accertata la presenza di una pressione troppo elevata nell’occhio con conseguente rischio di danno al nervo ottico e progressiva restrizione del campo visivo, è possibile instaurare una terapia adeguata con colliri o intervenire chirurgicamente per mantenere la pressione a valori normali e impedire che il nervo ottico venga danneggiato».

Su questo tema arriva una conferma da un recente studio svedese che sottolinea l’importanza di una diagnosi e trattamento precoce della malattia oculare. Secondo i ricercatori svedesi dell’Università di Malmoe che hanno pubblicato i loro studi sulla rivista, Archives of Ophtalmology, per evitare che col tempo l’aumentata pressione all’interno dell’occhio possa danneggiare il nervo ottico e quindi la vista, chi soffre di glaucoma ad angolo aperto, la forma più comune di questa malattia, dovrebbe farsi curare fin dalle fasi iniziali.

Da molto tempo, infatti, si discute tra esperti dell’opportunità di sottoporre le persone sopra i 50 anni a un esame (la tonometria oculare) che permette di individuare un aumento della pressione del liquido contenuto nell’occhio: solo così, infatti, è possibile diagnosticare il glaucoma nelle fasi precoci, cioè in quelle in cui non ha ancora dato disturbi. Quando si verificano i sintomi, invece, è già tardi secondo l’opinione degli oculisti svedesi e il nervo ottico, che si trova subito dietro l’occhio, è già stato schiacciato e quindi danneggiato.

I medici scandinavi hanno selezionato 255 pazienti tra i 50 e gli 80 anni con una forma lieve di glaucoma (cioè con una pressione dell’occhio intorno ai 20 mmHg): metà di loro è stata curata fin dall’inizio, l’altra metà solo quando la malattia ha cominciato a dare disturbi. Tutti i pazienti sono stati controllati ogni tre mesi. Dopo quattro anni la metà circa di coloro che non sono stati curati fin dall’inizio ha avuto un peggioramento importante della vista e un danno del campo visivo, mentre ciò è avvenuto solo nel 30% dei pazienti trattati. «Che si debba curare il glaucoma fin dall’esordio è oramai una conoscenza assodata anche se non sempre applicata da tutti i medici: il problema sta proprio nel sospettare la malattia anche se questa non dà fastidio alla persona» spiega attraverso il sito humanitasalute.it il dottor Fabrizio Camesasca, aiuto presso il reparto di Oculistica di Humanitas.

I trattamenti consigliati dai ricercatori svedesi sono due: beta-bloccanti in collirio oppure un intervento con il laser.
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Glaucoma: Dopo i 40 anni il controllo è d’obbligo

Il fattore di rischio più importante per il glaucoma è l’età. Superati i 40 anni è quindi consigliabile effettuare, anche in assenza di sintomi, una visita oculistica completa. È importante che gli esami vengano eseguiti a intervalli regolari per poter riconoscere precocemente un segno di glaucoma o per seguirne l’evoluzione.

La tonometria è la misurazione della pressione oculare (tono oculare). Le modalità di misurazione possono essere diverse. La tecnica più usata è la tonometria ad applanazione. Si tratta di una tecnica rapida e indolore che si esegue dopo avere instillato una goccia di collirio anestetico insieme a un colorante giallo.
Un piccolo cono di plastica, annesso al biomicroscopio, viene appoggiato delicatamente sulla cornea e illuminato con una luce blu. La resistenza che il cono incontra nell’applanare la superficie della cornea viene misurata su un’apposita scala graduata ed espressa in mm di mercurio – mmHg).
La pressione viene ritenuta normale da 6 mmHg, come valore minimo, fino a 21 mmHg, come valore massimo. Nella realtà bisogna comunque valutare caso per caso.
La curva tonometrica giornaliera prevede la misurazione della pressione oculare ripetuta varie volte nell’arco di una giornata: ciò permette di rivelarne le variazioni.

L’oftalmoscopia è l’esplorazione delle strutture posteriori dell’occhio. Permette quindi permette l’osservazione diretta della retina e del punto in cui il nervo ottico si collega al bulbo oculare (papilla ottica).
Viene eseguita mediante l’uso di uno strumento che emette una luce in grado di illuminare l’occhio al suo interno.
In caso di glaucoma, il nervo ottico danneggiato appare come schiacciato dalla eccessiva pressione, diventa di colore pallido e si presenta più sottile del normale.

La perimetria è la tecnica d’esame del campo visivo. Utilizza strumenti sia computerizzati che manuali e consente di valutare lo stato della funzione visiva globale del paziente. L’esame risulta in una mappa perimetrica, in cui i difetti glaucomatosi, gli scotomi, sono rappresentati dalle aree più scure.

La gonioscopia consente l’esplorazione dell’angolo di scarico dell’umore acqueo. Dopo aver anestetizzato l’occhio con un collirio anestetico si applica una speciale lente a contatto sull’occhio. Questa lente contiene uno specchio che consente allo specialista oculista/oftalmologo di osservare se l’angolo di drenaggio sia aperto o chiuso.
Lo stesso procedimento viene utilizzato per individuare le parti su cui effettuare un eventuale trattamento laser
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Cura e Terapia – Glaucoma


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Glaucoma: la terapia continua tutta la vita

Sebbene non possa essere curato definitivamente con una terapia adeguata il glaucoma può essere controllato. Allo stato attuale delle conoscenze medico-scentifiche non esiste un trattamento risolutivo, la terapia va continuata tutta la vita.

Solitamente all’inizio il glaucoma di tratta con farmaci sotto forma di colliri. Essi abbassano la pressione intraoculare. In determinati casi questo approccio può essere sufficiente. In altri invece è necessario intervenire con il trattamento laser o con la chirurgia.

Potrebbe capitare, nei casi più gravi si può intervenire subito con l’intervento, se l’occhio viene controllato periodicamente è invece più probabile che sia sufficiente il collirio.

Il glaucoma è una malattia complessa pertanto seguire la sola pressione oculare non è sufficiente per giungere a una risoluzione positiva. Uno stesso valore della pressione può causare effetti differenti in soggetti diversi e quindi ciascun paziente deve essere valutato considerando tutti gli esami a disposizione. I danni, una volta presenti, sono solitamente irreversibili. La terapia è soprattutto utile per impedire ulteriori aggravamenti
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La terapia medica del glaucoma

I colliri anti-glaucoma hanno lo scopo di ridurre la quantità di umore acqueo all’interno dell’occhio, abbassando quindi la pressione intraoculare. I colliri miotici agiscono sulla pupilla, restringendola; i beta bloccanti riducono la produzione di umore acqueo da parte del corpo ciliare; gli epinefrinici hanno un effetto drenante, migliorando così il deflusso dei liquidi.

Se la terapia a base di colliri non basta, si ricorre anche all’assunzione di farmaci per via orale. La durata d’azione di questi farmaci è limitata nel tempo: è quindi molto importante che vengano assunti con regolarità (se passa troppo tempo tra un’istillazione e l’altra la pressione oculare aumenta) e con il dosaggio stabilito dal medico.

Se devono essere assunti più colliri alla stessa ora, è bene attendere qualche minuto tra la somministrazione del primo e quella del secondo. Altrettanto importante è sottoporsi a regolari controlli in quanto solo così il medico sarà in grado di stabilire se la terapia è efficace o meno.

Come tutti i farmaci , anche questi colliri possono causare effetti collaterali (bruciore e arrossamento oculare, annebbiamento della vista e cefalea).
In certi casi (beta bloccanti) interferiscono con l’attività cardiorespiratoria, per questo è fondamentale far conoscere al medico specialista oculista i problemi personali di salute e le eventuali terapie cui ci si sta sottoponendo.

Calcoli renali, asma, bronchite cronica, allergie ed aritmie cardiache sono tra le malattie in cui l’uso di farmaci che abbassano la pressione oculare può essere rischioso.

Inoltre è bene che il paziente informi il proprio medico di famiglia di essere sotto trattamento per il glaucoma; alcuni tranquillanti, antiasmatici o farmaci per l’apparato digerente devono essere usati con precauzione per il loro possibile effetto sulla pressione oculare.

Infine si ricorda ai pazienti affetti di glaucoma che l’assunzione di liquidi, acqua compresa, in quantità esagerata ed in tempi troppo ravvicinati può contribuire all’aumento della pressione oculare (questo vale anche per bevande contenenti caffeina).
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La terapia laser del glaucoma

Quando la terapia medica a base di colliri o pastiglie risulta poco efficace si può pensare di ricorrere alle terapie laser che sono diverse a seconda dei tipi di glaucoma.

Nel caso di glaucoma ad angolo chiuso si utilizza l’iridotomia yag laser.
Nel caso di glaucoma cronico ad angolo aperto, si utilizza invece la trabeculoplastica argon laser.

In generale il trattamento si effettua appoggiando all’occhio del paziente una apposita lente a contatto che permette di focalizzare il raggio laser, dopo aver instillato alcune gocce di collirio anestetico ed uno speciale gel protettivo.

Iridotomia yag laser
L’iridotomia yag laser, consiste nel praticare nell’iride un forellino che mette in comunicazione i due comparti dell’occhio posti davanti e dietro l’iride. Favorisce la circolazione dei fluidi oculari verso il filtro e previene la chiusura improvvisa dell’angolo di scarico.

Trabeculoplastica con laser argon
La trabeculoplastica argon laser si propone di ottenere un migliore funzionamento del filtro di scarico dell’umore acqueo, allargandone i pori e riducendo così la pressione oculare.
Il bersaglio del trattamento è proprio il filtro posto all’angolo di scarico, situato fra l’iride e la cornea, che non funziona correttamente nei pazienti con glaucoma ad angolo aperto.
Questo filtro è detto “trabecolato”, da cui deriva il nome di questa tecnica laser.

Come ci spiega, grazie a humanitasalute.it, il dottor Camisasca la trabeculoplastica col laser ad argon ottiene ottimi risultati, non è un intervento semplice e talvolta deve essere ripetuto dopo qualche anno
Per evitare che il liquido in eccesso prema sul globo oculare, si praticano col laser 80-100 piccoli forellini in un’area che permette il drenaggio verso l’esterno. L’intervento richiede circa 15 minuti e in genere non provoca alcun dolore. Secondo alcuni studi, riduce di un terzo la pressione nell’occhio in otto pazienti su dieci.

Effetti collaterali del trattamento al laser
Molte delle persone operate hanno comunque bisogno del collirio, seppure in quantità minore, e nel 35% degli operati c’è una fase iniziale in cui la pressione dell’occhio aumenta invece di diminuire e che va tenuta attentamente sotto controllo in attesa della normalizzazione. Altro effetto non voluto e che va controllato è l’aumento del rischio di sviluppare una cataratta dovuta proprio alla formazione di cicatrici. «Sono anni che si discute dell’opportunità di sottoporre i malati a trabeculoplastica col laser, senza giungere a una indicazione definitiva – precisa Camesasca – L’abitudine di prescrivere il collirio in prima battuta è troppo radicata tra i medici e non favorisce la diffusione della chirurgia come alternativa nel nostro Paese».
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Glossario per Glaucoma – Enciclopedia medica Sanihelp.it


 – Tonometria

 – Gonioscopia

 – Scotoma

 – Perimetria

 – Oftalmoscopia


Farmaci


 – ALPHAGAN*COLL FL 5ML 0,2%

 – ARULATAN*COLL 1FL 2,5ML

 – ARUTIDOR*COLL FL 5ML

 – AZARGA*COLL 1FL5ML 10MG+5MG/ML

 – AZOPT*COLL 1FL 5ML 10MG/ML

 – BETOPTIC*COLL 5ML 5MG/ML

 – BRIMOFTAL*COLL 1FL 5ML 2MG/ML

 – BRIMONIDINA BA*COLL1FL 5ML 2MG

 – BRIMONIDINA EG*COLL 5ML 2MG/ML

 – BRIMONIDINA MG*COLL1FL 5ML 2MG

 – BRIMONIDINA RAT*COLL 5ML 2MG/M

 – BRIMONIDINA SAND*COLL 1FL 5ML

 – BRIMONIDINA TUB*COLL5ML 2MG/ML

 – CARTEABAK*COLL 1FL 5ML 1%

 – CARTEABAK*COLL 1FL 5ML 2%

 – CARTEOL*COLL 30FL 1D 1%

 – CARTEOL*COLL 30FL 1D 2%

 – CARTEOL*COLL FL 5ML 1%

 – CARTEOL*COLL FL 5ML 2%

 – COMBIGAN*COLL FL 5ML 0,2%+0,5%

 – COSOPT*COLL 2%+0,5% 1FL 5ML OC

 – CUSIMOLOL*COLL 5ML 2,5MG/ML

 – CUSIMOLOL*COLL 5ML 5MG/ML

 – DIAMOX*12CPR 250MG

 – DORZOLAMIDE ACT*COLL FL 5ML

 – DORZOLAMIDE B&L*COLL FL 5ML

 – DORZOLAMIDE DOC*COLL FL 5ML

 – DORZOLAMIDE MYLAN*COLL FL 5ML

 – DORZOLAMIDE RATIO*COLL FL 5ML

 – DORZOLAMIDE TIM ACT*COLL FL5ML

Tag cloud – Riepilogo dei sintomi frequenti

amaurosi
cecità
cefalea
iniezione congiuntivale
arrossamento delle congiuntive
emicrania
fotofobia
lacrimazione
intolleranza alla luce
visione di lampi di luce
midriasi
arrossamento degli occhi
bruciore agli occhi
infiammazione degli occhi
irritazione agli occhi
dilatazione delle pupille
male di testa
alterazioni del viso
disturbi della vista
perdita della vista

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