insonnia

COLLEGAMENTI

Insonnia

La malattia è anche conosciuta come:
disturbo del sonno


Difficoltà a prendere sonno, continui risvegli durante la notte. I problemi notturni si ripercuotono durante il giorno con effetti molto più gravi di quanto si immagina. Impariamo a non trascurare l’insonnia.
Categoria: Malattie neurologiche

 

Che cos’è – Insonnia

Insonnia: dormire poco e male

Simili riflessioni non vanno considerate come casi isolati, oltre la metà delle persone che soffrono di insonnia non riconoscono il problema – o forse non lo vogliono considerare.
Nella maggior parte dei casi pensano che tutto sia riconducibile allo stress della vita di tutti i giorni e si convincono che prima o poi tutto passerà.

Il problema di un disturbo come l’insonnia, dunque, è che non è visto come una malattia. Molte volte si crede che sia lo stress a non farci dormire quando invece siamo stressati, confusi e ipertesi proprio a causa del fatto che dormiamo poco.

L’insonnia può essere definita come una difficoltà a iniziare e a mantenere il sonno. Non esistono valori assoluti per definire in quanto tempo ci dobbiamo addormentare e quante ore bisogna dormire per notte, studi e ricerche hanno però dimostrato che i soggetti che dormono tra le 6 e le 8 ore hanno meno possibilità di sviluppare tumori e malattie cardiovascolari.

Il problema si presenta non quando si dorme per poche ore ma quando si dorme meno del necessario. In questo caso si accumula un debito di sonno che influenza negativamente la qualità della vita con conseguenze più disparate dal più lieve abbassamento del grado di attenzione ai più significativi problemi cardiovascolari.

Ci sono diverse tipologie di insonnia, c’è chi fa fatica ad addormentarsi e chi invece si sveglia di continuo durante le ore notturne, così come possono essere diversi i motivi che portano a questi disturbi, dalle difficoltà respiratorie ai problemi psicologici.

È importante avviare un dialogo costruttivo con il proprio medico di famiglia e avviare una terapia mirata. Trascurare e non considerare il problema è sicuramente la cosa peggiore da fare.

Insonnia: tutti i motivi delle notti in bianco

Quando per un lungo periodo, circa tre settimane, facciamo fatica ad addormentarci o ci svegliamo di frequente durante la notte, sarebbe utile indagare i motivi di questi disturbi per evitare di peggiorare notevolmente la qualità della vita nelle ore diurne.

Ricercare le cause non è una operazione molto semplice perché sono molte le variabili che influiscono sulla qualità e sulla quantità del sonno. Ci possono essere fattori psicologici, somatici, ambientali e anche relativi a particolari patologie. A volte è un unico fattore a influenzare le ore di sonno altre volte è la compresenza di più elementi.

I fattori psicologici intervengono quando si verificano eventi traumatici che caricano di ansia e stress una persona che non riesce poi a ritrovare un equilibrio sonno veglia.

Spesso capita che semplici sensazioni di dormire male portino a vere e proprie fobie da sonno, in questi casi la causa va rintracciata in una maggiore frequenza di microrisvegli.

I fattori ambientali possono essere di diverso tipo, dovuti magari all’altitudine oppure a voli transmeridiani (sindrome da Jet lag).

Spesso i disturbi del sonno sono causati da vere e proprie patologie di natura differente: angina pectoris e asma bronchiale, reflusso gastroesofageo e ulcera sono responsabili di risvegli notturni. Anche malattie neurologiche come il morbo di parkinson, la demenza e l’emicrania possono essere le cause primarie di disturbi del sonno.

In relazione all’assenza o presenza di un fattore ezio-patogenetico noto che riveste il ruolo di disturbo principale, le insonnie possono essere suddivise in insonnie primarie e insonnie secondarie.

Le diverse forme dell’insonnia

INSONNIE PRIMARIE

  • insonnia psicofisiologica transitoria
  • insonnia da errata percezione del sonno (pseudo insonnia)
  • insonnia idiopatica

INSONNIE SECONDARIE

  • insonnia associata all’uso di farmaci
  • insonnia da cambiamento del turno di lavoro
  • insonnia da volo transmeridiano (jat lag syndrome)
  • insonnia da assunzione di cibo e bevande
  • sindrome dell’apnea morfeica
  • movimenti periodici delle gambe
  • sindrome da periodo di sonno ritardato

Prevenzione – Insonnia

Dormire meglio: cosa fare e cosa no

Cosa fare:

  • Se ci si sveglia prima che suoni la sveglia, alzarsi dal letto e iniziare la propria giornata
  • Andare a letto solo quando si è assonnati
  • Se non si riesce a dormire, è preferibile non rimanere a letto, ma alzarsi, uscire dalla camera da letto e dedicarsi ad attività rilassanti, come la lettura di un libro, guardare la televisione o fare un bagno caldo
  • Andare a dormire ogni sera e alzarsi ogni mattina alla stessa ora, anche durante il fine settimana e indipendentemente da quanto si è dormito di notte
  • Utilizzare il letto solo per dormire
  • Cercare di rilassarsi il più possibile prima di andare a letto, per esempio facendo un bagno caldo (ma non la doccia, che ha un effetto stimolante), oppure assumere bevande a effetto rilassante, come latte caldo o tisane o infusi a base di erbe (sempre valida la vecchia camomilla)
  • Se si ha fame all’ora di andare a dormire, mangiare qualcosa di leggero per non avere poi problemi di digestione
  • Dormire in un letto comodo, in una camera da letto protetta quanto più possibile dai rumori, a una temperatura ambiente né troppo fredda né troppo calda
  • Mangiare a orari regolari, evitando pasti abbondanti in prossimità del sonno, dando la preferenza ai cibi ricchi di carboidrati
  • Svolgere con regolarità un’attività fisica durante il giorno, soprattutto di pomeriggio.

Cosa non fare

  • Andare a letto se non si ha sonno: il sonno non può essere forzato
  • Dormire di più la mattina seguente se si è dormito poco di notte
  • Fare pisolini durante il giorno, poiché questi influiscono negativamente sul sonno della notte
  • Assumere bevande contenenti caffeina o alcolici prima di coricarsi. L’alcol può indurre sonnolenza ma, terminati i suoi effetti, si rischia di svegliarsi nel mezzo della notte e magari di incontrare difficoltà a riaddormentarsi
  • Fumare in prossimità dell’ora di andare a dormire
  • Mangiare cibi troppo elaborati, ricchi di grassi e proteine, che impegnano l’organismo a una digestione troppo laboriosa
  • Svolgere un’attività fisica intensa prima di andare a dormire, perché ha effetti eccitanti.

Un bicchiere di latte per dormire meglio

Prima di sciorinare suggerimenti e consigli è bene precisare che la dieta non è mai la causa principale dell’insonnia, le cause primarie vanno ricercate in altri ambiti. Ci posono essere, però, alcuni cibi e bevande che sarebbe meglio evitare di ingerire poche ore prima di coricarsi e atri invece che possono favorire un sonno più tranquillo.

Evitare pasti troppo abbondanti
Sono da evitare cene abbondanti e con alimenti ricchi di grassi e fritture. Proteine e grassi allungano i tempi di digestione, mentre i carboidrati impegnano l’apparato digerente per un periodo più breve.

Il latte concilia il sonno
Grazie alla presenza di triptofano, un amminoacido che rilassa e favorisce una buona dormita, il latte è un ottima bevanda prima di coricarsi. Per rilassarsi poi si può ricorre a tisane di erbe rilassanti come camomilla, tiglio, e biancospino.

L’alcol, invece, concilia il risveglio
Alcol, caffè e nicotina sono sostanze stimolanti. Un loro abuso porta a una frammentazione del sonno e, in particolare, a una riduzione di quelle fasi di sonno profondo che sono considerate le più importanti per il riposo e il ristoro dell’organismo. L’effetto sedativo dell’alcol, infatti, è solo momentaneo. Nessun problema se il consumo di alcol è moderato, come può essere quello di uno o due bicchieri di vino al pasto.

Gli strani effetti della caffeina
La caffeina non provoca gli stessi effetti su ogni individuo. Ad alcuni basta un caffè nel tardo pomeriggio per non riuscire ad addormentarsi, mentre altri possono prenderne anche a sera inoltrata e dormire senza alcun problema. Sembra che la caffeina agisca sulla liberazione della melatonina da parte dell’organismo. Questo ormone viene prodotto dall’organismo con il compito di predisporre al sonno. L’assunzione di caffeina può abbassare le secrezioni naturali di melatonina: questa interferenza può essere irrilevante nelle persone il cui organismo produce molta melatonina, ma può disturbare il sonno in coloro che hanno una produzione di questo ormone più ridotta.

Sintomi – Insonnia

Insonnia il primo aiuto arriva dal medico di famiglia

Gli effetti negativi dell’insonnia si manifestano attraverso una peggiore qualità della vita.
Distrazione, sonnolenza, stress e depressione sono all’ordine del giorno per una persona che soffre di disturbi del sonno.

Se ci rendiamo conto che dormiamo poco e male è importante spiegare al medico la natura del problema.
Raccontiamogli tutto: se facciamo fatica ad addormentarci o se dopo un breve periodo di sonno ci svegliamo; se scalciamo nel letto o se digrigniamo i denti; se abbiamo problemi respiratori , se ci capita spesso di alzarci, se al mattino ci svegliamo con un mal di testa o se beviamo troppi caffè. È importante raccontare le nostre abitudini i nostri ritmi di vita e il tipo di lavoro che svolgiamo, non facciamo finta di niente!

Probabilmente ci sono fattori fisici, come un alterato assetto dell’orologio biologico interno, o ambientali, dormiamo in una camera troppo rumorosa. Spesso basta correggere il proprio stile di vita per risolvere il problema, in altri casi sarà necessario intraprendere una terapia farmacologica.

Se il problema è di difficile comprensione o se alla base ci sono patologie o disfunzioni fisiche importanti sarà il caso di rivolgersi a un centro di medicina del sonno. Sarà il medico stesso a indicarvene uno, Sanihelp.it ha preparato un elenco con i più importanti centri italiani. In questi centri vengono eseguiti appositi esami per diagnosticare la particolare tipologia di insonnia e per avviare la terapia più efficace.

Insonnia: il dazio si paga durante il giorno

Dormire male significa in primo luogo essere poco riposati. Iniziare la giornata non al massimo delle proprie energie può portare a conseguenze più gravi del previsto.

La qualità della vita ne risulta di gran lunga peggiorata, spossatezza e irascibilità vi accompagnano lungo tutta la giornata, i cambi di umore sono continui e vi sentite, in generale, più vulnerabili e insicuri nell’affrontare gli eventi quotidiani.

Anche la memoria subisce un grave colpo, dormire poco e male porta a un funzionamento ridotto delle capacità mnemoniche perché una delle attività che il nostro organismo compie durante il sonno è proprio quella di ordinare nozioni, avvenimenti ed episodi che hanno caratterizzato il nostro stato di veglia.

Ecco un po’ di dati per ribadire il concetto di come l’insonnia condiziona la vita.

L’80% degli insonni ha almeno uno dei sintomi appena descritti, il 60% si sente teso, irritato e depresso a causa della carenza di sonno, il 46% ha difficoltà di concentrazione e di memoria.

Lo studio Morfeo2 compiuto dai ricercatori dell’AIMS ha messo in evidenza un altro importante aspetto che era stato toccato solo raramente in studi precedenti: Il 67,1% degli insonni accusa disturbi cardiovascolari contro il 23% di chi non soffre di disturbi del sonno. L’insonnia quindi non è solo un problema psicologico.

Diagnosi – Insonnia

Insonnia: presto le linee guida

Fino a quando l’insonnia non viene vista come un problema ma come una causa da parte del malato è molto difficile arrivare a definire una cura efficace. Questa situazione porta in primo piano il ruolo del medico di famiglia. Egli infatti conosce approfonditamente il paziente, è il fulcro dell’educazione sanitaria nel territorio ed è la persona più adatta per avviare un processo terapeutico.

«Fino ad ora i medici di famiglia non hanno grossi strumenti a disposizione», spiega il dottor Manrico Guerra, segretario provinciale della Società italiana di medicina generale (SIMG) di Parma, « se i pazienti considerano poco il problema insonnia il medico non ha modo di essere molto partecipe della questione»

Il fatto che l’indagine epidemiologica denominata Morfeo2 abbia dimostrato che il 56% degli insonni non intraprende una cura non fa altro che confermare queste considerazioni.

Dalla collaborazione tra AIMS e SIMG è nato il progetto Consensus un iniziativa volta al miglioramento della gestione diagnostico terapeutica dell’insonnia. L’obiettivo di Consensus è quello di arrivare alla stesura delle prime linee guida per diagnosi dell’insonnia.

«Anche se non è giusto parlare di linee guida perché in medicina generale i casi sono troppo disparati per essere trattati con uniformità», commenta Guerra, «quello che ci proponiamo è di fornire al medico di famiglia uno strumento che porti in tempi brevi a una valutazione precisa del problema e a un indirizzamento terapeutico efficace».

Come?

  • Valutando la presenza concomitante di altre patologie (cardiovascolari, infermieristiche ecc.)
  • conoscere approfonditamente gli strumenti terapeutici disponibili
  • mettendo in atto terapie efficaci finalizzate ad un controllo dell’insonnia che tengano conto di importanti aspetti quali tollerabilità e dipendenza sostenibilità della cura

Insonnia: per la diagnosi si ricorre alla polisonnografia

In generale l’insieme degli esami che si compiono per analizzare il sonno vengono racchiusi sotto il nome di polisonnografia.
Questa non è altro che un esame strumentale che consiste nella registrazione, durante il sonno, di parametri funzionali, respiratori, cardiologici, elettroencefalografici e elettromiografici. In particolare si registrano la frequenza del respiro, la presenza di crisi di apnea e la saturazione di ossigeno.

Le due analisi più importanti sono dunque quelle dell’elettroencefalografia e l’elettromiografia:

Elettroencefalografia
Tecnica mediante la quale è possibile registrare dal cuoio capelluto l’attività elettrica cerebrale spontanea, a riposo.
Tale registrazione (elettroencefalogramma) è effettuata derivando tramite elettrodi applicati su vari punti prestabiliti del cranio le variazioni di potenziale elettrico degli elementi nervosi, opportunamente amplificate.

Le oscillazioni dei potenziali cerebrali si possono raggruppare in diverse bande a seconda della frequenza. Nell’adulto normale, a riposo a occhi chiusi, prevale il ritmo alfa, con una frequenza di 8-13 Hz, che scompare in seguito a stimolazione improvvisa (reazione d’arresto, mediata dalla sostanza reticolare ascendente del tronco encefalico).

Sono presenti in quantità molto minore i ritmi beta (12-14 Hz), theta (4-7 Hz) e delta (0-3 Hz). Nell’infanzia e nell’adolescenza il ritmo di base è poco regolare e ricco di ritmi lenti (theta e delta).

Elettromiografia
Tecnica diagnostica impiegata per registrare l’attività elettrica legata alla contrazione muscolare e studiare le variazioni qualitative e quantitative dei potenziali d’azione sia del muscolo, sia delle singole fibre muscolari.

Si effettua la registrazione mediante elettrodi (di superficie o ad ago), applicati in corrispondenza del muscolo da esaminare, o mediante speciali microelettrodi, che registrano direttamente dall’interno di singole fibre muscolari.

Dopo opportuna amplificazione del segnale, il tracciato (elettromiogramma) viene visualizzato su di un oscilloscopio a raggi catodici e riprodotto mediante fotografia o registrazione su nastro magnetico.

Cura e Terapia – Insonnia

Per ogni insonnia la sua terapia

L’importanza di una terapia medica
Quando si hanno disturbi del sonno a breve termine non si riscontrano gravi conseguenze per la propria salute. Chi ne soffre pensa di poter arginare il problema con metodi fai da te come l’utilizzo di tisane o con l’ausilio di qualche tazzina di caffè il giorno dopo.

In questo modo però si rischia di rendere cronico un problema che potrebbe essere risolto agevolmente.

A seconda dell’età, del sesso, dell’ambiente e della causa dell’insonnia il medico può prescrivere una terapia farmacologica o non farmacologica.

«L’importante è affrontare l’insonnia con tutti i mezzi a nostra disposizione», spiega il professor Franco Ferrillo, direttore del centro di medicina del sonno dell’Ospedale San Martino di Genova.

«Spesso, troppo spesso, il problema si aggrava a causa di una cattiva diagnosi o di una scarsa considerazione del problema. Il modello dormo male – sono stressato – soffro di ansia – prescrizione di un ansiolitico è praticato più del necessario», aggiunge Ferrillo.

Inoltre, bisogna considerare che il paziente non vede di buon grado una terapia a base di ipnotici, non è un caso che il 56% degli insonni non si cura, che il 40% rifiuta le terapie e che il 7,3% ricorra alle cure fai da te.

La sensibilizzazione del problema e il miglioramento degli strumenti diagnostici non faranno altro che migliorare la situazione.
Terapia farmacologica
La terapia farmacologica prevede la somministrazione al paziente insonne di farmaci ipnotici, quei farmaci in grado di indurre o mantenere il sonno. Questa terapia è particolarmente indicata per la cura delle insonnie acute o di breve termine.

In Italia è ancora troppo radicato l’uso di farmaci benzodiazepinici. Questo tipo di ipnotici per mantenere lo stesso effetto devono essere somministrati a dose sempre maggiori.

Questo porta a un elevato rischio di abuso farmacologico rende difficile la sospensione della terapia a causa di gravi effetti indesiderati legati alla dipendenza.

Inoltre i benzodiazepinici creano un visstuto negativo nel paziente che li associa al problema della dipendenza soprattutto in relazione ad effetti collaterali quali:

  • Ubriacatura del giorno dopo: stordimento legato al protrarsi dell’azione delle benzodiazepine oltre la fase di sonno
  • Riduzione temporale della fase rem: si inibisce la fase in cui si sogna, e in cui si scaricano le tensioni compromettendo la qualità del sonno stesso
  • Riduzione delle performance intellettive il giorno seguente l’assunzione
  • Rallentamento delle quotidiane funzioni congnitive quali parlare guidare cantare

Da una decina di anni esistono degli ipnotici di nuova generazione non-benzodiazepinici che sono più puliti più ecologici per il nostro cervello in quanto agiscono solo sulle zone cerebrali che regolano il sonno e solo per il tempo necessario.

Terapia non farmacologica
Con l’aiuto della nostra esperta di medicina complementare, la dottoressa Liliana Gimenez, cerchiamo di offrire una carrellata di consigli per ritrovare il giusto equilibrio con il sonno.

La soluzione più logica potrebbe essere quella di aumentare il livello di melatonina, l’ormone prodotto dalla ghiandola pineale che controlla l’orologio biologico. «Per conciliare il sonno», spiega la Gimenez, «si può prendere una pillola di melatonina al giorno, un prodotto di sintesi esattamente uguale all’ormone prodotto dal nostro organismo, un buon induttore del sonno, che fa effetto in un’ora nel 90% dei casi».

Esistono poi altre metodologie che, a seconda dei casi, possono creare i presupposti per un buon sonno.

«La fitoterapia», racconta l’esperta di medicina naturale, «ci viene incontro con una serie di infusi a base di melissa, passiflora, fiori di arancio, tiglio, camomilla e valeriana, oppure si può fare ricorso all’aromaterapia: oli essenziali di basilico, lavanda, camomilla e fiori di arancio possono essere applicati per via esterna con un leggero massaggio o mettendo alcune gocce in un fazzoletto posato sul cuscino».

«Se l’insonnia è associata a stati d’animo negativi», depressione o ansia, l’agopuntura, l’omeopatia e i fiori di Bach possono rappresentare un valido aiuto, perché trattano lo stato generale della persona».

E per chi ha solo disturbi leggeri ci sono altri metodi che possono aiutare ad addormentarsi con più facilità.

Un bagno rilassante, o semplicemente un pediluvio con sale e bicarbonato, aiutano a far scendere l’eccesso di energia mentale.
Vedere televisione prima di dormire di solito eccita il cervello. È più conveniente uscire per una passeggiata dopo cena, o leggere un libro a contenuto positivo.

L’esercizio fisico favorisce l’eliminazione dello stress e aiuta a prendere distacco dai problemi e pensieri derivanti dalle vicissitudini quotidiane. Esercizi come lo Yoga o il Tai-chi contribuiscono ad ossigenare il cervello e a regolare il sistema nervoso.

Utilizzare tecniche di rilassamento potrebbe essere la chiave per superare molti problemi, l’ultimo suggerimento della dottoressa Gimenez si riferisce proprio a questo:
«Proviamo a distenderci sul letto e cerchiamo la miglior posizione per dormire, chiudiamo gli occhi e iniziamo a visualizzare mentalmente tutte le parti del corpo a contatto con le lenzuola, prendendo così consapevolezza della propria anatomia. Rilassare il corpo lentamente iniziando dalla testa, poi continuare giù per il collo, le spalle, il ventre, le gambe, fino ai piedi, tentando di sentire che un’onda calda invade il corpo.

Una volta completamente rilassati, cerchiamo di ricordare un evento positivo del passato, una situazione felice. Proviamo a percepire il senso di benessere che inizia ad invadere corpo e mente, senza permettere che altri pensieri interferiscano con esso. Abbandoniamoci quindi al sonno con fiducia».

Problemi di insonnia? Prova con il sesso

Per molte persone il sesso trova il suo momento più congeniale nelle ore notturne: complici l’oscurità e il silenzio, le barriere del pudore si abbassano e ci si sente più liberi e disinibiti. Bene, questi amatori notturni hanno un motivo in più per accoppiarsi al calar del sole: pare infatti che un rapporto sessuale spontaneo e soddisfacente sotto il profilo affettivo e fisiologico rappresenti un potente antidoto contro l’insonnia.

Dalle braccia del Dio Eros direttamente in quelle di Morfeo dunque? Si, almeno secondo lo psicanalista austriaco Wilhelm Reich, che nella prima metà del ’900, studiando i meccanismi alla base dell’attività sessuale, era giunto alla conclusione che la scarica energetica realizzata nel culmine dell’atto sessuale corrisponde al momento di massimo rilassamento e distensione dell’organismo, a un livello non ottenibile con alcun altro mezzo. Il medico aveva quindi stabilito che fare sesso prima di dormire fosse l’attività più indicata per procurarsi una notte di sonno profondo e disteso.

E a chi piace farlo al mattino? Anche qui, via libera alla passione. Non bisogna sottovalutare infatti gli effetti benefici dell’attività sessuale mattutina: lo stato aurorale della coscienza appena sveglia incoraggia ad aprirsi agli amorosi sensi. L’organismo, dopo una buona notte di sonno, è in stato di grazia, al massimo delle sue possibilità. L’apparato sensoriale è fresco e sensibile, il corpo è rilassato. Riservare all’amore le ore del mattino non farà di certo ottenere un effetto ipnotico, dato che si è già dormito, ma uno stato di rilassamento diffuso tale da affrontare la giornata calmi e distesi.

Tutt’altro discorso se invece la performance risulta insoddisfacente: il corretto scarico dell’energia lipidica non si realizza e, invece di essere rilassante, il rapporto sessuale finisce per aumentare i livelli di frustrazione e tensione che interferiscono con il sonno.

Ma se è vero che il sesso favorisce il sonno, è altrettanto vero anche il contrario, e cioè che il sonno influisce positivamente sugli incontri erotici. Chi infatti dorme poco o male, e quindi è in stato letargico, intorpidito, nervoso e irritabile, è sicuramente ben poco incline a entrare in relazione con il partner… Il corpo non dispone delle energie necessarie a una sana attività sessuale, e le prestazioni risultano del tutto insoddisfacenti per entrambi.

Ottimo quindi il sesso alla sera, ancora meglio al mattino… Cosa vogliamo di più? Buona notte a tutti!

Curiosità – Insonnia

 


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Dormire bene ti cambia la vita

È ampiamente riconosciuto che l’insonnia eserciti un notevole impatto negativo sulla qualità di vita di chi ne soffre. Forse non tutti sanno che le persone che soffrono d’insonnia mostrano punteggi peggiori in tutti gli indicatori di qualità della vita: fisici, psicologici, emozionali e sociali.

Il 44% di coloro che si recano dal medico di famiglia soffre di insonnia con deficit diurno, un rischio che in alcune situazioni può anche aumentare in misura notevole. Per esempio, se si è giovani e senza lavoro, la probabilità di soffrirne addirittura raddoppia: infatti, soffrono maggiormente di insonnia i trentenni disoccupati e la prevalenza del disturbo è maggiore nelle donne.

Chi soffre di insonnia si ammala di più e si astiene dal lavoro più spesso (i dati dellAssociazione italiana Medicina del sonno indicano 1 giorno di assenza ogni 8 settimane) ha difficoltà a concentrarsi, ha una minore propensione a partecipare ad attività associative. Non solo, ha meno contatti con i propri familiari e amici e si dedica in misura minore alle attività ricreative.
Al contrario, i non insonni «vincono» su tutti i parametri di qualità di vita.

«Recenti studi – spiega il Professor Ferini-Strambi (Professore Associato Università Vita e Salute- Responsabile del Centro per i Disturbi del Sonno – S. Raffaele di Milano) – hanno mostrato che il 75% dei pazienti con insonnia presenta disturbi dell’umore. Il 60% delle persone che non dormono bene si sente teso, irritato e depresso a causa della carenza di sonno, il 46% ha difficoltà di concentrazione e memoria. Una recente indagine su lavoratori inglesi e giapponesi ha messo in evidenza che circa il 27% delle persone con disturbi del sonno ha una minore partecipazione ad attività volontarie e associative, ha meno contatti con familiari e amici e una minore propensione alle attività ricreative».
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Insonnia e lavoro: legame impossibile

L’avvertimento del professor De Masi, Professore ordinario di Sociologia del Lavoro presso l’Università La Sapienza di Roma, non lascia spazio a dubbi: « Le alterazioni del comportamento durante la veglia causate da disturbi del sonno peggiorano i rapporti di lavoro e mettono, addirittura, a repentaglio il lavoro stesso».

Quale che sia il tipo di attività lavorativa in cui ci troviamo impegnati, se dormiamo poco e male vedremo peggiorare la nostra performance.

Un terzo dei lavoratori italiani svolge mansioni di natura fisica, puramente esecutive; un terzo svolge mansioni intellettuali di tipo flessibile e un terzo svolge lavori intellettuali di tipo creativo.

«Per gli addetti a lavori manuali, diminuiscono attenzione, resistenza allo sforzo, prontezza di riflessi e resistenza fisica. Anche coloro che svolgono lavori intellettuali sono fortemente danneggiati dall’insonnia come pure le persone che svolgono attività creative. Questi ultimi riescono meno degli altri a mescolare il lavoro con lo studio e con il gioco e a esercitare la prontezza, il colpo d’intuito, la genialità che è propria del lavoro creativo. – conferma il professor De Masi – L’insonnia riduce sia le capacità fantasiose sia quelle concrete».

Insonnia e salute fisica: un legame pericoloso

L’insonnia ha conseguenze anche importanti sulla salute fisica: può aggravare malattie già esistenti e può addirittura contribuire a causarne di nuove.

«L’insonnia non è soltanto un disturbo in sé – chiarisce il professor Terzano (Coordinatore Progetto Morfeo Dormiresano, Professore Ordinario di Neurologia Centro di Medicina del Sonno-Università degli Studi di Parma) – ma può anche incidere su numerose malattie».

Globalmente il 91% degli insonni soffre di patologie importanti. Per esempio, come hanno mostrato gli Studi Morfeo I e II, può aumentare il rischio di obesità e diabete, contribuisce a ridurre le difese immunitarie, aumentando il rischio di CAD (Coronary Artery Disease) e l’incidenza di eventi cerebrovascolari, aritmie cardiache e morti improvvise.

Un disturbo così importante e con influenze così rilevanti sulla salute e il benessere fisico, psicologico e sociale della persona deve assolutamente essere curato.

«La cura dell’insonnia è una priorità a tutti gli effetti – conferma il professor Terzano – ed è opportuno curare anche le insonnie transitorie. Eppure, la terapia è applicata poco e male e i pazienti sono spesso lasciati a se stessi. Addirittura il 56% non si cura affatto».

Fortunatamente esistono adeguati rimedi in grado di migliorare quantità e qualità del sonno. Gli studi Morfeo hanno confermato che i medici preferiscono utilizzare farmaci ipnotici non benzodiazepinici per la loro maneggevolezza, con formulazione in compresse (come per esempio zolpidem: l’ipnotico non benzodiazepinico più studiato a livello clinico). Questi hanno dimostrato di riuscire a migliorare tutti i parametri del sonno senza indurre effetti residui al risveglio.

Aspetti psicologici – Insonnia

Insonnia: quando la causa è lo stress

Qualsiasi evento sconvolgente e conflittuale, in ambito familiare, lavorativo e relazionale carica il nostro stato d’animo di tensioni dannose che turbano la quotidianità.

Lo stress, e l’insonnia che ne deriva, colpisce diverse categorie di persone: da coloro che, sensibili e ansiosi di natura, sono in difficoltà a gestire situazioni complesse, a coloro che, pur avendo un carattere forte, si trovano a sostenere ritmi di vita sregolati oppure svolgono mansioni di grossa responsabilità.

La sintomatologia di questo tipo di insonnia è abbastanza precisa:

  • difficoltà di addormentamento
  • incubi
  • risvegli prima dell’orario a cui si è abituati

Tutto questo porta a conseguenze che deteriorano la qualità della vita durante la giornata:

  • sonnolenza
  • stanchezza
  • disturbi di memoria e concentrazione
  • ansia e depressione

Solitamente una volta risolta la situazione portatrice di stress questo tipo di insonnia scompare e si ritorna a un ritmo sonno veglia normale. La reazione psicologica del soggetto è di fondamentale importanza per evitare di far scatenare un circolo vizioso attraverso il quale insonnia e stress finiscono per autoalimentarsi.

Se il disturbo si protrae per diverse settimane è bene rivolgersi la proprio medico di fiducia.

 

Glossario per Insonnia – Enciclopedia medica Sanihelp.it

 – Ipnotici
 – Melatonina
 – Valeriana

Farmaci

 – ANSEREN*10CPS 45MG
 – ANSEREN*15CPS 30MG
 – ANSEREN*30CPS 15MG
 – ANSIOLIN*40CPR RIV 5MG
 – ANSIOLIN*OS GTT 30ML 5MG/ML
 – AXILIUM*OS GTT FL 20ML 2,5MG/M
 – BRIXOPAN*20CPR 1,5MG
 – BRIXOPAN*20CPR 3MG
 – BRIXOPAN*OS GTT 20ML 2,5MG/ML
 – BROMAZEPAM ABC*OS GTT FL 20ML
 – BROMAZEPAM ACTAVIS*GTT 2,5MG/M
 – BROMAZEPAM ALMUS*20CPR 1,5MG
 – BROMAZEPAM ALMUS*20CPR 3MG
 – BROMAZEPAM ALMUS*OS GTT 20ML
 – BROMAZEPAM ALTER*OS GTT 20ML
 – BROMAZEPAM AURO*20CPR 1,5MG
 – BROMAZEPAM AURO*20CPR 3MG
 – BROMAZEPAM AURO*GTT 2,5MG/ML
 – BROMAZEPAM DOC*20CPR 1,5MG
 – BROMAZEPAM DOC*20CPR 3MG
 – BROMAZEPAM DOC*GTT 2,5MG/ML
 – BROMAZEPAM EG*20CPR 1,5MG
 – BROMAZEPAM EG*20CPR 3MG
 – BROMAZEPAM EG*GTT 2,5MG/ML20ML
 – BROMAZEPAM GE*GTT 2,5MG/ML20ML
 – BROMAZEPAM HEX*20CPR 1,5MG
 – BROMAZEPAM HEX*20CPR 3MG
 – BROMAZEPAM HEX*GTT FL 20ML
 – BROMAZEPAM M.G.*20CPR 1,5MG
 – BROMAZEPAM M.G.*20CPR 3MG

Tag cloud – Riepilogo dei sintomi frequenti

depressione
difficoltà a prendere sonno
sonno disturbato
sonnolenza
spossatezza
stanchezza
stress
suscettibilità
male di testa
calo dell’umore
unghie a vetrino d’orologio
distrazione
difficoltà di attenzione
perdita della memoria

 

Video Salute

Effetti dell'insonnia.
INSONNIE
insonnia psicofisiologica transitoria
insonnia psicofisiologica persistente
insonnia associata all’uso di farmaci
insonnia da cambiamento del turno di lavoro
malattie psichiatriche primitive
malattie internistiche croniche
sindrome dell’apnea morfeica
movimenti periodici delle gambe (mioclono notturno)
sindrome da periodo di sonno ritardato
soggetti con sonno fisiologico breve
Insonnia. La diminuzione della durata del sonno e della sua capacità risoratrice ha sempre ripercussioni, più o meno gravi, sullo stato di benessere e di efficienza dell'organismo.

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