osteoporosi

COLLEGAMENTI

Osteoporosi

La malattia è anche conosciuta come:
atrofia ossea, epidemia silenziosa, malattia delle ossa fragili


È una delle maggiori sfide sanitarie del terzo millennio, ma molti tendono ancora a sottovalutarla, e si tratta di un errore da non fare. Scopriamo perchè…

Categoria: Malattie metaboliche
Sigla: OP

Che cos’è – Osteoporosi

Osteoporosi: che cos’è?

«L’ osteoporosi – recita la definizione ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – è un’alterazione dello scheletro caratterizzata da una riduzione della massa ossea e dal deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità ossea e suscettibilità alle fratture».

In altre parole, l’osteoporosi è la patologia metabolica più frequente dello scheletro, e colpisce per la maggior parte donne in post-menopausa.
È caratterizzata da una perdita di massa ossea e da un peggioramento della struttura dell’osso, che globalmente determinano un aumento della fragilità e del rischio fratture.

Ma vediamo di capire meglio come si manifesta. Nelle ossa in normali condizioni fisiologiche, il tessuto osseo, malgrado una apparente staticità, subisce un intenso ricambio (detto turn-over o rimodellamento) per tutto il corso della vita. e che continua anche dopo la fase dell’accrescimento: il 10% di uno scheletro adulto si rinnova ogni anno. Questo serve per rigenerare le frequenti microfratture riportate durante le normali attività quotidiane, sostituendo l’osso vecchio con osso nuovo. Grazie a questo meccanismo, ben il 10% di uno scheletro adulto si rinnova ogni anno.
Alla menopausa, il deficit di ormoni femminili che ne consegue determina un disequilibrio anche nel turn-over osseo: il riassorbimento delle ossa inizia a prevalere sulla creazione di osso nuovo e il bilancio globale è negativo, con progressiva perdita di massa ossea, modifiche strutturali nel tessuto osseo, progressiva riduzione della robustezza dello scheletro e aumento del rischio di fratture, soprattutto a livello vertebrale, del femore, dell’anca e del polso.
Quelle vertebrali e dell’anca sono le fratture più frequenti e rilevanti in termini di costi socio-economici e mortalità: nonostante il rischio di morire per una frattura del femore sia pari a quello per tumore della mammella, le donne non hanno alcuna percezione del rischio di frattura legato all’osteoporosi.
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Le dimensioni del problema

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha identificato la lotta all’osteoporosi come una delle maggiori sfide sanitarie del terzo millennio, assieme alle malattie degenerative del cervello come l’Alzheimer
Le dimensioni e la complessità del problema delle ossa fragili sono vaste: in Europa l’osteoporosi causa ogni anno quasi 1 milione di fratture all’anca e 500.000 al femore, oltre a quelle vertebrali, ad omero e polso. 

Si calcola che oggi una donna di 50 anni abbia dal 30 al 40% di probabilità di subire una frattura per diminuita densità ossea, una patologia che interessa all’incirca 4 milioni di donne in Italia. 
La malattia è inoltre in continua espansione a causa dell’invecchiamento della popolazione: oggi che la prospettiva di vita della donna supera gli 85 anni, subire una frattura da osteoporosi in post-menopausa significa convivere con disabilità importanti per circa 20-25 anni.
Per arginare il problema è necessario agire su più fronti, ma anzitutto smentire con decisione la percezione – radicata anche a livello di Istituzioni sanitarie – che in fin dei conti l’invecchiamento dello scheletro sia un processo fisiologico da accettare senza rimedi. Così non è, anzi, disponiamo invece di mezzi per prevenirlo.
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Osteoporosi: tutti i numeri

• 75 milioni: le persone colpite da osteoporosi in Europa, U.S.A. e Giappone (prevalenza)
• Quasi 4 milioni (3,8): le fratture da osteoporosi registrate nel 2000 in Europa, di cui quasi 1 milione (900.000) all’anca
• 31,7 miliardi: costi diretti delle fratture da osteoporosi in Europa nel 2000, che, secondo le stime, nel 2050, a causa dell’invecchiamento della popolazione, saliranno a 76,7 miliardi.
• In Europa più di 600.000 donne (e 180.000 uomini) subiscono ogni anno una frattura dell’anca con un costo complessivo per i sistemi sanitari di 25 miliardi di euro
• Dopo i 50 anni 1 donna su 3 subisce una frattura da osteoporosi (1 uomo su 5)
• Nel corso della vita, le donne hanno 1 probabilità su 6 di subire una frattura all’anca, mentre le probabilità di cancro al seno – l’altra grande minaccia delle donne – sono 1 su 9
• 1 donna su 4 dopo i 60 anni subisce una frattura vertebrale da compressione (schiacciamento) dovuta a osteoporosi
• Il rischio complessivo di fratture a femore, vertebre e anca è del 40%, pari a quello delle malattie cardiovascolari
• l’85% delle fratture vertebrali colpisce le donne
• Il 75% delle fratture ad anca, vertebre e femore colpiscono ultrasessantacinquenni
• 15-18%: percentuale di tutte le fratture dovute a osteoporosi
• 3.500.000: le donne con osteoporosi in Italia
• 1.000.000: gli uomini con osteoporosi in Italia
• 250.000: le fratture dovute a osteoporosi ogni anno in Italia, 80.000 delle quali all’anca, 70.000 al femore.
• I pazienti con frattura del femore prossimale presentano entro un anno dalla frattura un tasso di mortalità del 15-30%.
• 80%: chi, dopo una frattura all’anca per osteoporosi, non riesce più a salire le scale
• 50%: chi, dopo una frattura all’anca per osteoporosi, non è più autonomo.
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Il bilancio delle fratture

Dal momento che l’osteoporosi è una patologia asintomatica, l’unico modo per avere un quadro della sua portata è quello di fare un bilancio delle fratture da essa provocate. A cominciare dalle fratture dell’anca:

• Il 75% delle fratture all’anca colpiscono le donne (il 25% uomini dopo i 50 anni)
• La frattura d’anca causa dolore cronico, riduzione della mobilità, disabilità e diminuzione dell’autosufficienza richiede assistenza
• Per le donne dopo i 50 anni il rischio di morte dopo una frattura all’anca è del 3%, rischio pari a quello di decesso per cancro del seno e 4 volte maggiore rispetto a quello per cancro all’utero
• Nel mondo ogni anno si registrano circa 1,6 milioni di fratture dell’anca: nel 2050 questo numero è destinato ad uamentare arrivando tra 4,5 e 6,3 milioni 

Le conseguenze di una frattura dell’anca sono pesanti: il tasso di mortalità è maggiore del 20% nel primo anno e un alto rischio
permane fino a 5 anni dalla frattura, è probabile una perdita di funzionalità e di autosufficienza, il 40% dei pazienti non può camminare in modo indipendente e a un anno dalla frattura il 60% richiede ancora assistenza, il 33% è totalmente dipendente.
Il più elevato rischio di frattura all’anca si registra in Norvegia, Svezia, Islanda, Danimarca e Usa. 
Non meno preoccupanti i numeri delle fratture delle vertebre:

• In Europa ogni anno si registrano circa 1.400.000 fratture vertebrali
• Il rischio dopo i 50 anni per le donne è del 16% e del 5% per gli uomini
• Tra i 50 e i 60 anni il rischio è simile, forse superiore per gli uomini
• L’incidenza aumenta con l’età: 11,5% per le donne d’età tra 50 e 54 anni, 35% per le donne d’età tra 75 e 79 anni
• Il rischio di fratture successive aumenta esponenzionalmente dopo la prima: dopo i 65 anni per le donne è di 1 su 4 , ma col trattamento farmacologico si dimezza diventando 1 su 8 

Le fratture vertebrali causano, oltre al dolore, anche diminuzione d’altezza, deformità, immobilità, riduzione della funzionalità polmonare, distorsione dell’immagine corporea e depressione

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Prevenzione – Osteoporosi


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Prevenire l’osteoporosi

Dal momento che, dal lato della diagnosi, oggi non possediamo prove dal punto di vista costo-beneficio per sottoporre tutte le donne post-menopausali ad un esame densitometrico, è quanto mai fondamentale la valutazione, da parte del medico di famiglia, dei fattori di rischio per osteoporosi all’età della menopausa della donna, e verso i 60-65 anni per l’uomo, in modo da decidere l’eventuale esame densitometrico e sollecitare le corrette misure preventive.
 
L’esercizio fisico, per esempio, è determinante, perché l’osso risente positivamente dell’azione tonificante applicata dai muscoli. Una prova comune è data dalla decalcificazione seguente all’ingessatura per curare una frattura; un’altra, più tipica, è che la complicanza maggiore per gli astronauti che rimangono a lungo nello spazio è proprio l’osteoporosi. Un esercizio particolarmente indicato anche nella terza età è il tai chi chuan, che in alcuni studi ha dimostrato di diminuire quasi del 50% le cadute accidentali e del 25% le fratture dell’anca. 

Per quanto riguarda l’alimentazione, studi sui bambini hanno dimostrato che:
• una dieta equilibrata con un corretto introito di calcio e latticini aumenta la mineralizzazione delle ossa.
• supplementi di calcio e vitamina D riducono la perdita ossea e il rischio di fratture in post-menopausa e nella terza età 
• frutta e verdura favoriscono la densità e quindi il rafforzamento delle ossa, non è ancora chiaro grazie a quale componente
• una nutrizione corretta è fondamentale in chi ha già subito fratture da osteoporosi, soprattutto nella terza età e se la frattura è dell’anca
• l’anoressia nervosa può dare amenorrea, cioè cessazione delle mestruazioni e incidere sullo sviluppo e sul rafforzamento osseo: un pericolo, in prospettiva, soprattutto per le più giovani
• L’alcol in quantità moderata non ha influssi sulle ossa, mentre un consumo eccessivo è nocivo per la salute dello scheletro
 
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Donne e osteoporosi, è guerra aperta

L’osteoporosi, che causa una maggiore porosità delle ossa con conseguente rischio di fratture, rappresenta una delle patologie più debilitanti e comuni a livello mondiale, con sintomi dolorosi e debilitanti che possono condurre persino alla morte.
Nel mondo, superati i 50 anni, ne soffre un uomo su cinque e una donna su tre: per questo, nel corso dell’International Osteoporosis Foundation, nove donne leader provenienti da tutto il mondo hanno richiamato all’azione governi, medici specialisti e comuni cittadini contro la silenziosa epidemia di osteoporosi.

«Siamo qui perché l’osteoporosi è ormai un problema dalle proporzioni drammatiche, ed è ora che la gente se ne renda conto e lo combatta con ogni forza» ha affermato Justine Pasek, una delle relatrici della tavola rotonda delle donne leader all’IOF, riassumendo il pensiero di tutte le presenti.

Durante l’incontro sono stati richiamati i risultati dello studio How Fragile is Her Future, da cui si evince che sebbene gran parte delle donne conosca l’osteoporosi, ben l’85% non se ne considera una potenziale vittima.

L’obiettivo della tavola rotonda delle donne leader, giunta alla sua seconda edizione, è proprio quello di accrescere la consapevolezza delle donne sul problema osteoporosi, spingendole ad adottare uno stile di vita amico delle ossa che includa un’adeguata attività fisica, una dieta corretta e molta attenzione verso i fattori di rischio.

Le donne hanno lanciato un appello anche ai medici specialisti, ricordando loro di migliorare la propria conoscenza sull’osteoporosi e di dedicare particolare cura all’informazione alle pazienti.
Infine, ai responsabili ministeriali della Sanità è stato chiesto di riconoscere l’osteoporosi come un’assoluta priorità dei loro programmi, di promuovere screening di valutazione della densità ossea migliorando la distribuzione sul territorio delle apparecchiature in grado di misurarla, e di garantire adeguate terapie ai soggetti a rischio.
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Un fiore contro l’osteoporosi

Prendersi cura della propria salute a partire da un fiore. È la campagna di sensibilizzazione Coltiva la tua salute, lanciata da UniTre e da Donneuropee Ferdecasalinghe con il contributo di Merck Sharp & Dohme, che punta ad informare le donne del ruolo fondamentale che gioca la vitamina D nel trattamento dell’osteoporosi.

Molte donne sanno ormai che il calcio è fondamentale per prevenire e curare l’osteoporosi, ma poche sono consapevoli del fatto che il calcio, senza la vitamina D, non riesce a bloccare l’avanzamento dell’osteoporosi.
Per questo è stato realizzato un opuscolo contenente poche, utili e semplici informazioni sulla vitamina D e sull’importanza di fare movimento e stare all’aria aperta per prendere il sole. E che c’è di meglio del giardinaggio per rispettare queste regole?

La campagna Coltiva la tua salute nasce proprio dall’esigenza di intervenire sugli stili di vita delle donne utilizzando uno degli hobby più diffusi: il giardinaggio, appunto.
L’opuscolo è in distribuzione nelle 268 sedi dell’Università della Terza Età in tutta Italia nel mese di maggio e fino a metà giugno.

Per stimolare le donne a muoversi e a fare movimento, nell’opuscolo c’è anche un omaggio: una bustina contenente i semi di splendide zinnie da seminare in vista dell’estate.

Con un invito rivolto a tutte le donne: coltivare la propria salute vivendo, soprattutto con la bella stagione, il più possibile all’aria aperta ed esponendosi ai raggi ultravioletti, fonte principale delle nostre risorse di vitamina D. Fondamentale, inoltre, la richiesta di un check-up delle ossa da parte del medico.

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Diagnosi – Osteoporosi


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Osteoporosi: la diagnosi

L’osteoporosi è generalmente asintomatica, e si manifesta solo con la frattura ossea. È quindi importante la diagnosi precoce.

La MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), per la maggiore facilità di poter essere ripetuta nella stessa sede, è quella più adatta per seguire variazioni della massa ossea nel tempo.

La tomografia computerizzata quantitativa, invece, permette, unica fra tutte le metodiche densitometriche, di misurare la quantità di minerale in singole porzioni di osso e di separare l’osso corticale dall’osso trabecolare. La precisione della metodica, tuttavia, è più scarsa delle tecniche densitometriche tradizionali e la quantità di radiazioni ed il costo sono più elevati.

Per la misurazione della massa ossea in sedi che normalmente non sono suscettibili di fratture da fragilità (falangi, calcagno, rotula, tibia), vengono abitualmente impiegate le tecniche ad ultrasuoni. I dati ricavati da questa metodica, poiché la trasmissione degli ultrasuoni dipende non soltanto dal contenuto minerale, ma anche dalle proprietà biomeccaniche dell’osso, forniscono informazioni estremamente utili relative alle proprietà strutturali dell’osso.

Quando l’osteoporosi è più avanzata spesso è sufficiente una radiografia della colonna vertebrale per valutare se c’è una perdita di massa ossea o una riduzione dell’altezza delle vertebre. La radiografia evidenzia una variazione del contenuto minerale solo quando la perdita ossea è di circa il 40%: non è pertanto utilizzabile nella diagnosi precoce dell’osteoporosi ma solo per evidenziare fratture o deformità scheletriche. Questo esame è però fondamentale per ottenere il rimborso totale di alcuni farmaci antiosteoporotici. 
Se la radiografia infatti evidenzia una riduzione dell’altezza delle vertebre superiore a 4 mm o al 15% dell’altezza totale della vertebra, il medico può utilizzare la cosiddetta Nota 79 permettendo il rimborso di alcune terapie.
La misurazione della densità ossea può essere effettuata in varie sedi dello scheletro o sullo scheletro intero ma i siti più utilizzati sono il femore e la colonna vertebrale a livello lombare. Una bassa densità ossea è indicativa di aumento del rischio di frattura in qualsiasi sede.
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Osteoporosi: i fattori di rischio

I 10 principali fattori di rischio di osteoporosi sono:

1. Basso indice di densità minerale ossea (BMD o Bone Mineral Density), misurabile tramite il test indolore della densitometria ossea comunemente effettuato con la tecnica della Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC).
2. Invecchiamento
3. Menopausa
4. Uso prolungato di farmaci potenzialmente dannosi per l’osso quali cortisonici, eparina, anticonvulsivanti (dintoina, barbiturici) e diuretici (furosemide)
5. Immobilizzazione prolungata
6. Malattie delle ghiandole endocrine quali iperparatiroidismo, ipertiroidismo e morbo di Cushing
7. Diabete insulino-dipendente
8. Abuso di sigarette e alcol
9. Eccessiva magrezza
10. Malattie intestinali che riducono l’assorbimento del cibo

A tutti coloro che presentano alcuni di questi fattori di rischio è indicato il consulto del proprio medico curante e dello specialista, che possono raccomandare o prescrivere l’esecuzione periodica della densitometria ossea tramite MOC o altre tecniche.
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Cura e Terapia – Osteoporosi


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Curare l’osteoporosi

Esistono due grandi categorie di farmaci per trattare la degenerazione dell’osso: una è quella dei farmaci antiriassorbitivi (tutti i bifosfonati) che inibiscono il riassorbimento, cioè la distruzione dell’osso. L’altra, più recente, è quella dei cosiddetti osteoformatori, che stimolano la formazione dell’osso. 
Con i primi si blocca la distruzione dell’osso, ma nel tempo si blocca anche la formazione di nuovo osso. Con i secondi si aumenta la formazione, ma nel tempo inevitabilmente si aumenterà anche il riassorbimento.
Quindi l’ideale è un farmaco che vada a stimolare la formazione e che contemporaneamente inibisce il riassorbimento. Oggi questo farmaco esiste: si chiama ranelato di stronzio, e si distingue dalle precedenti molecole per il suo diverso meccanismo d’azione. 
Il ranelato di stronzio è infatti il primo trattamento per l’osteoporosi ad azione doppia sul metabolismo osseo. Da una parte favorisce la produzione di osso nuovo, stimolando l’attività delle cellule costruttrici di osso, gli osteoblasti riduce il riassorbimento dell’osso, rallentando la sua demolizione programmata da parte degli osteoclasti

La nuova molecola aumenta dunque la massa ossea e riduce il rischio di fratture vertebrali e del femore, in tutte le pazienti, qualunque sia la gravità dell’osteoporosi.
Ciò significa dare ai malati un’opportunità in più permettendo di allargare le chance di successo terapeutico. La molecola è un brevetto europeo la cui sperimentazione ha coinvolto oltre 70 centri nel mondo e 7.000 arruolati. L’Italia, con il coordinamento dell’Auxologico di Milano e altri 12 centri, ha dato il maggior contributo con più di 1.000 pazienti e più di 10 anni di sperimentazione.
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Fratture da osteoporosi: c’è la cifoplastica con palloncino

Un peso sollevato distrattamente, un movimento brusco, talvolta solo l’essersi chinati troppo, rifacendo il letto al mattino: tutti gesti a prima vista innocui che però possono provocare, nei soggetti predisposti, il cedimento e il collasso del corpo vertebrale.

Fratture dolorose, che determinano cambiamenti nell’aspetto e nella postura, persistente mal di schiena, limitata mobilità e un generale decadimento fisico nei soggetti colpiti, il più delle volte ignari persino della causa del proprio male.

Alle categorie a rischio, i pazienti affetti da osteoporosi o da altre condizioni in grado di indebolire l’osso, gli esperti consigliano di non sottovalutare il campanello d’allarme dei primi sintomi dolorosi. Se si interviene entro i primi mesi è possibile ridurre il dolore e le deformità della colonna, grazie a una nuova tecnica molto meno invasiva la cifoplastica con Palloncino.

«Ecco perché è utile far capire alle categorie a rischio che tali sintomi non vanno trascurati. Una frattura da compressione del corpo vertebrale non trattata correttamente può diventare causa di ulteriori fratture, con ripercussioni sulla qualità della vita del paziente e i costi socio-sanitari». Spiega il Prof. Pier Vittorio Nardi, Direttore U.O.C. Neurochirurgia del Policlinico «Casilino« di Roma.
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Osteoporosi: con Risedronato si riduce il rischio di frattura

Presentati a Porto, nell’ambito del settimo Congresso Europeo dell’osteoporosi (ECCEO, European Congress on Clinical and Economic aspect of Osteoporosis and Osteoarthritis) i risultati di un importante studio retrospettivo di confronto tra i due farmaci più utilizzati per questa malattia

Stiamo parlando dello studio REAL, che ha dimostrato come su oltre 33.000 pazienti, riferendosi al primo anno di terapia, Risedronato riduce di circa la metà il rischio di una frattura di femore rispetto ad Alendronato. I nuovi dati sono stati da poco pubblicati sull’autorevole rivista scientifica Osteoporosis International .

«Lo studio REAL è stato condotto su una grande popolazione, oltre 33.000 pazienti», ha dichiarato il Professor Stuart Silverman, (University of California – Los Angeles) , uno degli autori dello studio «e i risultati di tale studio dimostrano come Risedronato riduca di quasi la metà il rischio di fratture di femore, rispetto ad Alendronato, sia dopo 6 mesi che dopo un anno. Questo studio fornisce ai medici informazioni aggiuntive sulle differenze tra i bisfosfonati e che Risedronato ha più probabilità di ridurre rapidamente il rischio di fratture di femore rispetto ad Alendronato. Ciò è importante per migliorare la qualità di vita dei nostri pazienti».

In Italia, ogni anno, si registrano circa 80.000 fratture di femore. Tra tutte le pazienti afflitte da una frattura di femore, una su cinque circa muore entro un anno e il 40% circa risulta inabile alla deambulazione autonoma a un anno dall’incidente. Dal punto di vista della spesa sanitaria sono recenti i dati che dimostrano come per la popolazione italiana, i costi diretti delle fratture di femore (periodo 1999-2000) siano superiori e crescano più rapidamente rispetto ai costi derivanti dall’infarto acuto del miocardio.
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Osteoporosi: cure più mirate e diritto alla salute

Maggiori possibilità di accesso alle terapie più adeguate nel momento del bisogno per i pazienti affetti da gravi forme di osteoporosi. È quanto richiedono le maggiori Associazioni a tutela del malato alle autorità – AIFA – che disciplinano la somministrazione dei farmaci per la cura di questa malattia che, complessivamente, colpisce in Italia oltre quattro milioni di persone, soprattutto donne.

Quello che si richiede in sostanza è un aggiornamento della normativa che garantisca al cittadino una diagnosi tempestiva e la terapia più efficace. Ma che stimoli anche i medici di famiglia e quelli ospedalieri ed i vari specialisti coinvolti nella gestione del paziente a propendere per le cure più adeguate.

La cura dell’osteoporosi, soprattutto delle forme più gravi, oggi è possibile, grazie alla disponibilità di farmaci di provata efficacia nel ridurre il numero di fratture, la dolorosa conseguenza della malattia cronica. Tuttavia il SSN si fa carico dei costi di queste terapie solo nei casi di patologia così avanzata da essere già complicata da fratture gravi come quelle vertebrali o femorali. Condannando di fatto le pazienti ad una vita di menomazioni e sofferenze.

Solo con un adeguamento delle procedure di rimborso a carico del SSN, quindi, potrebbe essere salvaguardato il diritto alla salute del malato.
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Glossario per Osteoporosi – Enciclopedia medica Sanihelp.it


 – Menopausa

 – Moc

 – Tessuto osseo

 – Tomografia

 – Osteoblasto

 – Osteoclasta


Farmaci


 – ACIDO ALENDRON AUR*4CPR 70MG

 – ACIDO ALENDRON FG*4CPR 70MG

 – ACIDO ALENDRON GERMED*4CPR70MG

 – ACIDO ALENDRON SG*4CPR 70MG

 – ACIDO CLOD SAND*IM EV 6F 100MG

 – ACIDO CLODRON EG*IM EV 6F100MG

 – ACIDO IBAND ALT*1CPR RIV 150MG

 – ACIDO IBANDR CRI*1CPR RIV150MG

 – ACIDO IBANDR DOC*1CPR RIV150MG

 – ACIDO IBANDR EG*1CPR 150MG

 – ACIDO IBANDR MYL*1CPR 150MG

 – ACIDO IBANDR PE*1CPR RIV 150MG

 – ACIDO IBANDR SAN*1CPR RIV150MG

 – ACIDO IBANDR TEVA*1CPR 150MG

 – ACIDO IBANDR ZENT*1CPR 150MG

 – ACLASTA*IV 1FL 100ML 0,05MG/ML

 – ACRIDON*4CPR RIV 35MG

 – ACTIVELLE*28CPR RIV 1MG+0,5MG

 – ACTONEL*28CPR RIV 5MG

 – ACTONEL*2CPR RIV 75MG

 – ACTONEL*4CPR RIV 35MG

 – ADRONAT*14CPR 10MG

 – ADRONAT*4CPR 70MG

 – ADROVANCE*4CPR 70MG+2800UI

 – ADROVANCE*4CPR 70MG+5600UI

 – ALENDRONATO ACTAV*4CPR 70MG

 – ALENDRONATO AHCL*4CPR 70MG

 – ALENDRONATO ALM*4CPR RIV 70MG

 – ALENDRONATO ALTER*4CPR RIV70MG

 – ALENDRONATO DOC*4CPR 70MG

Tag cloud – Riepilogo dei sintomi frequenti

fratture delle ossa
dolore alle ossa
dolore alla schiena

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