Medicina di genere e cardiologia
Anche le donne hanno un cuore
di Roberta Camisasca
Pubblicato il: 18-05-2010
Pubblicato il: 18-05-2010
Ancora poca attenzione viene data alle malattie del cuore nelle donne: le massime esperte internazionali di cardiologia si incontrano per parlare dell'importanza dell'approccio di genere in materia cardiovascolare.

In ambito cardiovascolare, si rileva ancora una carenza di dati sulle donne, perché i trials clinici sono stati condotti prevalentemente sugli uomini (solo il 22% sulle donne). A lanciare l’allarme sono le cardiologhe del Congresso Internazionale Heart Failure&Co che, per celebrare la sua decima edizione, si tinge di rosa.
A fare la differenza tra il cuore della donna e quello dell’uomo non sono solo la biologia, l’ambiente, i fattori psicosociali e di rischio, ma anche la sintomatologia. Come per esempio, la tendenza tutta femminile ad avere un dolore al petto atipico, invece del classico dolore al torace o al braccio sinistro, accompagnato anche da nausea, affaticamento e sofferenza della schiena.
Ancora troppo spesso, però, i medici e le pazienti non sanno riconoscere questi sintomi, attribuendone l’origine più a fattori emotivi che a cause cardiache. Quest’interpretazione sbagliata porta a un grave ritardo nella diagnosi e nel trattamento.
In Italia muoiono, ogni anno, 120.000 donne per malattie cardiovascolari. L’infarto acuto del miocardio uccide circa 33.000 donne all’anno, una cifra tre volte superiore rispetto alla mortalità dovuta al tumore al seno, responsabile di meno del 5% delle morti, contro il 40/50% dovuto a malattie cardiovascolari.
Un incremento dell’incidenza delle patologie cardiache nelle donne si registra, in particolar modo, dopo la menopausa. Ciò soprattutto per il diverso equilibrio ormonale legato alla perdita di fertilità, che favorisce l’insorgere di ipertensione, diabete, dislipidemia, obesità e sindrome metabolica.
Questi sono i principali fattori di rischio delle malattie cardiache, ai quali si aggiungono fumo, stress, scarsa attenzione alle corrette abitudini alimentari, stili di vita errati che hanno reso la donna sempre più vulnerabile, contribuendo ad abbassare l’età di esordio della malattia.
I nemici della salute cardiovascolare femminile variano anche a seconda delle aree geografiche. Se al Nord, infatti, il principale fattore di rischio è lo stress da lavoro, mentre al Sud è la sedentarietà. Un recente screening sulle donne milanesi ha messo in luce che, nonostante l’attenzione alla linea (7 donne su 10 hanno un indice di massa corporeo normale) e alla corretta alimentazione (9 donne su 10 consumano abitualmente frutta e verdura e il 60% pesce), lo stress sociale (31,3%), il fumo, la scarsa attività fisica e il diabete (39,2%), insieme al fattore ereditario (38,5%), sono i principali campanelli d’allarme per la salute del loro cuore.
Dati davvero allarmanti se si pensa che le donne, anche le più giovani, affette da diabete sono maggiormente a rischio di cardiopatie, con una mortalità più elevata in caso di infarto. E questo nonostante l’infarto risulti, in generale, più fatale negli uomini, come l’ictus nelle donne.
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