Sanihelp.it – Dopo le partecipazioni che viaggiano online o su carta riciclata, i menù bio o addirittura vegetariani nei ricevimenti, le bomboniere solidali e la beneficenza, crolla anche l’ultimo baluardo del matrimonio che non bada a spese, insostenibile per le tasche e per l’ambiente: l’abito da sposa.
Una donna non vorrebbe badare a spese per il vestito con cui si unirà al partner, quello stesso abito che resterà immortalato per anni a venire nell’album, quel cimelio che le nonne di una volta serbavano con cura nel baule, in attesa di darlo alle figlie e poi alle figlie delle figlie, quello stesso indumento, sempre più costoso, destinato, dopo un solo giorno di uso, a lottare per anni con le tarme nell’armadio.
Certo, ci eravamo abituati alla possibilità di un abito usato (o vintage per dirla in modo più delicato) o a noleggio, ma quello che propongono gli studenti della Sheffield Hallam University in Gran Bretagna è ancora più incredibile e ancora più ecologico: il primo abito da cerimonia nuziale completamente biodegradabile.
L’abito, in pratica, si scioglie in acqua, grazie alla lavorazione del tessuto fatta con alcol polivinilico. E il materiale che si ottiene può essere completamente riciclato, anche per ottenere un nuovo, magari per la cerimonia dell’amica.
Gli studenti, nel nome della moda eco-sostenibile, non si sono fermati neppure di fronte all’altare, come ha spiegato la loro docente Jane Blohm, in un’intervista al Daily Telegraph: «Al fine di ridurre l’impatto della moda sull’ambiente, l’industria della moda deve iniziare a sfidare gli atteggiamenti e le pratiche convenzionali». Certo, bisogna capire, in questo, caso, se la sposa bagnata potrà eventualmente dirsi fortunata e soprattutto ancora vestita alla fine delle celebrazioni.
