Disfunzione erettile
Quando lì serve la protesi
di Valeria Ghitti
Pubblicato il: 21-06-2011
Pubblicato il: 21-06-2011
Per almeno tremila uomini italiani, la protesi è l'unica soluzione all'impotenza. Attivato un indirizzo e-mail per risolvere tutti i dubbi.

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Succede quando il problema di erezione è conseguenza, per esempio, di un’operazione chirurgica per asportare tumori alla prostata, alla vescica o al retto, o ancora a seguito di malattie cardiovascolari, diabete e gravi disfunzioni veno-occlusive. Dati alla mano, sono circa tremila gli Italiani che dovrebbero ricorrervi, anche se poi solo 1 su 6 sceglie questa via, mentre gli altri si fanno frenare da vergogna, pregiudizi e falsi miti.
Contro i tabù serve informazione, per questo all’argomento è stato dedicato nei giorni scorsi un intero convegno medico. Primo falso mito da sfatare: la protesi non rende certo meno virili, né compromette eiaculazione e orgasmo. «Il ripristino della funzionalità erettiva viene giudicato molto buono dalla maggior parte dei pazienti operati e dalle loro partner. Anche perché l’intervento non modifica in senso negativo la sensibilità del pene» spiega Enrico Caraceni, Segretario Sezione Regionale Marche-Emilia Romagna-San Marino SIA.
Parlano chiaro anche gli studi scientifici: uno pubblicato nel 2003 sulla rivista scientifica Journal Urology ha comparato il grado di soddisfazione di pazienti trattati con differenti strategie e l’indice di gradimento più elevato è stato registrato proprio tra chi aveva un impianto protesico (9 casi su 10). Distaccati, invece, gli uomini trattati con farmaci (5 su 10) e iniezioni intracavernose (4 su 10).
L’intervento ha poche controindicazioni, come la presenza di situazioni a rischio di infezioni, quale il diabete non compensato oppure valutazioni psicologiche negative. Infatti, «la decisione va presa non solo con l’andrologo in base alla propria situazione fisica, ma anche con la propria compagna e se necessario col supporto di uno psicoterapeuta» ricorda Pescatori. Lo psicologo, anzi, dovrebbe essere presente e sostenere l’uomo, ma anche la partner, prima e dopo l’intervento.
Si opera in anestesia peridurale e servono circa due ore per l’impianto: « Le protesi maggiormente utilizzate al momento sono quelle cosiddette idrauliche. Ce ne sono di modelli diversi e la scelta va effettuata in base alla conformazione anatomica del paziente. Solo così è possibile ottenere un buon risultato che si mantiene nel tempo» dichiara Pescatori. Secondo le stime della Società Italiana di Andrologia (SIA), in Italia esistono circa 26 centri di eccellenza dove si pratica questo tipo di operazioni, ma non in tutte le regioni l’intervento è a carico del SSN.
Per sciogliere dubbi e avere maggiori informazioni, potete scrivere all’indirizzo di posta elettronica appositamente attivato dalla SIA - Sezione Regionale Marche-Emilia Romagna-San Marino: iochiedo@chirurgiaprotesica.andrologia-mers.com.
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