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Batterio killer: zero rischi per i bimbi

Dopo gli allarmi in Germania e Francia

Sanihelp.it – «Attenzione, ma nessun allarmismo per l’Italia rispetto all’epidemia di Escherichia Coli 0104:H4»: questa la posizione del dottor Giuseppe Di Mauro, Presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale – SIPPS, che ribadisce come nessun caso sia stato ancora segnalato in Italia.


La SIPPS rassicura tutti i genitori, precisando che il ceppo batterico che sta preoccupando l’Europa ha finora colpito, nel 90% dei casi, adulti in età superiore ai 20 anni. La terribile complicanza rappresentata dalla Sindrome Uremico-Emolitica ha coinvolto soltanto eccezionalmente soggetti in età infantile, contrariamente a tutta la casistica riportata nella letteratura, dove si dimostra come i più colpiti da patologie analoghe siano generalmente i bambini di età inferiori ai 5 anni. A tutt'oggi è stato registrato un solo caso letale, che ha riguardato un bambino di 2 anni d'età.

«Per gli adulti colpiti da Sindrome uremico-emolitica, a livello ospedaliero – dichiara il dottor Angelo Milazzo, Pediatra Direttivo Regionale SIPPS – già da tempo sono stati adottati trattamenti appropriati, sebbene in molti casi la causa della malattia fosse sconosciuta; in questo modo è stato possibile contenere la mortalità al di sotto dell’1% e fronteggiare adeguatamente questa terribile patologia».

Intanto, sul nuovo allarme proveniente dalla Francia relativamente agli hamburger congelati che hanno causato il ricovero di otto bambini nella città di Lilla per contaminazione da E.coli, il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha fatto sapere che: «Gli otto campioni di hamburger e polpette a marchio Country steak, prelevati dal Comando Carabinieri NAS di Padova presso la piattaforma di distribuzione LIDL situata ad Arcole, in provincia di Verona, e analizzati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, sono risultati negativi. In nessuno dei campioni sono stati riscontrati E.coli pericolosi per la salute».

In tutti i casi, la mancata identificazione del focolaio di infezione impone, però, il rispetto stretto di alcune importanti misure di sicurezza e di corretta igiene, precauzioni comuni per la prevenzione di tutte le forme di contagio batterico derivate da alimenti e da trasmissioni oro-fecali.

Le principali accortezze da adottare sono: lavarsi bene le mani con detergenti idonei prima di toccare i cibi; prestare attenzione all’acquisto degli alimenti, preferendo quelli con etichettatura e soggetti ai controlli sanitari; proteggere i cibi da mosche o da altri insetti, coprendo gli alimenti o chiudendoli in contenitori; consumare latte pastorizzato o trattato ad alte temperature e cibi ben cotti, soprattutto nel caso di pesce, carne, latte e uova; lavare molto bene la verdura e sbucciare la frutta; bere solo acqua sicuramente potabile.

Inoltre, di assoluta importanza, è eliminare subito pannolini sporchi di feci e lavare a temperature superiori a 65° gli indumenti e la biancheria contaminata con le feci, usando anche disinfettanti quali ipoclorito di sodio o equivalenti.

La SIPPS ribadisce e raccomanda, infine, a tutte le famiglie di non fare uso di antibiotici senza una precisa prescrizione del pediatra, poiché in caso di enteriti emorragiche si aumenterebbe di ben 17 volte il rischio di Sindrome uremico-emolitico.

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FonteSIPPS

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