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Latte materno: un tesoro da mettere in banca

Raccolti 7.600 litri di latte in un anno

Sanihelp.it – Nel 2011 1.122 mamme hanno donato il loro latte alle 28 Banche del latte italiane, un dato in netta crescita rispetto al 2007 quando erano state 739. Sono stati raccolti oltre 7.600 litri (contro i 5.741 del 2007) del prezioso alimento, principalmente destinato ai neonati pretermine di peso molto basso (inferiore ai 1.500 grammi) il cui latte della propria mamma non è immediatamente disponibile.


È quanto è emerso al 69° Congresso della Società Italiana di Pediatria di Bologn,a dove sono stati diffusi gli ultimi dati dell’AIBLUD (Associazione Italiana Banche del Latte Donato). A fare il punto il professor Enrico Bertino, Direttore della Neonatologia dell’Università di Torino: «La cultura della donazione è in crescita, così come la distribuzione delle Banche sul territorio nazionale, anche se purtroppo resta ancora disomogenea, con una prevalenza al Nord e al Centro rispetto al Sud.

Alcune regioni ne sono tuttora sprovviste (Campania, Sardegna, l’Umbria, Basilicata) ma negli ultimi anni si è assistito all’apertura di nuove Banche al Sud, per esempio ad Ancona e a Crotone, mentre è in progetto l’apertura della prima Banca della regione Campania».

«Donare il latte è un'iniziativa  gratuita per fornire a neonati prematuri latte umano, soprattutto nei primi giorni di ricovero nelle Terapie Intensive Neonatali, in attesa di quello della propria mamma, dal momento che la montata lattea nei parti prematuri non avviene subito – spiega Bertino – Il latte umano aumenta le possibilità di sopravvivenza dei prematuri, riducendo il rischio di enterocolite necrotizzante, malattia che può essere molto grave per i neonati pretermine. Inoltre favorisce lo sviluppo e fornisce le sostanze nutritive nelle proporzioni esatte, nella forma più assimilabile e rafforza il sistema immunitario.
Anche piccole quantità di latte sono utili per i neonati pretermine e malati (alcuni bambini iniziano con 20 cc di latte al giorno). Molte nutrici preferiscono raccogliere il latte per la Banca dopo la poppata del loro figlio. Questa pratica, determinando lo svuotamento completo del seno, è anche un valido stimolo per la produzione ulteriore di latte. La quota di latte donato varia da donna a donna e in relazione alla fase dell’allattamento. 

Possono diventare donatrici tutte le mamme in buona salute e con un corretto stile di vita che allattano da meno di sei mesi. Le donne che aderiscono alla donazione devono rispondere a un questionario di anamnesi e sottoporsi a un semplice screening che consiste nella valutazione della storia clinica e nell’esecuzione di esami sierologici (epatite B, epatite C, infezione da HIV): il loro latte viene prelevato da personale della Banca anche a domicilio. 

Il latte deve essere conservato in idonei contenitori sterili forniti dalla struttura di riferimento. Dopo ogni singola raccolta il contenitore deve essere chiuso ermeticamente e raffreddato rapidamente in frigorifero a +4 gradi per un periodo non superiore alle 24 ore, durante le quali si possono fare nuove aggiunte. La pastorizzazione effettuata alla Banca consiste nel riscaldamento del latte a 62,5° per 30 minuti allo scopo di distruggere eventuali germi patogeni, ma mantenendo inalterate le sue caratteristiche biologiche e nutrizionali. Il latte pastorizzato viene poi congelato, stoccato in biberon sigillati ed etichettati e fornito ai centri di neonatologia e ai servizi di pediatria. 

Nel 2010 è stata effettuata un'analisi comparativa dei dati di 4.277 neonati provenienti da 83 centri di Terapia Intensiva Neonatale dal Gruppo Nutrizione e Metabolismo della SIN (Società Italiana Neonatologia), l'Associazione Banche Latte Umano Donato e Italian Neonatal Network. I dati, pubblicati nel 2012 sul Journal of Perinatal Medicine,hanno mostrato che la percentuale di neonati con allattamento esclusivo al seno era significativamente maggiore nei Centri dotati di Banche del Latte rispetto a quelli che ne erano privi (29,6% rispetto a 16%). I Centri con Banca del Latte inoltre mostravano un allattamento naturale più frequente (60,4 vs 52,8%) rispetto alle Unità senza Banche. 

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