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Chirurgia estetica: cresce solo quella di ringiovanimento

Sanihelp.it – Anche la chirurgia estetica non è più quella di una volta. I numeri sempre in aumento hanno lasciato spazio, almeno in Italia, ad andamenti contrassegnati da zone d’ombra.
In particolare, nel nostro Paese non crescono le mastoplastiche additive, non crescono le rinoplastiche e neanche le lipoaspirazioni, giusto per limitarsi alle operazioni più richieste.
All’indomani della pubblicazione dei dati statunitensi relativi al 2013 e diramati dall’ASPS, l’American Society of Plastic Surgeons, arrivano anche i trend del nostro mercato. «In Italia non si può parlare di crescita, ma al massimo di tenuta», dice Riccardo Mazzola, presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, SICPRE.
Gli unici segni più del mercato (ma nel nostro Paese mancano registri ufficiali degli interventi e pertanto è impossibile fonire numeri precisi) sono riferiti a quelli degli interventi di ringiovanimento, con lifting del volto e del seno (l’intervento di mastopessi) ai primi posti, insieme al ritocco alle palpebre, la blefaroplastica.


Le procedure chirurgiche più richieste Oltreoceano sono la mastoplastica additiva (290.224 interventi nel 2013, con un incremento dell' 1% rispetto al 2012), la rinoplastica (221.053%, -9%), la blefaroplastica (215.641, + 6%), la liposuzione (199.817, -1%) e il lifting (133.320, + 6%). «I trend italiani risentono del perdurare della congiuntura economica sfavorevole e dell’alto tasso di disoccupazione giovanile – dice ancora Mazzola – . Non è un caso che i segni più siano riferiti agli interventi di ringiovanimento: sono pochi i giovani che possono permettersi un intervento di chirurgia estetica».

In piena sintonia con il mercato americano, anche in Italia crescono le procedure non invasive. Infatti, in base ai dati ASPS, con cui la SICPRE è gemellata, dal 2000 al 2013 gli interventi di chirurgia plastica sono diminuiti del 12 %, attestandosi a quota 1.668.420. Nello stesso anno, le procedure Minimally invasive (in ordine decrescente di importanza numerica: botulino, filler, peeling chimico, depilazione laser e microdermoabrasione) sono state 13.447.933. Rispetto al 2000, la crescita di questo gruppo di prestazioni è stata del 144%.

E in Italia? «Fatte le dovute proporzioni – dice ancora Mazzola –  è una situazione molto simile. Anche nel nostro Paese le procedure non invasive piacciono molto perché costano decisamente meno e perché richiedono una convalescenza più ridotta, in alcuni casi addirittura inesistente. Attenzione però: non si tratta di procedure alternative, ma complementari. Chi sceglie i trattamenti non invasivi non fa un affare, ma un investimento a breve termine. È il caso del filler: colma un solco o una ruga sul viso, ma non può risposizionare i tessuti scesi per effetto dell’età». 

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