Sanihelp.it – L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha affermato che sono oltre 3000 le persone residenti in Africa occidentale decedute a causa dell'epidemia di Ebola.
In un aggiornamento pubblicato il 23 settembre scorso infatti, l'agenzia sanitaria delle Nazioni Unite ha notificato che i decessi causati dall’Ebola si attestano a 3.091, mentre i casi sospetti o probabili di contaminazione superano i 6500.
Come specifica il report della OMS, la malattia continua a rimanere concentrata in tre paesi del’Africa occidentale, ovvero Guinea (il primo paese in cui è stato identificato il virus), Liberia e Sierra Leone, dove le persone morte a causa dell’epidemia sono 3.083: tra le vittime mietute dall’Ebola, sono da annoverare tra gli altri anche 211 operatori sanitari.
Non sarebbero invece stati segnalati nuovi casi in Nigeria e Senegal, mentre è stato individuato un focolaio indipendente nella Repubblica Democratica del Congo, dove 42 persone sono decedute a causa dell’esposizione al virus.
Prosegue quindi l’invito da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di evitare viaggi non strettamente indispensabili nei paesi maggiormente colpiti.
Nei casi in cui invece sia inevitabile recarsi in una zona colpita dall’Ebola, è consigliabile attuare una serie di precauzioni tra cui lavarsi spesso le mani utilizzando un disinfettante a base di alcool, evitare il contatto con sangue e fluidi corporei di una persona malata, evitare gli ospedali dove vengono trattati i pazienti colpiti da Ebola e rivolgersi alla propria ambasciata o consolato per una consulenza sulle strutture mediche più idonee, consultare immediatamente il medico in caso di febbre e uno qualsiasi dei seguenti sintomi: mal di testa, dolori muscolari, diarrea, vomito, mal di stomaco, lividi o sanguinamento inspiegabili.