HomeNewsPillola del giorno dopo senza ricetta? L'Italia dice no

Pillola del giorno dopo senza ricetta? L’Italia dice no

Rifiuto segue parere positivo della Commissione Europea

Sanihelp.it – Nel corso della giornata di ieri, una nota stampa pubblicata sul sito del Ministero della Salute ha annunciato che, a seguito del parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità in materia di ‘pillola dei cinque giorni dopo’, in Italia «il farmaco ellaOne [continuerà] ad essere venduto in regime di prescrizione medica indipendentemente dall’età della richiedente».


La posizione del CSS risulta quindi in aperto contrasto con il parere fornito dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e dalla Commissione Europea, entrambe favorevoli ad un cambiamento dello stato di classificazione del contraccettivo di emergenza ellaOne, in farmaco senza obbligo di prescrizione medica.  

«EllaOne è un contraccettivo di emergenza utilizzato per prevenire le gravidanze indesiderate se preso entro 120 ore (cinque giorni) da un rapporto non protetto o a seguito dell’inefficacia del metodo contraccettivo utilizzato – spiega la nota pubblicata sul sito dell’EMA – Agisce impedendo o ritardando l'ovulazione. EllaOne funziona meglio se assunto entro 24 ore. Eliminando la necessità della prescrizione medica per il farmaco, si potrebbe facilitare ed accelerare l'accesso delle donne alla medicina, aumentandone l’efficacia».

Come tutti i contraccettivi di emergenza contenenti levonorgestrel (un ormone che simula l’attività del progesterone), ellaOne è già disponibile senza ricetta in 23 paesi dell'Unione Europea, eccetto che in Croazia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Liechtenstein, Polonia e anche Malta, dove i contraccettivi di emergenza contenenti levonorgestrel non sono commercializzati.

La decisione del Consiglio Superiore della Sanità è stata giustificata con il desiderio di «evitare gravi effetti collaterali nel caso di assunzioni ripetute in assenza di controllo», ma la questione rimane ancora aperta: l’ultima parola spetta infatti all’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), che nel caso in cui assumesse una posizione analoga al CSS, dovrebbe poi argomentare le motivazioni della scelta davanti alla Commissione Europea.

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