HomeMamma e bambinoBimbi: perché devono stare con i nonni

Bimbi: perché devono stare con i nonni

Angeli dai capelli d'argento e il cuore d'oro

Sanihelp.it – Secondo un’indagine Eurispes del 2004, il nonno italiano è percepito come una figura che comunica affetto, comprende le necessità dei nipoti, trasmette messaggi positivi ed esperienze costruttive. Di contro, i nipoti che si sentono viziati dai nonni sono una minoranza, anche se discreta (il 27%), e quelli che invece che si sentono trattati in modo autoritario rappresentano circa un terzo degli intervistati. 


Da uno studio europeo del 2011 emerge che l’Italia è il Paese dove il 33% dei nonni si prende cura quotidianamente dei nipoti, contro l’1,6% della Danimarca o il 2,9% della Svezia. «Questa situazione – commenta il dottor Leo Venturelli, pediatra di famiglia di Bergamo e referente per l’educazione sanitaria e la comunicazione della Sipps (Società italiana di pediatria preventiva e sociale) – positiva sotto l’aspetto umano, nasconde però una realtà in cui le famiglie si devono appoggiare a quelle di origine per accudire i figli. L'Italia è il fanalino di coda tra i Paesi europei nella percentuale del PIL dedicato al welfare della famiglia».

Secondo Federanziani, in Italia 12 milioni di nonni si prendono cura di 7 milioni di bambini; inoltre gli anziani prelevano 3 miliardi e mezzo di euro dalle loro pensioni per le esigenze della famiglia allargata, cioè figli e nipoti. E chi porta i bambini dal pediatra? Sempre Federanziani informa che il 63% degli accessi pediatrici avviene in compagnia dei nonni! 

«Sono numerosi i testi – spiega il dottor Giuseppe Di Mauro, Presidente Sipps – che disegnano un quadro di nonni dinamici, al passo con la società, attivi, che leggono, viaggiano, navigano su Internet. Hanno un buon livello di istruzione, desiderano stabilire un legame affettivo con i nipoti e cercano di proporsi come utile sostegno ai genitori. Specialmente quando ci sono situazioni di separazione di coppia o famiglie monoparentali. I nonni sono disposti ad apprendere e a cambiare i propri comportamenti, consapevoli del fatto che negli anni la pediatria e la pedagogia molto hanno fatto per rispondere alle domande dei genitori e del loro ruolo educativo».

Nessun lato negativo? Uno c'è. Una ricerca eseguita in Alabama e presentata al Congresso annuale Americano di Pediatria del 2002 ha aperto il sipario sulla sicurezza infantile. Il 33% dei nonni pensa che il lattante possa dormire a pancia in giù, il 23% ha detto di fianco. Solo il 44% ritiene giusta la posizione sulla schiena.

Quasi il 74% ritiene che un deambulatore (girello) sia un buon dispositivo per aiutare i bambini a imparare a camminare, il 49% pensa che non ci siano problemi a lasciare peluche o altri giocattoli nel letto durante il sonno del bambino nei primi mesi di vita. Il 24,5% ha detto che in auto un lattante di 9 mesi deve essere rivolto fronte marcia… 

Ecco, allora, che diventa importante che i nonni vengano istruiti sulle norme di sicurezza e sulle novità in termini di alimentazione infantile, puericultura, pedagogia, aspetti socio-educativi. Le risorse in campo sono molteplici: si va dai genitori alle istituzioni, che possono garantire o organizzare corsi, seminari, approfondimenti, ai pediatri, che possono intervenire utilizzando linee guida, consigli, indirizzi di comportamento. 

«I nonni – conclude il Dott. Di Mauro – sono di fatto coinvolti nelle cure e nell'accudimento dei nipoti. Anche il pediatra si confronta in ambulatorio in quasi metà delle consulenze con i nonni, che si sostituiscono per buona parte della giornata al genitore. I nonni sono in grado di trasmettere affetto e fiducia nei nipoti, ma le loro competenze sanitarie e tutoriali hanno lacune che dovrebbero essere colmate. Il giornalista e scrittore statunitense Alex Haley insegna: Nessuno può fare per i bambini piccoli ciò che fanno i nonni. I nonni cospargono la polvere di stelle sulla vita dei bambini».

Video Salute

FonteSipps

Ultime news

Gallery

Lo sapevate che...