HomeSalute BenessereSalutePrimo isolamento a Padova di Zika virus dalla saliva

Primo isolamento a Padova di Zika virus dalla saliva

Sanihelp.it – Il team di virologi dell’Unità operativa di Microbiologia e Virologia dell’Azienda Ospedaliera-Università di Padova sta monitorando, nei viaggiatori di rientro dalle regioni tropicali del globo, l’andamento epidemico di Zika virus sin da quando l’infezione si è propagata  in Polinesia Francese (2013) e in Brasile, Centro-Sud America (2015).


Una decina di casi di infezione da Zika virus sono stati diagnosticati e segnalati finora con incidenza in viaggiatori veneti provenienti da aree endemiche. I virologi padovani sono riusciti, per la prima volta in letteratura, a isolare il virus in coltura dalla saliva.

Il campione proveniva da un individuo che presentava i sintomi tipici di febbre, mialgia, artralgia, congiuntivite e eritema cutaneo maculare, dopo un viaggio nella Repubblica Domenicana. Il soggetto, che è stato monitorato con tecniche di diagnostica molecolare per oltre un mese per la presenza del genoma virale nei fluidi organici, aveva concentrazioni di Rna di Zika virus molto più elevate nella saliva (3 milioni di copie/ml) che nelle urine (1 milione di copie/ml) e nel sangue (30 copie/ml) e una persistenza più lunga nel tempo del virus nella saliva (oltre 30 giorni).

L’isolamento in colture cellulari del virus (la prova per rivelare la presenza dell’agente eziologico dell’infezione e la sua contagiosità) è avvenuta nei primi giorni successivi all’esordio dei sintomi, quando il malato non aveva sviluppato ancora anticorpi contro il virus.

Il lavoro ha importanti implicazioni per comprendere la biologia del virus e la sua trasmissibilità. Zika virus infatti è stato in precedenza isolato da urine, latte e liquido seminale umani e la sua infettività correlata, conseguentemente, anche a trasmissione per allattamento e rapporti sessuali.

È presto per dire se l’infezione da Zika virus possa trasmettersi, oltre che per la via accertata del morso della zanzara Aedes aegypti, anche per contagio interumano via saliva o dispersione salivare per aerosol. Serviranno osservazioni cliniche più estese tra contatti (attualmente in corso) e sperimentazioni su modelli animali.

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