HomeBellezzaPerdita di capelli: la risposta nelle cellule staminali?

Perdita di capelli: la risposta nelle cellule staminali?

Sanihelp.it – Grazie alla ricerca eseguita al Mammalian Cell Biology and Development Laboratory della Rockefeller University, è stato individuato il ruolo delle cellule staminali nella terapia contro l’alopecia. In primis, è stato identificato lo stato di quiescenza delle cellule staminali presenti nel bulbo pilifero che, a differenza di quelle presenti in organi come la pelle o l’intestino che sono perennemente attive, determina una fase stallo nel processo rigenerativo del capello.


Si è costatato, inoltre, che lo stato dormiente delle cellule staminali presenti nel bulbo può essere interrotto e quindi può essere attivata un’azione di ricrescita del capello, mediante l’impiego di cellule staminali mesenchimali prelevate, per esempio, dal grasso.

L’azione che le cellule staminali mesenchimali compiono, una volta iniettate nello scalpo, è definita paracrina ed è una delle tre funzioni, insieme a quella rigenerativa e immunomodulante, che rendono queste cellule particolarmente efficaci.

L’azione paracrina è costituita dall’emissione di un segnale chimico di attivazione che viene inviato dalle nuove cellule staminali mesenchimali iniettate nel derma a quelle già residenti e dormienti. Il segnale chimico che induce l’attivazione le cellule dormienti si ottiene grazie alla secrezione di fattori di crescita e citochine rilasciati all’interno dei tessuti una volta che le cellule staminali mesenchimali sono state somministrate nelle zone calve.

Le staminali che rigenerano i capelli risiedono fisiologicamente nell’area di Bulge, una zona anatomica che si trova di sotto il muscolo erettore del pelo: un serbatoio di cellule staminali che, al termine di ogni ciclo, nella fase catagen, sotto lo stimolo di particolari segnali biochimici, migrano verso la papilla dermica per dare luogo a un nuovo capello.

Questo deposito è il segreto di giovinezza della chioma: si è visto, infatti, che anche se viene distrutta una papilla, ma si lascia integra l’area di Bulge, le staminali in essa contenute sono in grado di differenziarsi, mentre se a essere distrutta è la nicchia di staminali, quel follicolo non produrrà più capelli.

Le cellule staminali mesenchimali prelevate dal tessuto adiposo (ADSCs) sono le più adatte a svolgere l’azione di risveglio di quelle già presenti nell’area di Bulge in quanto, oltre ad avere le adeguate caratteristiche funzionali, si ottengono facilmente da un piccolo prelievo di grasso di soli 10-20cc. La procedura prevede che le cellule staminali del grasso vengano riutilizzate sulla stessa persona da cui sono state prelevate dopo  estrazione, coltura ed eventuale crioconservazione.

Queste cellule, una volta iniettate nello scalpo, diventano un’inesauribile sorgente di fattori di crescita e citochine che vengono continuamente rilasciate nell’ambiente circostante andando a stimolare ed attivare le capacità rigenerative delle staminali che erano già presenti nel Bulge.

L’uso diretto delle cellule staminali, anziché dei soli fattori di crescita, evita l’iniezione settimanale e gestisce la somministrazione fisiologica degli stessi per tempi prolungati generando risultati più importanti e duraturi. Le cellule staminali del grasso, unite a un medium condizionato portato a destinazione, rilasciano numerosi fattori di crescita (GF vascolare-endoteliale, GF piastrinico, IGF 1 ecc.).

In Italia l’unica Cell Factory che è in grado di rendere utilizzabili le cellule del grasso per il trattamento dell’alopecia è Bioscience Institute che è situata in San Marino e che si è replicata anche negli Emirati Arabi.

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