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Bimbi e influenza: le novità sui vaccini

Ogni anno si ammalano 3 bambini su 10

Sanihelp.it – L’influenza colpisce ogni anno, soprattutto d'inverno, fino al 30% dei bambini a livello mondiale. Per questo le autorità sanitarie di molti Paesi raccomandano la vaccinazione, come avviene già negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Secondo il Calendario per la vita 2016, attualmente al vaglio del Ministero della salute, i pediatri e medici di medicina generale raccomandano la vaccinazione antinfluenzale anche ai bambini sani dell'età prescolare.


«I bambini fino ai 5 anni, gli anziani sopra i 64 anni e coloro che soffrono di malattie croniche gravi  – afferma la professoressa Susanna Esposito, direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura del Policlinico dell’Università degli Studi di Milano e presidente WAidid, Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici – sono i soggetti a maggior rischio di forme gravi che possono comportare la necessità di ricovero. L’influenza può avere un decorso negativo soprattutto quando i virus sono strutturalmente diversi da quelli che avevano circolato negli anni precedenti, come si verifica nelle pandemie».

Esistono numerosi fattori per considerare il bambino, anche quello sano, come target di interesse per la vaccinazione contro l’influenza: il bambino da 0 a 5 anni si ammala d’influenza circa 10 volte più di frequente dell’anziano e circa 5 volte più dell’adulto. Tra 6 a 14 anni si ammala d’influenza circa 8 volte più di frequente dell’anziano e circa 4 volte più dell’adulto. I bambini rappresentano i principali soggetti responsabili della trasmissione dell’influenza nella popolazione. L’ospedalizzazione per influenza del bambino sotto i 2 anni avviene con proporzioni superiori a quelle dell'anziano.

Recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha raccomandato lo sviluppo di vaccini quadrivalenti invece che trivalenti, in considerazione del frequente fenomeno del mismatch (mancata corrispondenza) tra ceppi di virus B circolanti e ceppi presenti nel vaccino. I dati epidemiologici, in effetti, hanno dimostrato la concomitante e consistente presenza di ambedue i ceppi  B-Victoria e BYamagata spesso (come nella stagione influenzale dello scorso anno) con una predominanza del ceppo non presente nel vaccino e, quindi, con un maggior rischio di complicanze.

L’inclusione di ceppi dei due lineage di virus B (Yamagata e Victoria) è pertanto raccomandata per i vaccini antinfluenzali: quelli quadrivalenti andranno progressivamente a sostituire gli attuali, a partire dai 3 anni di età (sono in corso studi di efficacia e sicurezza per l’approvazione anche nei primi 3 anni di vita).

In Italia, il 25% dei bambini nei primi anni di vita soffre di infezioni respiratorie ricorrenti e ciò è dovuto principalmente all'immaturità del loro sistema immunitario e alla presenza di fattori ambientali che aumentano il rischio di esposizione ad agenti patogeni. Tra le strategie di prevenzione più efficaci, vi è la somministrazione di immunostimolanti come il pidotimod e l’OM-85. 

Uno studio è stato recentemente avviato all’Università degli Studi di Milano per raccogliere dati sull'efficacia e la sicurezza di OM-85 nei bambini con una storia di infezioni respiratorie ricorrenti, analizzando anche l’impatto di OM-85 sul microbiota respiratorio e intestinale. Dati recenti, infatti, non ancora definitivi, hanno dimostrato il ruolo del microbiota nell’aumentare il rischio di recidive respiratorie: un dato interessante, in quanto alcuni immunostimolanti agiscono proprio sull’immunità innata intestinale a seguito della somministrazione per via orale. 

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