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Polmone, test per diagnosi più precise

Diagnosi

Sanihelp.it – Sono circa trentamila gli italiani colpiti ogni anno dal tumore del polmone non a piccole cellule metastatico. Per questi pazienti sono disponibili specifiche tecniche per individuare determinate alterazioni molecolari, ovvero la mutazione del gene EGFR e il riarrangiamento di ALK. I risultati di questi test determineranno la scelta del trattamento ritenuto più efficace.


Grazie a un progetto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e della Società Italiana di Anatomia Patologica e Citopatologia Diagnostica (SIAPEC-IAP) è stato possibile individuare 80 laboratori certificati per EGFR e 38 per ALK in cui i test verranno eseguiti, secondo criteri uniformi e accurati.

«La medicina di precisione deve partire da una diagnosi estremamente accurata e questi controlli sono fondamentali per migliorare la qualità dei test diagnostici. Il nostro progetto prevede anche raccomandazioni costantemente aggiornate sulle modalità con cui eseguire le analisi molecolari e specifici programmi di formazione. Da un lato il paziente, grazie a una corretta diagnosi, potrà ricevere una terapia mirata evitando inutili tossicità, dall’altro ci saranno significativi vantaggi per il sistema sanitario in termini di risorse risparmiate. Abbiamo raggiunto un risultato molto importante», spiega il professor Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM.

Il lavoro delle due società scientifiche sul carcinoma polmonare non a piccole cellule si inserisce in un ampio programma condiviso sulla terapia molecolare dei tumori. Aggiunge il professor Gaetano De Rosa, presidente SIAPEC-IAP: «Da più di dieci anni abbiamo unito gli sforzi per redigere le raccomandazioni che permettono di definire con precisione le caratteristiche biologiche di cinque tipi di cancro: al seno, al colon-retto, al polmone, allo stomaco e il melanoma. La collaborazione tra oncologo e patologo è fondamentale per realizzare un approccio personalizzato alla cura del paziente. Ciò che l’anatomopatologo scrive nel referto diventa infatti uno dei pilastri fondamentali delle successive scelte terapeutiche».

Nel tempo si è registrato un importante miglioramento in termini di qualità dei test molecolari: «La mutazione EGFR è presente in circa il 10-15% dei tumori polmonari non a piccole cellule. Siamo passati dal 30% di laboratori che non hanno passato il controllo di qualità per EGFR nel 2011 e nel 2013 a solo il 13% che l’hanno fallito nel 2015. È stato quindi validato quasi il 90% delle strutture italiane di anatomia patologica e biologia molecolare che si sono sottoposte in maniera volontaria al programma delle due società scientifiche. I risultati sono incoraggianti e confermano l’elevato livello della patologia molecolare del nostro Paese», sottolinea il professor Nicola Normanno, Direttore del Dipartimento di Ricerca dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale di Napoli.

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