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HIV, 1 su 7 non sa di averlo. In arrivo il test fai-da-te

Obiettivo: tenere l'epidemia sotto controllo

Sanihelp.it – E’ una delle epidemie più gravi al mondo, sicuramente la più grave nel nostro continente, eppure un europeo su sette ignora di essere malato; parliamo dell’Hiv, il virus dell’immunodeficienza umana, l’agente responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS).


Stando alle stime del Centro Europeo di Controllo delle Malattie (Ecdc) e dell'Oms Europa, nel Vecchio continente vi sarebbero almeno 122mila persone sieropositive che non sanno di esserlo. Secondo il rapporto, di recente pubblicazione, riferito ai 31 paesi dell'Unione Europea e dell'Area Economica Allargata, nel 2015 si sono registrati 30mila nuovi casi, un numero in linea con gli anni precedenti; purtroppo però il tempo stimato fra l'infezione e la diagnosi è ancora eccessivamente elevato: circa quattro anni, con metà dei pazienti che scopre di essere sieropositivo quando l'infezione è ormai in fase troppo avanzata. Secondo il commissario europeo alla salute, Vytenis Andriukaitis, il problema è particolarmente preoccupante giacché «coloro che non sanno di avere l'Hiv non potranno usufruire di quei trattamenti salva vita e possono continuare a trasmettere il virus alle altre persone».

E’ anche per cercare di contrastare il fenomeno dei malati non diagnosticati che da oggi, in 2800 farmacie italiane, sarà disponibile il primo test fai-da-te per l’Hiv: costerà 20 euro, e verrà venduto ai maggiorenni senza bisogno di ricetta medica, garantendo così un completo anonimato. Grazie ad una piccola puntura, da eseguire sul polpastrello, si conosceranno i risultati dopo soli 15 minuti, con un’attendibilità vicina al 100%. Per l’autotest vige la stessa regola degli esami di laboratorio: tra il momento dell’ipotetico contagio e l’analisi è necessario attendere almeno due mesi e mezzo. E’ comunque importante sottolineare che dopo un’eventuale diagnosi di conferma di presenza del virus Hiv bisogna contattare un medico ed eseguire nuovamente le analisi in un laboratorio specializzato: «Il test non sostituisce quello negli ospedali – dichiara Rosaria Iardino, presidente della Fondazione Onlus The Bridge – ma è un’opportunità in più per contrastare un fenomeno sommerso, quello delle diagnosi tardive da Hiv, che in Italia si stima riguardi tra le 6mila e le 18mila persone».

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