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Giornata contro il cancro, prevenire si può

Prevenzione e stile di vita

Sanihelp.it – La lotta al cancro passa anche dalla prevenzione: si pensi che ogni anno in Italia 146mila casi di tumore, il 40% del totale, potrebbero essere evitati con uno stile di vita corretto che preveda una sana alimentazione, una costante attività fisica e la rinuncia al fumo.


Il professor Carmine Pinto, presidente nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), ha ribadito il ruolo della prevenzione proprio in occasione del World Cancer Day: «Il fumo di sigaretta è il più importante fattore di rischio: nel mondo causa ogni anno 5 milioni di morti e il 22% dei decessi per cancro. Anche l’attività fisica e l’obesità svolgono un ruolo fondamentale: la World Cancer Research Fund International ha dimostrato che i 13 più frequenti tipi di tumore possono essere evitati con una dieta sana, controllo del peso e sport».

Nel nostro Paese però il quadro sullo stile di vita non è confortante: i fumatori sono il 22% della popolazione con più di 15 anni (il 27,3% degli uomini e il 17,2% delle donne); il 45,1% della popolazione (over 18) è in eccesso di peso (35,3% in sovrappeso, 9,8% obeso), il 15,7% consuma alcol in modo eccessivo, 23 milioni e 524 mila persone (39,9% della popolazione di 3 anni e più) non praticano sport né attività fisica.

«Da tempo la nostra società scientifica è impegnata in prima linea in campagne di prevenzione per sensibilizzare tutta la popolazione. Quest’anno promuoviamo la seconda edizione della campagna educazionale "Con le sigarette…Meglio Smettere 2.0". Gli oncologi andranno nelle scuole medie inferiori e superiori per spiegare ai ragazzi tutti i pericoli per il benessere che derivano dal consumo di prodotti a base di tabacco. Ed è partito il primo "Festival della prevenzione e innovazione in oncologia" per spiegare agli italiani il nuovo corso dell’oncologia, che spazia dai corretti stili di vita, agli screening, alle armi innovative come l’immuno-oncologia e le terapie a bersaglio molecolare, fino alla riabilitazione e al ritorno alla vita. 

Sempre sul fronte della prevenzione preoccupa la scarsa adesione degli italiani ai programmi di screening. Da un lato nel 2015 sono stati quasi 13 milioni gli inviti a partecipare a questi test (12.987.253, un milione di più che nel 2014), ma ancora pochi aderiscono: solo il 55% delle donne ha eseguito la mammografia, fondamentale per la diagnosi precoce del tumore del seno, il 39,8% ha eseguito il Pap test per l’individuazione del carcinoma del collo dell’utero. E solo il 43% dei cittadini ha aderito all’invito a svolgere il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci, indicato per la diagnosi del tumore del colon retto. Serve più impegno da parte di tutti per sensibilizzare più cittadini, quando la malattia è diagnosticata in fase precoce spesso le percentuali di guarigione superano il 90%», ha concluso il professor Pinto. 

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