HomeSalute BenessereSaluteScoperte le molecole anti-invecchiamento

Scoperte le molecole anti-invecchiamento

Impediscono la formazione di DDRNA

Sanihelp.it – La paternità è tutta italiana, nello specifico di un team di ricercatori dell’Istituto Firc (Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) di oncologia molecolare (Ifom) di Milano: si tratta di uno studio, pubblicato su Nature Communications, che indaga i misteri dell’invecchiamento cellulare e il modo per bloccarlo in relazione ad alcune malattie.


In particolare, gli scienziati, guidati da Fabrizio d’Adda di Fagagna, hanno individuato una classe di molecole in grado di bloccare i segnali che conducono all'invecchiamento cellulare provocato dal deterioramento dei telomeri, ossia le sequenze di DNA che si trovano all'estremità dei cromosomi e che hanno la funzione di mantenere integro il genoma contenuto nei cromosomi stessi. Ma come funzionano esattamente i telomeri? Il telomero, che è la parte terminale di un cromosoma, si accorcia ogni volta che il DNA di una cellula si replica per riprodursi. Con il passare del tempo, questo accorciamento provoca instabilità nel DNA e, con esso, l'invecchiamento delle cellule, le quali non si possono più riprodurre e non riescono a svolgere le loro normali funzioni: i tessuti, dunque, non si rigenerano e l’organismo nel suo complesso invecchia.

Tale invecchiamento cellulare avverrebbe perché, spiega d’Adda di Fagagnana, quando i telomeri sono corti o danneggiati inducono la formazione di DDRNA (DNA Damage Response RNA), una classe di RNA (acido ribonucleico) che agisce da guardiano del DNA ed interviene a tutela dell'integrità del genoma, facendo scattare una sorta di ‘allarme’ molecolare che innesca la senescenza della cellula. Il punto era dunque capire come bloccare il DDRNA per prevenire l'invecchiamento; ciò è stato fatto sviluppando una nuova batteria di molecole dette antisenso, complementari agli Rna che si formano all'estremità dei cromosomi: «si tratta di oligonucleotidi che agiscono specificamente sui telomeri inibendo la funzione dei DDRNA telomerici – dichiara Francesca Rossiello, coautrice dello studio – impedendo perciò l'attivazione degli allarmi molecolari che condurrebbero inevitabilmente la cellula alla senescenza».

Secondo gli scienziati, la scoperta consentirà di intervenire su alcune patologie come: l’aterosclerosi, il diabete, la cataratta, l'osteoporosi, la cirrosi epatica, la fibrosi polmonare, l'artrite; o su malattie rare come la progeria, caratterizzata da invecchiamento precoce.

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