Sanihelp.it – Si tratta degli abitanti di un’ottantina di villaggi Tsimane nell’Amazzonia boliviana, sui quali è stato condotto uno studio, pubblicato recentemente sull’autorevole rivista scientifica Lancet, secondo il quale l’apparato cardiovascolare di questi indigeni sarebbe tra i più sani al mondo. La scoperta si deve a un gruppo di ricercatori americani del Saint Luke's Mid America Heart Institute, guidati dall’antropologo Hillard Kaplan, i quali hanno monitorato per circa 10 anni le condizioni di salute dei membri di questi popoli, giungendo alla conclusione che costoro non soffrono delle comuni cardiopatie di cui è particolarmente affetto il mondo occidentale.
L’indagine si è svolta mediante l’utilizzo della Tomografia Assiale Computerizzata (TAC), mediante la quale gli scienziati hanno analizzato i cuori di circa 700 individui di età superiore ai 40 anni, prendendo in esame un importante indicatore del rischio di malattie coronariche: il calcio nell’arteria coronarica (CAC). Ne è risultato che, mentre all’età di 45 anni il 25% degli americani presenta già segni di CAC, in nessuno degli tsimane di quell’età ve n’è traccia; salendo poi a 75 anni, a fronte dell’80% di americani con livelli di CAC, lo studio ha dimostrato che tra gli abitanti di quei villaggi solo un 33% mostra segni di calcio nell’arteria coronarica. Sostanzialmente, un indigeno ottantenne avrebbe dunque l’età vascolare paragonabile a quella di un cinquantenne americano.
La ricerca ha altresì evidenziato che l’85% degli tsimane non presenta rischi cardiovascolari di alcun tipo; queste popolazioni, sostanzialmente, non conoscono né infarti né ictus.
I motivi di questa straordinaria salute del cuore andrebbero ricercati, secondo gli scienziati americani, anzitutto nella dieta. I carboidrati rappresentano per loro il 72% delle calorie (contro il 52% negli USA) derivanti da mais, riso e patate; ossia i prodotti delle coltivazioni locali. La carne che mangiano è sempre molto magra, i grassi prevalentemente insaturi e largo consumo fanno di frutta e noci.
Come è facilmente intuibile, anche la loro attività fisica ha un peso rilevantissimo, basti pensare che ciascun tsimane compie mediamente 16/17 mila passi al giorno, e quelli che si occupano della caccia arrivano a percorrere addirittura fino a 18 Km ogni giorno; in sostanza uno stile di vita ben lontano da quello prevalentemente sedentario di noi occidentali.
Purtroppo, a causa delle condizioni di estrema povertà in cui versano (carenza di acqua potabile, fognature ed elettricità), questi popoli manifestano altri tipo di disturbi e infezioni: come, ad esempio, la tubercolosi. Malattie che – fortunatamente per noi – in occidente sono poco, o per nulla, conosciute.