HomeSalute BenessereSaluteTrombosi, killer numero uno in Europa: 5 consigli

Trombosi, killer numero uno in Europa: 5 consigli

Sanihelp.it – Le malattie cardiovascolari da trombosi in 1 caso su 3 possono essere evitate. Negli ultimi 25 anni il numero di nuovi casi è in aumento, rivelano i dati European Cardiovascular Disease Statistics 2017: più di 85 milioni di persone in Europa è affetto da una malattia cardiovascolare, con un incremento drammatico sui costi sanitari.


La stima dei costi in Europa è di 210 miliardi di euro, pari al 33% del budget dell’Unione Europea per il 2017. L’Italia si colloca in una posizione intermedia con dati di mortalità per tutte le cause cardiovascolari, sia per le donne che per gli uomini, peggiori rispetto a quelli del Regno Unito e della Francia e migliori di quelli dei Paesi dell’Europa dell’Est. Le donne si ammalano e muoiono di più sia per infarto che per ictus.

La malattie cardiovascolari da trombosi, dunque, sono il killer numero uno in Europa, responsabili del 45% di tutte le morti europee. E ad ammalarsi non sono solo gli adulti: se la fascia di età che subirà il più ripido incremento di queste malattie (non solo ictus, ma anche infarto) è quella compresa fra i 45 e i 64 anni – le stime parlano di un incremento di almeno 5 punti percentuali all’anno -, anche i bambini non sono esenti dalla trombosi, a causa soprattutto di diabete e obesità, vere e proprie mine per le arterie.

Basti pensare che i bambini italiani sono mediamente in sovrappeso o obesi, più che in altri Paesi del mondo: 20 bambini su 100 in Italia, 12% in Germania e in Francia e 16% in Gran Bretagna. E un bambino obeso diventerà un adulto malato precocemente di aterosclerosi e trombosi, malattie che si presentano sempre più spesso anche durante l’adolescenza e comunque ben prima dei 65 anni.

Questo, anche a causa di uno stile di vita scorretto e sedentario: si calcola che il tempo medio trascorso da ogni bambino a guardare la tv o usare il pc si aggiri intorno a 271 minuti al giorno, oltre 4 ore in Italia, in assoluto il più alto fra tutti i Paesi dell'Unione europea.

I fattori che concorrono alla diffusione dell’epidemia di malattie da trombosi, come infarto, ictus, embolia, sono moltissimi: età, pigrizia, alimentazione sbilanciata in termini di quantità e qualità, diabete, obesità, aterosclerosi, fumo e droghe, disturbi del ritmo del cuore come la fibrillazione atriale.

Tutte situazioni che, progressivamente e inesorabilmente, danneggiano il sistema vascolare, portando alla formazione di trombi. E la genetica: famiglie nelle quali si sono verificati eventi vascolari in età precoce subiranno con maggiore aggressività il danno causato dai fattori di rischio legati allo stile di vita. 

Ma,se la genetica non si può cambiare, lo stile di vita sì, a partire dai 5 salti di qualità proposti da Alt (Associazione per la Lotta alla Trombosi Onlus): un paio di sere alla settimana senza tv, pc o telefonino; l’invenzione di un nuovo piatto leggero e gustoso, per fare il pieno di frutta e verdura; un fine settimana all’aperto tra bicicletta, camminate e corsette; un pomeriggio passato a cucinare in compagnia e un pizzico di attenzione in più nel ridurre la dimensione del proprio piatto. Modificare i fattori di rischio significa salvare almeno 200mila persone ogni anno.

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