HomeSalute BenessereSaluteTrovato il punto debole del parassita della toxoplasmosi

Trovato il punto debole del parassita della toxoplasmosi

Patologia resistente a sistema immunitario e antibiotici

Sanihelp.it – La scoperta è recentissima e si deve a un duo di scienziati italiani, il Professore Manlio Di Cristina e la Professoressa Carla Emiliani, del Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell’Università di Perugia, i quali avrebbero individuato una vulnerabilità nel Toxoplasma gondii, il parassita (un protozoo endocellulare) responsabile della toxoplasmosi, un’infezione molto diffusa – tanto che infetta quasi un terzo della popolazione mondiale – ma che in gravidanza è anche una delle più temute, per le minacce che rappresenta per il feto e per il fatto che non esiste un vaccino in grado di contrastarla.


Il Toxoplasma gondii è un parassita potenzialmente letale che si nasconde all’interno del corpo degli animali a sangue caldo, uomo incluso, nella forma di piccole cisti (principalmente localizzate nei neuroni del cervello) che il sistema immunitario non riesce ad eliminare e che, come detto, sono insensibili a qualsiasi antibiotico. Si tratta di infezioni solitamente asintomatiche o con una lieve sintomatologia, ma che possono rivelarsi persino fatali in pazienti immunocompromessi, per esempio a causa di AIDS, terapie immunosoppressive o cancro. Inoltre, se l’infezione avviene durante la gestazione può essere causa di aborto, gravi malformazioni al feto, malattie oculari e sordità nei neonati. Negli ultimi anni è stata anche identificata una forte relazione tra infezione da Toxoplasma e una maggior propensione a sviluppare la schizofrenia, le malattie bipolari e altri disturbi della personalità.

La scoperta di Di Cristina ed Emiliani – con la collaborazione di ricercatori della University of Michigan, della Stanford University, della Johns Hopkins University e dell’Université de Montpellier – è dunque di fondamentale importanza, giacché sembra aprire nuove prospettive per lo sviluppo di farmaci in grado attaccare il parassita allo stadio cistico e quindi debellare la patologia cronica. Stando a quanto emerso dalla ricerca, i cui esiti sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Microbiology, si sarebbe riusciti a scovare un punto debole del parassita, la cui vitalità allo stadio cronico dipende dalla corretta funzionalità di un organello lisosomiale, che rappresenta una sorta di stomaco del protozoo: si è scoperto che esistono dei composti chimici capaci di interferire con la funzionalità di questo stomaco, impedendone le funzionalità digestive e conducendo così alla morte il Toxoplasma.

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