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Una dieta gluten free non fa male al cuore, purché…

Sanihelp.it – La cura dei disordini correlati al glutine consiste nel rinunciare agli alimenti prodotti a partire da cereali contenenti glutine, quali grano e frumento ma anche farro, kamut, segale e triticale per lo più fonte di carboidrati complessi (soprattutto amido e fibre) ma anche vitamine e minerali.


«Una delle problematiche che può incontrare il celiaco o il sensibile al glutine, che deve seguire una dieta aglutinata rigorosa e a vita in caso di celiachia conclamata e flessibile, e temporanea in caso di non celiac gluten sensitivity, è la carenza di fibre, presenti in alte percentuali nei cereali – dichiara il professor Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista dell’Università Campus Biomedico di Roma e membro del comitato scientifico del Dr. Schär Institute –. Numerosi studi hanno dimostrato che un’alimentazione ricca di cereali, soprattutto integrali, aiuta a proteggere da numerose malattie, come quelle cardiache, ma ci sono evidenze scientifiche che dimostrano altresì che l’alimentazione gluten free non ha effetti negativi sulla salute cardiovascolare, a dimostrazione del fatto che non è la variante glutine, ma più probabilmente la presenza /assenza di fibre a fare la differenza».

A conferma di tale affermazione, uno studio americano, recentemente pubblicato sul British Medicine Journal, evidenzia come non vi sia nessuna correlazione tra glutine (assunto dalle persone non celiache) e lo sviluppo di patologie cardiache. I ricercatori hanno analizzato per un periodo di 26 anni 2 gruppi di adulti americani senza storia di malattia coronarica, che hanno compilato un questionario alimentare dettagliato ogni 4 anni.

Il consumo di glutine e lo sviluppo della malattia coronarica sono stati monitorati in questo intervallo di anni; dopo un aggiustamento per i fattori di rischio conosciuti, non sono state riscontrate associazioni significative tra l'assunzione di glutine e il rischio di coronaropatia.

«Uno degli errori più comuni è associare il regime aglutinato a una dieta povera di cereali e di fibre – continua Piretta –. In natura, infatti, esistono cereali naturalmente privi di glutine e ricchi di proprietà nutritive. L’alimentazione dell’intollerante al glutine, ormai, non è più basata sui cosiddetti cereali storici – riso e mais – ma si è arricchita grazie all’introduzione dei cereali minori e dei pseudo cereali, quali miglio, quinoa, amaranto e grano saraceno, utilizzati anche dall’industria alimentare che produce prodotti con una buona qualità organolettica e nutrizionale».

Il confronto con uno specialista dell’alimentazione può fornire informazioni pratiche sul passaggio a una dieta senza glutine e consigli utili per la gestione del nuovo regime alimentare nella quotidianità sia a casa che nel fuori casa.

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