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Fibre, queste sconosciute: bimbi carenti

Gli effetti della carenza sulla salute

Sanihelp.it – Sono alimenti non nutrienti, nel senso che non vengono digeriti o assorbiti e, nonostante questo, hanno un ruolo fondamentale per il funzionamento dell'organismo. Le fibre sono alleate per migliorare l’assorbimento degli zuccheri e raggiungere il senso di sazietà, prevenire o curare l’obesità, abbattere il rischio di carie dentali. Inoltre, se associate a una corretta idratazione, possono prevenire e ridurre la stipsi infantile. Possono porre le basi per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, poiché contribuiscono alla riduzione dell’assorbimento del colesterolo.


Ne sono particolarmente ricchi i legumi (un etto di fagioli e lenticchie secche ne apportano circa 17 e 14 grammi/100g), i cereali (l’orzo ne contiene circa 9 gr/100gr, la pasta integrale 6.4 grammi/100g), gli ortaggi (carote, carciofi, broccoli), la frutta, soprattutto pere, mele, pesche e la frutta secca a guscio, quale noci e mandorle.

L’apporto raccomandato in età evolutiva è di 8,4 g/1000 kcal (secondo i Larn 2014) e per capire a quanto corrisponda è possibile affidarsi a una formula: età + 5 per ottenere la quantità di fibra minima raccomandata ed età + 10 per ottenere la quantità massima. 

Secondo i risultati dello studio Nutrintake, realizzato su circa 400 bambini, coordinato dalla Clinica Pediatrica dell’Ospedale Buzzi/Sacco in collaborazione con pediatri di libera scelta di Milano e Catania, quasi il 50% dei bambini di età superiore a 12 mesi non assume abbastanza fibre e la situazione peggiora col passare dei mesi, interessando il 58% a 2 anni e il 67% a 3 anni. La causa principale è una dieta non equilibrata, spesso non specifica rispetto alle diverse esigenze di crescita del bambino, in ogni fase della sua vita.

«Per raggiungere il risultato ottimale, è importante che i genitori tengano a mente queste semplici regole, in accordo con il pediatra», spiega il professor Gianvincenzo Zuccotti, direttore della Clinica pediatrica e del Dipartimento pediatrico dell’Ospedale dei Bambini V. Buzzi di Milano.

1. Scegliere alimenti specifici ricchi di fibre non prima del primo anno, perché prima le fibre possono interferire con l’assorbimento di alcuni micronutrienti come il ferro, così importante per lo sviluppo fisico e cognitivo.

2. Dopo l’anno, per garantire un buon apporto di fibra, è importante impostare una dieta varia, che comprenda almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura. Può essere anche utile offrire  al bambino alimenti integrati con fibre. Tra questi, se il latte materno non è più disponibile, una volta sentito il parere del pediatra, si può scegliere una variante di latte di crescita con fibre.

3. Iniziare con le verdure che hanno un sapore più delicato (carote, zucchine) per poi gradualmente inserire le altre, evitando inizialmente quelle dal sapore amaro e molto intenso come verze, cavoli, cipolle.

4. Farsi aiutare dalla creatività in cucina: è possibile migliorare l’accettazione verso gli alimenti meno graditi preparandoli in maniera differente o miscelandoli con le pietanze più gradite.

5. Non demordere: la pazienza è lo strumento principale attraverso cui si riesce a far accettare alcuni alimenti che possono inizialmente essere rifiutati. Bisogna assecondare in quel momento il rifiuto senza insistere, ma ripresentando poi più volte lo stesso alimento.

6. Ricordarsi che ogni proprio comportamento è un esempio per il bambino.

7. Per aumentare la biodisponibilità di ferro e calcio possono essere messi in pratica piccoli accorgimenti durante la preparazione degli alimenti: consumare i legumi previo ammollo in acqua di almeno una notte e lunga cottura, così si riduce anche il contenuto di fitati (sostanze associate alla fibra, presenti in cereali e legumi, e responsabili del diminuito assorbimento di alcuni nutrienti); utilizzare il succo di limone per il condimento di insalate e verdure a foglia verde, perché l’assorbimento di ferro viene aumentato dalla vitamina C e dall’acido citrico.

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