HomeSalute BenessereSaluteAncora troppe infezioni in ospedale: ecco le contromisure

Ancora troppe infezioni in ospedale: ecco le contromisure

Sanihelp.it – Ogni anno si verificano in Italia 450-700 mila infezioni in individui ricoverati in ospedale. Queste infezioni, in particolare quelle del sangue correlate alla presenza di un catetere venoso, potrebbero diminuire del 30% se gli ospedali italiani adottassero le buone pratiche (il cosiddetto modello delle 4 E) messe a punto dal gruppo Quality e Safety Research dell’Università Johns Hopkins.


Le linee guida internazionali emanate dalle principali società scientifiche sono concordi nell’affermare che le infezioni del sangue catetere correlate potrebbero essere azzerate – il cosiddetto targeting zero – mediante l’adozione di comportamenti virtuosi, primo la costituzione di un team di personale dedicato e l’utilizzo di tecnologie innovative, combinate in specifici pacchetti assistenziali.

La Regione Lazio dal 2014 lavora su questo tema: l’obiettivo è elaborare strategie e linee d’indirizzo regionali volte alla riduzione del rischio infettivo, fra le priorità individuate un posto di rilievo è rappresentato dalle misure da porre in essere per limitare le infezioni del sangue correlate a dispositivi vascolari. 

Nello specifico, dal 2015 è stato istituito il Coordinamento regionale dei Comitati per il controllo delle infezioni. Sono state elaborate e sottoscritte le linee di indirizzo regionali per la stesura dei Piani annuali di prevenzione del rischio infettivo, da adottare in tutte le strutture sanitarie pubbliche della Regione Lazio. La prevenzione delle infezioni del sangue catetere correlate rientra pieno titolo tra le misure da porre in essere per raggiungere il suddetto obiettivo.

Le infezioni correlate all’assistenza sono un problema molto rilevante: gli esperti stimano che ogni anno si verifichino più di 2.600.000 nuovi casi solo nell’Unione Europea, numero superiore ai casi di influenza, HIV e tubercolosi aggregati. Le infezioni del sangue primarie rappresentano circa il 6% dei casi, ma sono associate al più elevato tasso di mortalità (15%).

In Italia, le infezioni del sangue catetere-correlate rappresentano tra l’8 e il 12% delle infezioni correlate all’assistenza. Si stimano circa 8.500 casi all’anno solo nelle terapie intensive, che gravano sul Sistema sanitario per circa 82 milioni di euro. Si stima che tali infezioni comportino un prolungamento medio della degenza in terapia intensiva pari a 9 giorni.

Ecco in  cosa consiste il modello delle 4E. Engage: sensibilizzare il personale sui gravi rischi che i malati corrono in seguito alla contrazione di infezioni da catetere venoso e sull’importanza di prevenirle. Educate: formare il personale all’adozione delle linee guida e delle raccomandazioni  indicate dalle società scientifiche. Execute: implementare le procedure condivise, verificate da un team degli accessi vascolari. Evaluate: implementare un sistema per la tracciatura e la valutazione delle CR-BSI.

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