HomeBellezzaVene varicose e gonfiori: le acque termali funzionano

Vene varicose e gonfiori: le acque termali funzionano

Sanihelp.it – Nell’ambito del VII Congresso Nazionale della Società Italiana di Emoreologia Clinica e Microcircolazione, è stato presentato dal professor Enrico Arosio (Cattedra di Medicina Interna, disciplina Terapia medica e Medicina termale, Università di Verona) un lavoro scientifico sugli effetti dell’idroterapia termale sulla sintomatologia dell’insufficienza venosa cronica.


Tale lavoro  illustra e commenta i risultati di uno studio randomizzato controllato in singolo cieco sugli effetti della idrobalneoterapia termale con acqua salso-bromo-iodica in individui affetti da insufficienza venosa cronica commissionato da Aquardens S.p.A. per essere inviato al Ministero della Salute e ottenere il decreto di conferma del riconoscimento dell’acqua minerale per la balneoterapia nel trattamento delle affezioni vascolari e in particolare della insufficienza venosa cronica degli arti inferiori.

Per il trattamento della insufficienza venosa cronica, la variabilità della patologia varicosa rende talvolta difficile l’orientamento verso una terapia medica, chirurgica o riabilitativa. Il ricorso ai trattamenti termali, quali la idrobalneoterapia con esercizi fisici e idromassaggio eseguiti con l’utilizzo di acque salsobromoiodiche calde (32 °C), può rilevarsi di grande utilità. 

Si realizza un meccanismo sinergico tra l’azione meccanica di stimolo e attivazione del circolo venoso di ritorno effettuata dall’esercizio fisico e dal massaggio e le azioni specifiche determinate dalle caratteristiche chimiche e chimico-fisiche dell’acqua salsobromoiodica. Per l’elevato potere osmotico, l’acqua esplica una significativa azione antiedemigena, antisettica e antinfiammatoria.

In considerazione dell’ottima tollerabilità evidenziata, l’idrobalneoterapia in acqua termale salsobromoiodica può quindi essere indicata nel trattamento di coloro che soffrono di insufficienza venosa cronica in stadio iniziale e rappresentare un valido presidio terapeutico nei soggetti che presentano una scarsa compliance alle modificazioni dello stile di vita e all’utilizzo dell’elastocompressione.

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