Sanihelp.it – La perdita di materia bianca celebrale si verifica con il progredire dell’età e si associa a un declino progressivo delle funzioni cognitive. Oggi sappiamo che il fitness cardio-respiratorio e l’esercizio sono efficaci e hanno un effetto protettivo nei confronti del cervello e delle funzioni cognitive, con effetti sulla plasticità celebrale nel senso sia di nuove connessioni tra le cellule che di riparazione e creazione di nuovi neuroni. Plasticità e neurogenesi sono correlate alla prevenzione di malattie come demenze e Alzheimer.
Uno studio del National Institute of Aging dell’NIH aveva già nel 2012 confermato questa relazione sottolineando come i migliori riscontri si avessero da programmi di camminata con effetti sui lobi frontali e temporali con effetti marcati sulla memoria a breve termine. Sono stati investigati gli effetti dell’esercizio aerobico su 70 soggetti sedentari di età compresa tra 55 e 80 anni. Sono stati misurati i parametri cardiorespiratori e le performance celebrali. I risultati hanno mostrato un aumento della sostanza bianca nelle aree prefrontali, parietale e temporale nel gruppo che aveva camminato mentre non mostrava benefici analoghi in quelli che avevano fatto solo stretching.
Dati che confermano studi precedenti: una certa quantità di esercizio aerobico aumenta la quantità e la rigenerazione delle cellule celebrali danneggiate, effetto che si estende anche all’atrofia causata dall’età e che può essere considerata reversibile. Per contrastare le perdite di memoria alcuni autori hanno proposto gli esercizi mentali, altri quello fisico, altri ancora hanno proposto di unire le due attività nella speranza di ottenere un effetto sommatorio, sfruttando il maggiore apporto in termini di ossigeno determinato dal fitness e l’aumento delle connessioni tra i neuroni provocato dallo sforzo mentale deliberato.
I volontari dello studio francese di Montpellier, divisi in tre gruppi, mostravano tutti un miglioramento nel quoziente di memoria: più 8,5% per quelli assegnati all’attività aerobica, 7,4% per quelli del training mentale e9,2% per coloro che avevano seguito entrambi gli allenamenti. Questi ultimi però mostravano prestazioni migliori degli altri anche in apprendimento, memoria e logica. Recenti indagini su atleti professionisti di 74 anni in media avevano mostrato un più elevato flusso sanguigno celebrale nell’area cingolata superiore, rispetto ai coetanei sedentari.
Risultati confermati dalla più recente ricerca di Sandra Chapman del Centre for Brain Health dell’Università del Texas che ha studiato l’effetto dell’attività aerobica anche a breve termine. A un gruppo di 37 adulti sedentari è stato chiesto di fare movimento per 1 ora 3 volte a settimana per 3 mesi. Seguiti da un allenatore i volontari hanno fatto cyclette e tapis roulant con risultati sia sulla cognizione che sulla capacità respiratoria e cardiaca, con effetti stabili anche dopo la fine del programma di allenamento.
Il metodo WAL associa la camminata all’apprendimento (è l’acronimo di Walk and Learn). Agisce su moltissimi aspetti: il movimento migliora salute e funzionalità di cuore e polmoni, migliora la postura, è dolce con le articolazioni, migliora diabete e profilo lipidico, allevia ansia e depressione, previene disturbi cognitivi legati all’età, rinforza il sistema immunitario. Alcuni medici hanno iniziato a prescriverlo come attività coadiuvante per ragazzi con disturbi dell’apprendimento, attenzione e dislessia. Nei soggetti anziani con sintomi riconducibili al morbo di Alzheimer sono stati osservati miglioramenti su memoria e umore.
Inventato da Annamaria Crespi (che dice di aver rubato l’idea ad Aristotele, che era solito insegnare camminando), prevede sessioni di camminata scalza da 40 minuti circa su uno speciale tappeto morbido, ascoltando contemporaneamente storie su temi diversi create con criteri che stimolano l’apprendimento e attivano particolari zone celebrali. Indicato per tutti, dagli 8 ai 108 anni.