HomeTest e psicheGli italiani allenano poco il cervello: cosa rischiano?

Gli italiani allenano poco il cervello: cosa rischiano?

Sanihelp.it – Secondo un recente sondaggio di SWG per Novartis, solo il 37% degli italiani si dedica a esercizi che aiutano a mantenere allenate le funzioni cerebrali, mentre palestra e aspetto fisico sono una priorità per più del 60%. L’indagine è stata promossa nell'ambito dell'iniziativa Brainzone, il progetto dedicato alla sensibilizzazione sull’importanza della cura del cervello e sulle patologie neurologiche, giunto quest'anno alla sua terza edizione.


Secondo i risultati della ricerca, gli italiani passano la maggior parte del proprio tempo libero ad ascoltare la radio (46%) e guardare la tv (41%) mentre un numero inferiore di persone si dedica ad attività che possono stimolare e rafforzare la mente: il 24% svolge con frequenza giochi quali l’enigmistica e il sudoku e solo l’8% visita musei e va a teatro.

Solamente metà del campione, nell’ultima settimana, ha letto libri o risolto quesiti di enigmistica ed è da evidenziare che si tratta soprattutto della fascia over 55 della popolazione: in misura maggiore si tratta di persone in età pensionabile, circa il 59%, o che non lavorano.

Le funzioni cognitive e le capacità mentali hanno bisogno di essere preservate e possono essere aumentate grazie a un’alimentazione equilibrata e alla cura e all’esercizio della mente. I risultati sono migliori se si inizia da giovani: si attivano nuove connessioni e aree del cervello scarsamente utilizzate e si agisce contro i processi neurodegenerativi e la perdita di volume cerebrale (atrofia) correlati all’invecchiamento e osservati anche in alcune patologie che colpiscono il cervello.

Il cervello è l’organo che regola tutte le funzioni e i comportamenti del corpo, eppure è quello meno conosciuto e salvaguardato: i risultati della ricerca evidenziano che gli italiani non riconoscono a pieno il suo ruolo. Per la maggioranza il cervello è l’organo responsabile solo della comprensione del linguaggio e del controllo delle emozioni e non ne riconosce il ruolo di regista delle funzioni corporee, come nella regolazione del battito cardiaco e della pressione sanguigna, di cui ne è a conoscenza, rispettivamente, solo il 25% e il 13% del campione.

Per preservare le capacità cognitive, la maggioranza degli intervistati riconosce il ruolo del riposo e della lettura e solo il 43% indica l’alimentazione come un fattore che possa avere influenza nel preservare le capacità cognitive. Ancora parziale (30%) la consapevolezza che le tecniche di rilassamento e allontanamento dagli schermi video come tv, smartphone e tablet possano essere utili in tal senso.

Il cervello risponde a un numero infinito di stimoli, sono quindi numerose le attività che si possono fare per prendersene cura: imparare a conoscere quello che ci fa bene e avere a disposizione gli strumenti giusti è fondamentale per permetterci di dare il massimo e di preservare un organo così importante.

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