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Grafene negli alimenti per conoscerne ogni dettaglio

Scritte in grafene informeranno su scadenza e quant'altro

Sanihelp.it – Sono già state ribattezzate ‘etichette intelligenti’: si tratta di vere e proprie scritte che, in un prossimo futuro, potremmo trovare abitualmente su molti degli alimenti che acquistiamo al supermercato. Avranno la funzione di fornirci informazioni sulla conservazione, sulla provenienza e sull’eventuale presenza di batteri rilevata da particolari sensori


Ideatori di queste speciali etichette sono alcuni ricercatori della statunitense Rice University, il cui studio è stato recentemente pubblicato su Acs Nano Science Dayly. Gli scienziati precisano che non si tratterà di inchiostro, la sostanza di cui saranno composte le scritte, bensì di grafene: un materiale costituito da uno strato monoatomico di atomi di carbonio (cioè con uno spessore equivalente alle dimensioni di un solo atomo) e avente numerose proprietà, tra le quali la resistenza del diamante unita alla flessibilità della plastica. Stando alla ricerca, sarà lo stesso materiale che compone l’alimento ad essere convertito in grafene, con un procedimento che non lo renderà dannoso per l’organismo.

Si tratta di una estensione del concetto secondo cui ogni cosa che contiene una certa quantità di carbonio può essere convertita in grafene: il metodo che questi scienziati hanno utilizzato va a realizzare quello che viene chiamato laser-induced graphene (letteralmente: grafene indotto da laser) e che consiste in microscaglie di grafene reticolate impiegabili per una varietà di applicazioni. In altre parole ogni alimento in futuro avrà il suo piccolo tag (l’etichetta elettronica) in grafene incorporato, del tutto commestibile e che farà parte del cibo stesso avendone la medesima consistenza e lo stesso sapore. Il tag incorporerà varie informazioni: dal giorno e l’ora in cui l’alimento è stato impacchettato, al paese di origine, fino alla data di scadenza; magari queste etichette potrebbero persino illuminarsi, nel caso rilevassero batteri o germi dannosi nel cibo. In questo modo le etichette potranno venire ‘interrogate’, tramite radio-frequenza, utilizzando appositi apparecchi fissi o portatili, chiamati reader.

Al momento i ricercatori hanno effettuato test su alimenti come patate, noci di cocco e pane tostato, con ottimi risultati. La scelta dei cibi è stata dettata dalla presenza, più o meno elevata, di lignina: una molecola che funge da precursore del carbonio.

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