HomeSalute BenessereSaluteAlcune droghe alterano la struttura dei neuroni

Alcune droghe alterano la struttura dei neuroni

Una qualità degli allucinogeni

Sanihelp.it – Da uno studio di un team di ricercatori della UC Davis (University of California, Davis), pubblicato su Cell Reports, giunge la conferma che alcune droghe, come l’LSD, sono in grado di modificare la struttura dei neuroni che, sotto l'effetto di questi allucinogeni, aumentano le ramificazioni verso l'esterno e infoltiscono le connessioni (sinapsi) con altre cellule.


Secondo la ricerca, eseguita su colture cellulari e in alcuni esperimenti animali, le sostanze psichedeliche aumentano la densità dei dendriti, le fibre nervose che ramificano a partire dal neurone, delle spine dendritiche (le piccole estroflessioni dei dendriti), nonché il numero delle sinapsi. Si tratta di una caratteristica di notevole interesse scientifico, giacché risulta particolarmente promettente per il trattamento di disturbi come ansia, depressione e disturbo post traumatico da stress.

Studi recenti hanno dimostrato, infatti, che la depressione si manifesta attraverso cambiamenti strutturali e atrofia in alcune parti del cervello (come la corteccia prefrontale, un'area coinvolta nella regolazione dell'umore e nella gestione dell'ansia). Le cellule nervose non muoiono, ma i prolungamenti che fanno da ponte tra di esse, facilitandone la comunicazione, avvizziscono: ciò si osserva anche per altre condizioni come i disturbi d'ansia e quello da stress post traumatico, o nelle dipendenze da sostanze.

Nello studio in questione gli scienziati americani hanno testato le proprietà di composti psichedelici di tre classi – anfetamine (come l'ecstasy), triptammine (come la psilocibina e la dimetil-triptammina o DMT) ed ergoline (come l'LSD) – sia nei modelli in vitro, sia in studi su mosche e topi. Ebbene, tutte le sostanze hanno indotto nei neuroni cambiamenti strutturali anche più macroscopici di quelli provocati dalla ketamina, un farmaco anestetico usato negli ospedali, che ha anche effetti psicotropi e che sembra stimolare la plasticità cerebrale.

E’ evidente che non si ipotizza che le droghe allucinogene diventino regolarmente prescritte per curare la depressione, ma riuscire a capire come agiscono potrebbe consentire lo sviluppo di una nuova classe di farmaci che funziona in modo analogo.

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