HomeSalute BenessereSaluteRiso rosso e probiotici mettono k.o. il colesterolo cattivo

Riso rosso e probiotici mettono k.o. il colesterolo cattivo

Sanihelp.it – Intervenire sul nostro secondo cervello, l’intestino, con l’utilizzo di nutraceutici aiuta a ridurre il rischio cardiovascolare attraverso la diminuzione dei livelli di colesterolo nel sangue. Lo conferma il documento di consenso intersocietario presentato all’VIII Congresso Nazionale SINut (Società Italiana di Nutraceutica). Diversi studi clinici oggi dimostrano che singoli integratori o associazioni di integratori possono dimostrarsi efficaci per il contenimento della colesterolemia


In particolare si parla di associare un integratore per la riduzione del colesterolo a uno che possa ridurre l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale, come il riso rosso fermentato con i probiotici; lo attesta uno studio clinico dell’Università di Milano, presentato poco più di un anno fa. La riduzione del colesterolo è quasi del 30%.

Nel caso in cui non sia utilizzabile in prima scelta la statina, può essere necessario usare un integratore nutraceutico. Anche il caso dell’intolleranza ai farmaci può far preferire i nutraceutici. Con l’aumento dell’età, gli effetti negativi delle statine possono farsi sentire, quindi i nutraceutici possono essere una valida alternativa o possono essere somministrati a supporto del farmaco stesso. In questo caso si parla di supplementazione nutraceutica.

Oggi le patologie cardiovascolari rappresentano la principale causa di mortalità e disabilità nei Paesi sviluppati. I costi per il Sistema Sanitario Nazionale sono di circa 16 miliardi di euro all’anno, ai quali vanno aggiunti circa 5 mld in termini di costi indiretti calcolati principalmente come perdita di produttività. Complessivamente il costo delle malattie cardiovascolari in Europa supera i 196 miliardi l’anno. Di questi, il 54% è associato a costi diretti sanitari, il 24% a costi indiretti associati alla perdita di produttività e il 22% è sostenuto dalle famiglie in termini di informal care. In particolare, nel nostro Paese, il costo medio sostenuto dal SSN per soggetto con ipercolesterolemia è di 6.100 euro l’anno.

Secondo i risultati di una recente analisi il potenziale risparmio che si genererebbe per il Sistema Sanitario Nazionale nell’arco temporale di 10 anni a seguito dell’uso dei prodotti nutraceutici nell’ipercolesterolemia ammonterebbe a circa 116 milioni di euro: un risparmio annuo di circa 11,6 milioni di euro.

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