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Malattie croniche intestinali: picco tra i teenager

Sanihelp.it – Le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI, secondo l’acronimo italiano, o IBD – Inflammatory Bowel Diseases – secondo quello anglosassone) sono patologie infiammatorie croniche dell’intestino caratterizzate nel loro decorso dall’alternarsi di fasi di riacutizzazione e di remissione con danno intestinale progressivo e si distinguono in due tipi principali: la malattia di Crohn e la colite ulcerosa.


Si stima che oltre 5 milioni di persone nel mondo siano affette da MICI, di cui circa 1.6 milioni nel Nord America e quasi 3 milioni in Europa. In Italia, pur mancando dati epidemiologici nazionali, vengono stimate oltre 200mila persone affette da colite ulcerosa o malattia di Crohn. Il problema è che in Italia manca ancora un registro nazionale, quindi si può dare solo una stima dei malati. Con buona approssimazione si può dire che il 40% di questi 200mila è affetto dalla malattia di Crohn, mentre il restante 60% da colite ulcerosa.

Le malattie infiammatorie croniche intestinali hanno il picco di incidenza tra i 20 e i 30 anni di età. Quello che è emerso ultimamente è che il 20% degli affetti da queste malattie hanno un esordio della malattia da giovanissimi, tra i 10 e i 18 anni.

I meccanismi alla base dello sviluppo delle MICI non sono ancora completamente noti, ma si pensa che il maggior ruolo sia attribuibile, in soggetti suscettibili dal punto di vista genetico, a un'alterata risposta immunitaria nei confronti del microbiota, quell’insieme di microorganismi presenti all’interno dell’intestino, che viene alterato da fattori ambientali ancora poco conosciuti. Alla base di questa malattia, allo stato attuale della ricerca scientifica, è un misto di concause: c'è innanzitutto una predisposizione genetica, quindi un background di fondo. 

Da studi genetici, infatti, si è visto che sono presenti, in oltre 160 geni, piccole mutazioni che, nell'insieme, favoriscono la suscettibilità alla malattia. Ma ci sono anche fattori ambientali, ancora non bene identificati, come alimentazione e inquinamento. Tutti questi elementi modificano la flor dell'intestino, stimolando una risposta immunitaria. Da questa nasce l'infiammazione, che con il tempo si cronicizza, provocando i sintomi.

sintomi predominanti sono: la diarrea, i dolori addominali, la presenza di sangue nelle feci, la febbre, l’astenia e la perdita di peso, sintomi che tendono a variare in base al tipo di patologia. In alcuni casi si possono associare manifestazioni extra-intestinali tra cui le manifestazioni articolari (spondiloartrite), cutanee (eritema nodoso, pioderma gangrenoso, psoriasi), oculari (episclerite ed uveite) ed epatiche (colangite sclerosante).

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