Sanihelp.it – Secondo un recente studio, effettuato da un team di ricercatori americani della Stanford School of Medicine e pubblicato su Circulation, l'alta statura – sia nelle donne, sia negli uomini – nasconderebbe un rischio: potrebbe favorire lo sviluppo delle vene varicose, se non addirittura esserne causa.
Per giungere a questa sorprendente conclusione, gli scienziati hanno preso in esame i dati sanitari, inclusi quelli genetici, di più di mezzo milione di persone; per fare ciò sono ricorsi a un nuovo approccio: il cosidetto 'hypotesis free machine learning', un sistema che, utilizzando algoritmi nel valutare grandi masse di dati, cerca di individuare eventuali correlazioni fra una malattia e nuovi fattori di rischio non conosciuti. Il risultato più interessante è stato, appunto, quello che lega la statura e i geni a essa correlati con il rischio di malattia varicosa. Grazie a questa scoperta i ricercatori sperano di trovare nuove forme di prevenzione e di cura per questa malattia molto diffusa.
Oltre a ciò, la ricerca ha anche confermato il ruolo di alcuni fattori di rischio già ipotizzati, mentre non ha fornito nuove prove per altri. Si conferma, per esempio, che la familiarità, può avere un ruolo importante, così come l’età (la malattia è legata al passare degli anni), l’assenza di attività fisica, l’obesità, la gravidanza e passati episodi di trombosi venosa profonda. Il fumo, invece non sembrerebbe correlato a questa malattia (sempre secondo i dati di quest’ultimo studio), come pure l’ipertensione arteriosa.
In Italia la patologia varicosa è presente nel 10-33% delle donne e nel 10-20% degli uomini; ciò è vero sino ai cinquant’anni, dopodiché le percentuali tendono ad equivalersi. È un disturbo che si manifesta con una dilatazione delle vene superficiali, specialmente delle gambe, che diventano spesso tortuose e visibili sotto la pelle: c’è chi ritiene il problema soltanto estetico, ma questa condizione, oltre a provocare dolore in molti casi e ulcere (che compaiono nel 20% dei casi) , può anche nascondere il rischio di trombosi venosa profonda.