HomeSalute BenessereSaluteScalciare è per il feto una forma di esplorazione

Scalciare è per il feto una forma di esplorazione

Prima di nascere prendiamo le misure di noi e dello spazio

Sanihelp.it – Da un recente studio – pubblicato su Scientific Report ed effettuato da tre ricercatori della University College London, fra cui l'italiano Lorenzo Fabrizi – è emerso che nel corso della gravidanza (in particolare negli ultimi mesi) i calci del bambino nella pancia della madre potrebbero rappresentare una prima forma di esplorazione: un modo per prendere le misure del proprio corpo e dello spazio circostante.


Per giungere a questa conclusione, gli scienziati hanno studiato i movimenti corporei di un gruppo di 19 bambini appena nati, la cui età gestazionale (ovvero la somma del tempo della gravidanza più i giorni di vita) variava da 31 a 42 settimane: pertanto, nella maggior parte dei casi, nati prima del termine, cioè prima delle 41 settimane previste dalla gravidanza. Tramite elettroencefalografia sono stati esaminati gli spostamenti di gambe e braccia dei neonati nello spazio, esame che è stato effettuato durante la fase Rem del sonno, quando il bebè è solito muovere più spesso gli arti.

In particolare, i ricercatori hanno esaminato l'attività del cervello misurando le onde cerebrali. Dai risultati è emerso che durante il movimento degli arti si accendevano le onde cerebrali alpha-beta, tipiche di stati di rilassamento, nonché più rapide e a frequenze più alte rispetto alle theta e alle delta. Nello studio, le alpha-beta sono state associate dai ricercatori proprio all'attività di gesticolazione del neonato. Tali onde, infatti, sono state localizzate nell'emisfero cerebrale corrispondente: ad esempio, se il neonato spostava la mano destra, nel cervello si registrava un'onda cerebrale nell'emisfero cerebrale sinistro, nella parte che controlla il movimento della mano destra. L'interpretazione dei risultati fa pensare che scalciare nella pancia della madre possa favorire lo sviluppo di aree del cervello collegate a stimoli sensoriali e alla percezione del proprio corpo. Questa è la ragione per cui i movimenti sono più intensi e più frequenti subito dopo la nascita e nei neonati prematuri: in questa fase, infatti, iniziano a prendere le misure di se stessi e del mondo esterno, formandosi una prima mappa spaziale.

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