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16 aprile giornata della voce

Sanihelp.it – Senza voce non potremmo comunicare e quando per qualche motivo, anche solo per qualche giorno restiamo afoni, ci rendiamo conto di quanto sia preziosa.


Ci sono categorie professionali che lavorano quasi esclusivamente con la voce come cantanti, attori o speaker radiofonici, ma anche per altri la voce è un prezioso strumento di lavoro non sufficientemente tutelato.

è il caso di insegnanti, personale di front office, operatori di call center, venditori, istruttori di corsi fitness e via dicendo.

Questi lavoratori parlano in modo intenso e continuativo per diverse ore al giorno, ma non sanno di essere veri e propri professionisti della voce, quindi non se ne prendono cura, quasi mai seguono percorsi di abilitazione a un impiego più corretto e consapevole degli organi fonatori.

Non fanno manutenzione di quello che è il loro mezzo di lavoro indispensabile e sono più a rischio di andare incontro a problematiche della voce quali la disfonia.

« La disfonia, o alterazione della voce, può essere di tipo qualitativo (il timbro cambia, diventando più rauco), quantitativo (la voce cala) o una combinazione di questi due effetti» spiega Carlo Tognonato, Coordinatore del Servizio di Logopedia del Dipartimento di Riabilitazione Specialistica del Gruppo MultiMedica, che sta organizzando corsi sull'utilizzo della voce in ambito professionale per i propri dipendenti più a rischio. 

«Circa il 30% della popolazione generale ha almeno un episodio di disfonia nell’arco della vita. La prevalenza è più alta in alcune categorie di lavoratori, soprattutto gli insegnanti tra i quali, secondo i dati di letteratura, arriva a sfiorare il 60%. Il problema, però, è ancora sommerso perché spesso chi ne soffre non accede ai servizi di logopedia e foniatria, o lo fa quando il danno è già in fase avanzata. La disfonia indotta dall’uso prolungato della voce, a frequenze e volumi elevati, può essere funzionale, quindi senza lesioni specifiche, oppure organica, quando l’abuso reiterato ha prodotto alterazioni delle corde vocali, come i noduli cordali».

I professionisti vocali dovrebbero, pertanto, prestare attenzione ad alcuni campanelli d’allarme, soprattutto se ricorrenti, in quanto segnali del fatto che i propri organi fonatori sono sotto stress: cali della voce, alterazioni del timbro, fatica a fine giornata nel sostenere la conversazione, »fame d’aria», laringiti e faringiti frequenti, dolore e disagio nell’utilizzo della voce.  

«Esistono alcune regole di igiene vocale che possono aiutare a mantenere la voce in salute – prosegue Carlo Tognonato – aiutando a prevenire quei disturbi la cui progressione porta verso la disfonia organica. A titolo di esempio: evitare gli agenti irritanti quali fumo, anche passivo, e polvere; limitare l’assunzione di caffeina; tenere sotto controllo un eventuale reflusso gastroesofageo; ridurre l’inquinamento acustico nell’ambiente in cui si lavora (più rumore ci porta a forzare, affaticando maggiormente le corde vocali); favorire una buona qualità dell’aria, che è la benzina della voce, aprendo periodicamente le finestre e mantenendo un adeguato livello di umidità; non dimenticare la propria idratazione, bevendo spesso. Fondamentale è poi dare il giusto riposo agli organi fonatori se li sentiamo stanchi, non solo concedendoci pause di silenzio, ma anche con alcune strategie da attuare mentre si parla, soprattutto se sopraggiunge la sensazione di ‘fame d’aria’, dando più spazio alla respirazione, rallentando il ritmo dell’eloquio e modulandone l’intensità. Anche la postura che si assume può aiutare a preservare la voce: ad esempio, per l’operatore di call center, una posizione del collo in linea con la schiena o leggermente reclinato in avanti, non all’indietro»

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