HomeSalute BenessereSaluteOlio extravergine: alleato nella lotta contro l'Alzheimer

Olio extravergine: alleato nella lotta contro l’Alzheimer

Sanihelp.it – Una delle cause della perdita di funzionalità neuronale nella patologia di Alzheimer è la presenza di placche amiloidi e ammassi neurofibrillari riscontrati nel cervello con effetti neurotossici. Il processo di formazione di tali ammassi comprende vari passaggi, in cui più copie di un frammento proteico, detto beta-amiloide (Aβ1-42) si aggregano per formare oligomeri, protofibrille e infine fibrille mature. Gli oligomeri, ossia gli aggregati di piccole-medie dimensioni, sono i più tossici.


Negli ultimi anni gli studi si sono concentrati su nuove molecole capaci di prevenire la formazione di aggregati amiloidi tossici, oligomeri e fibrille, considerando che al momento non sono presenti terapie contro l’insorgenza di tale patologia. Recentemente è stato accertato che alcune sostanze naturali, i polifenoli, hanno un effetto protettivo neuronale. In particolare il resveratrolo e la curcumina, che al momento sono utilizzati per trial clinici, hanno dimostrato di avere proprietà anti-aggreganti e capacità di ridurre le placche amiloidi già formate del peptide Aβ1-42.

Lo studio della dottoressa Manuela Leri, ricercatrice della rete Airalzh presso l’Università degli Studi di Firenze, si è focalizzato sulla ricerca delle basi molecolari dei principali composti fenolici dell’olio extravergine di oliva, il 3,4-diidrossifeniletanolo (idrossitirosolo, HT) e l’oleuropeina aglicone (OleA). I risultati hanno dimostrato che OleA interferisce col processo di aggregazione del peptide Aβ1-42 dando origine a oligomeri non citotossici e incapaci di legarsi alle membrane cellulari.
 
Tali effetti risultano ancora più evidenti in presenza di HT, il principale metabolita che si ritrova in circolo, anche a livello neuronale, in seguito ad assunzione di olio extra vergine di oliva. L’idrossitirosolo è in grado di accelerare il processo di aggregazione di Aβ1-42, riducendo la presenza di oligomeri tossici che vengono invece trasformati in strutture fibrillari non tossiche. I dati ottenuti hanno dimostrato, inoltre, come gli aggregati ottenuti in presenza di polifenoli riducano anche quei processi che determinano un ulteriore acutizzarsi della patologia, dimostrato dal fatto che se aggiungiamo ulteriore peptide Aβ1-42 non vediamo la formazione di aggregati ulteriormente tossici.

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