HomeSalute BenessereSaluteMelatonina: l'ormone del sonno alleato anche della vista

Melatonina: l’ormone del sonno alleato anche della vista

Sanihelp.it – La melatonina è nota come l’ormone che aiuta a regolare il ritmo sonno-veglia. Ma si tratta soltanto di uno degli aspetti legati all’azione biologica di questa sostanza prodotta dalla ghiandola pineale, un piccolo organo situato nel cervello. Recenti studi hanno infatti confermato che la sintesi avviene anche a livello oculare, dove sono presenti recettori specifici per questo ormone, da cui derivano importanti benefici in termini di protezione della retina dallo stress ossidativo, tra le principali cause, insieme all’età, della degenerazione maculare senile, una delle più gravi patologie dell’occhio che interessa oltre 1 milione di italiani e rappresenta la prima causa di grave perdita della vista e cecità nella popolazione occidentale di età superiore ai 65 anni.


La melatonina è sintetizzata in molti tessuti, tra cui l’occhio, dove esercita un potente effetto protettivo sulle cellule retiniche, eliminando le proteine danneggiate, spesso irreversibilmente, per effetto dell’ossidazione.  La produzione di melatonina diminuisce con l’avanzare dell’età: raggiunge i livelli massimi durante l’infanzia – il picco si registra intorno ai 10 anni – per poi ridursi progressivamente. Già a 40 anni la sua concentrazione è un quarto rispetto a 20 anni, fino a raggiungere livelli prossimi allo zero dopo i 65-70 anni.

Per supplire alla riduzione della melatonina correlata all’avanzamento dell’età e proteggere l’occhio dalle patologie della retina è razionale il ricorso all’integrazione di questa sostanza dall’esterno. Numerosi studi internazionali – tra cui alcuni condotti dal National Eye Institute statunitense – hanno dimostrato che una supplementazione è efficace nel bloccare o ritardare la progressione della degenerazione maculare, preservando la visione. Un’integrazione di melatonina può essere somministrata, in un’ottica di prevenzione, già dopo i 40-45 anni, ed è consigliata nei soggetti con i primi segni di diagnosi di malattia.

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