Sanihelp.it – Lo scompenso cardiaco colpisce solo in Europa 14 milioni di persone.
In Italia ci sono circa 500.000 pazienti, con 100.000 morti all’anno ed una spesa sanitaria di 625 milioni di euro l’anno.
Per ridurre drasticamente queste cifre, oggi esiste una nuova possibilità: la terapia di risincronizzazione cardiaca, che resincronizza la contrazione dei ventricoli del cuore inviando impulsi elettrici al muscolo cardiaco, aiutandolo in tal modo a pompare sangue più efficientemente nell’organismo.
A differenza del pacemaker convenzionale, che stimola esclusivamente il lato destro del cuore avendo effetti solo sul ritmo cardiaco, la CRT trasmette stimoli elettrici ad entrambi i lati del cuore , resincronizzando la contrazione e quindi migliorando la sua azione di pompa.
Questo, secondo i nuovi risultati dello studio CARE HF (CArdiac REsynchronization in Heart Failure), consentirebbe di ridurre significativamente la mortalità per scompenso (- 45%) e per morte cardiaca improvvisa (- 53%).
In più, la terapia di risincronizzazione cardiaca può essere applicata in modo efficace anche nei pazienti con comorbilità come il diabete.
Per questi motivi, i dispositivi CRT stanno diventando opzioni terapeutiche sempre più importanti per i pazienti affetti da scompenso cardiaco moderato e grave. In Italia, però, al momento solo il 5% dei pazienti eleggibili all’impianto riceve la terapia CRT.