Stipsi: un milione di italiani cerca consigli su Internet
di Roberta Camisasca
Pubblicato il: 22-01-2008
Pubblicato il: 22-01-2008
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Chi soffre di stipsi, oltre ad avere una percezione peggiore delle proprie condizioni di salute, ha maggiori difficoltà nello svolgere normali attività fisiche, siano esse intense (sollevare pesi, correre) o leggere (inginocchiarsi e camminare).
Le donne si sentono poco attraenti e più facilmente irritabili, condizionate nelle attività quotidiane e spesso concentrate sul problema al punto da non sentirsi più se stesse e non relazionarsi con gli altri in modo naturale.
In Italia soffrono di stipsi circa 4 milioni di persone: più del 75% sono donne. Particolarmente colpiti gli anziani (il 40% degli over 60), a causa dell'indebolimento dei muscoli addominali e dello scarso apporto di liquidi, e il 65% delle donne in gravidanza, a causa della pressione che l'utero esercita nell'area pelvica.
Nella maggior parte dei casi l'autogestione del disturbo è il primo passo. Prima di rivolgersi al medico di medicina generale o allo specialista gastroenterologo, infatti, la persona chiede consiglio al farmacista e tende a consultare Internet alla ricerca di informazioni mediche su rimedi naturali e farmacologici.
Sono oltre un milione gli italiani, in pratica i due terzi di quelli che navigano in Internet, che cercano informazioni mediche in rete e la frequenza di accessi ai siti dedicati alla medicina e al benessere aumenta in caso di disturbi inconfessabili e imbarazzanti, come appunto la stitichezza.
I consigli che trovano? Per risolvere forme lievi di stipsi bisogna non far mai mancare nella propria dieta frutta, verdura, legumi e cereali. Bisognerebbe bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, a partire dal mattino quando si è a digiuno, meglio se non gassata e a temperatura ambiente. Andrebbero evitati i cibi grassi, come gli insaccati, i fritti, le creme a base di uovo, ma anche i superalcolici.
Quando necessario, può essere utile assumere un integratore alimentare a base di glucomannano, una fibra vegetale estratta dai tuberi di una pianta delle Araceae, che aumenta il volume delle feci e favorisce la motilità intestinale rendendo più rapido il transito fecale nell’intestino.
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