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Calo del desiderio: allo studio un nuovo farmaco

Sanihelp.it – Una donna su dieci soffre di problemi legati al calo del desiderio sessuale, in gergo medico disturbo da desiderio dessuale ipoattivo (HSDD), ma solo un terzo di esse si rivolge al medico per avere consiglio o aiuto.
A dipingere questo quadro sono i dati presentati al congresso annuale dell’American College of Obstetricians and Gynaecologists (ACOG) in corso questa settimana.
 
Il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo è molto diffuso, ma ancora poco diagnosticato, e può avere ripercussioni negative serie sulla qualità della vita delle donne, con conseguenti disagi psicologici significativi e ripercussioni negative sulla relazione con il partner. Esso si manifesta come un calo di interesse o di desiderio sessuale, assenza di fantasie o pensieri sessuali e diminuzione della risposta sessuale; non è dovuto agli effetti di alcun un farmaco, né a particolari condizioni mediche.


«Se da un lato il sesso è un argomento di cui si parla quotidianamente sui media e nella società nel suo complesso – spiega la sessuologa Sheryl Kingsberg – dall’altro si parla poco dei problemi sessuali femminili. C’è un disagio sia da parte della paziente che del medico a parlare della storia sessuale della donna in cura, ma dobbiamo incoraggiare le donne in difficoltà a rivolgersi al medico. Ora, grazie al questionario sviluppato da Boehringer Ingelheim i medici potranno individuare in modo affidabile le molte donne che soffrono di questo problema».

Boehringer Ingelheim è infatti impegnata a favorire il progresso scientifico e a contribuire alla ricerca in quest’area di bisogno medico insoddisfatto attraverso il programma di studi Bouquet, costituito da sette studi di fase III, che studia l’azione di flibanserina, un composto non ormonale, come potenziale farmaco contro il calo del desiderio da assumere giornalmente per via orale, in donne in pre-menopausa che soffrono di HSDD.

I risultati degli studi saranno disponibili alla fine del 2008 / inizio 2009. Rappresenteranno, secondo gli aut un importante passo avanti nella conoscenza di questo disturbo e potranno dare speranza a milioni di donne e ai loro partner. 

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