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Svelato l’identikit del Vero Uomo

Ricerca ISPO Gli uomini italiani e l'autostima

Sanihelp.it – Macho addio! Le nostalgiche dei mega fusti di una volta si mettano pure il cuore in pace: il Vero Uomo di oggi è sempre più lontano dallo stereotipo del cultore della forza fisica e dell’aggressività, preferendo sviluppare altri lati del suo carattere e della sua personalità. Un ritratto assolutamente inedito dell’uomo italiano nel 2009, così come emerge dalla ricerca Gli uomini italiani e l’autostima, realizzata dall’ISPO per la SIA – Società Italiana di Andrologia.


Intervistando 800 italiani di età compresa tra i 18 e gli over 60, il primo dato che è emerso è che oggi essere uomo significa soprattutto avere contatto con se stessi, conoscere i propri limiti e saperli accettare.
L’uomo di oggi è più sensibile alle emozioni e tiene molto a dare a se stesso una stabilità emotiva. Deve sopportare, più che la fatica fisica, quella mentale e psicologica, causata dalla vita quotidiana in un contesto sociale ed economico oggi quanto mai problematico. È più evoluto e capace di confrontarsi più con le proprie paure che con nemici esterni, anche perché è consapevole che affrontare le proprie insicurezze è il passo per crescere e raggiungere un buon livello di serenità. Ma soprattutto il vero uomo è giusto e leale, capace di ironia e allegria nei confronti della vita.

Interrogati sul concetto di autostima, gli uomini italiani non sembrano avere dubbi tanto che per 9 su 10 di loro l’autostima ha un valore positivo, che fa affrontare meglio i problemi della vita. Avere autostima significa dunque piacersi, essere soddisfatti di sé, mostrare la capacità di affrontare i problemi. Torna in questa declinazione un rimando al vero uomo, cioè la persona consapevole dei propri mezzi e felice di averli.

Le cose cambiano, però, quando gli italiani sono chiamati a raccontare il loro vissuto, tanto che il voto medio che si danno relativamente alla propria autostima si attesta sul 7,7 (in una scala da 1 a 10). Per la maggioranza del target (56%) l’autostima è cresciuta negli ultimi anni, per il 35% degli intervistati è rimasta invariata mentre solo per l’8% è invece diminuita.
«Possiamo dire – spiega il professor Renato Mannheimer, sociologo e curatore della ricerca – che gli italiani sono, in generale, abbastanza soddisfatti del proprio livello di autostima, che li rende in grado di superare momenti di frustrazione sia professionale che affettiva. Attenzione, però, alla cosiddetta età della crisi, ovvero i maschi tra i 45 e i 54 anni, che anche in tema di autostima manifestano insicurezza e malessere. Al contrario dei giovani, che dichiarano un’autostima in costante crescita (70% dei 18-24enni e 65% dei 25-34enni)».

Interrogati su quali siano gli elementi più importanti che formano l’autostima maschile, gli italiani hanno privilegiato i fattori interni (49%) rispetto a quelli esterni (37%). Primo tra tutti la realizzazione dei propri obiettivi (45%), seguito dall’equilibrio tra sé e il mondo esterno (40%), la conoscenza di sé (37%), l’accettazione dei propri limiti (34%) e il carattere personale (33%). Tra gli elementi esterni spiccano, invece, i rapporti interpersonali (26%), i successi/insuccessi (21%) e il confronto con gli altri (19%).

«A proposito dell’autostima in rapporto al mondo esterno, i giovanissimi danno maggior importanza al sesso, alle relazioni sociali e al loro benessere psicofisico – precisa Mannheimer – mentre, significativamente, gli uomini tra i 35 e i 54 anni sono molto più influenzabili dalla famiglia, dal lavoro e dal benessere economico. Come dire che in questa fascia di età si subiscono maggiormente pressioni e responsabilità che derivano dalla vita professionale e familiare. Di contro, gli ultra 55enni sembrano preoccuparsi meno del sesso, mentre tengono in considerazione famiglia, relazioni sociali e salute».

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