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Faccende di casa: da soli è meglio

I consigli dell'esperto

Sanihelp.it – In tempi di crisi bisogna stringere la cinghia. E la colf rimane a casa. Mogli e compagne riprendono in mano scope e stracci e tornano a essere moderne Cenerentole. Più stanche, forse, ma anche più sode, come conferma Michelangelo Giampietro, Specialista in Medicina dello Sport e in Scienza dell'alimentazione: «Fare le faccende di casa dovrebbe essere un’abitudine per tutti, da seguire regolarmente senza aiuti esterni fino all’età matura: 65 anni per chi ha problemi di salute, altrimenti non prima degli 80».


E continua: «Le attività migliori sono quelle che fanno lavorare sia braccia che gambe e comportano uno sforzo continuativo e costante, come lavare i vetri». Cosa fa bruciare di più? «Salire le scale, lucidare i pavimenti e stendere i panni. Quando, quindi, vengono utilizzate anche le braccia, che hanno in proporzione una muscolatura meno sviluppata rispetto alle gambe».

Quali sono i muscoli più utilizzati nelle faccende domestiche? «Dipende dalla tipologia – risponde l’esperto – La maggior parte dei lavori domestici avviene in posizione eretta (statica, ma anche in movimento). Sono quindi molto coinvolti gli arti inferiori. Ci sono poi le faccende che comportano una maggiore abilità e interessano, nella maggior parte dei casi, anche gli arti superiori. Per stirare, per esempio, vengono utilizzati braccio e avambraccio».

Occhio ai rischi, però. Nel fare i mestieri si può andare incontro a due tipi di rischi: gli incidenti, come cadute dalle scale, bruciature dovute a fornelli, ferri da stiro roventi e contatto con liquidi bollenti, e i rischi da eccessivo uso: si tratta in questo caso di traumatologia cronica da sovraccarico funzionale. Può comportare patologie quali l’equivalente del gomito del tennista, il ginocchio della lavandaia, il gomito della stiratrice e il tunnel carpale.

Come tutte le attività, anche le pulizie hanno delle controindicazioni: «A chi soffre di mal di schiena sconsiglierei qualsiasi lavoro che comporti un sollevamento pesi o lo stare a lungo seduti, situazioni che comportano un maggior carico sulla schiena. Questo non deve però voler dire rimanere fermi o seduti, in quanto comporterebbe un ritardo della ripresa del fisico. La ricetta giusta è quella di rimanere moderatamente attivi.

A chi ha problemi di articolazioni proibirei i lavori usuranti ripetuti nel tempo che agiscono sulle articolazioni danneggiate. Attività moderate, dunque, a basso impegno. Inoltre tutto ciò che ha a che fare con attività svolte in ambienti umidi, come per esempio lavare i piatti, può danneggiare le articolazioni».

E che dire dei cosiddetti disturbi della stiratrice? «Le parti più utilizzati nello stiro sono la muscolatura dell’arto dominante, gli arti inferiori, la muscolatura del cingolo scapolare. Per questo motivo le patologie più diffuse riguardano l’infiammazione della cuffia dei rotatori della spalla o dei tendini dell’avambraccio. È consigliabile una costante attività di stretching».

Al contrario, chi ha problemi di circolazione può trovare giovamento dalle pulizie domestiche, per migliorare il livello di sangue al cuore. «A patto di stare poco fermi in posizione eretta, quindi, quando si stira, occorre aiutarsi con dei movimenti di tacco e punta, per stimolare di continuo la circolazione», raccomanda l'esperto.

Ma, salute a parte, lavorare in casa fa anche dimagrire? «Purtroppo non ci sono evidenze precise al riguardo. Fare le pulizie è un’attività estremamente faticosa ma, a differenza di quanto si crede, fa bruciare poche calorie – risponde Giampietro – Generalmente c’è infatti un bassissimo dispendio di energie, all’incirca una media di 70 calorie all’ora».

Ma questo non deve far abbandonare aspirapolvere e scopettone: semmai, si può investire lo stipendio della colf nell’abbonamento della palestra…

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