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Cinque gesti per salvarli dalla morte

Prevenire la SIDS

Sanihelp.it – Non c’è tragedia peggiore, per un genitore, della morte di un figlio. E quando si parla di SIDS, letteralmente Sudden Infant Death Syndrome o sindrome della morte improvvisa del lattante, il dramma assume proporzioni gigantesche. Innanzitutto perché accade da piccolissimi, entro l’anno di vita, e poi perché si tratta di eventi ancora misteriosi, dalle cause ancora non chiarite.


Conosciuta anche come morte in culla, la SIDS è stata definita come entità nosologica a sé stante nel 1969. Da allora sono state definite SIDS tutte quelle morti improvvise e inaspettate di un bambino apparentemente sano, per le quali non sono state identificate cause precise, nemmeno dopo un adeguato esame post mortem (autopsia).

Colpisce più i maschi (60% dei casi) delle femmine, sia di giorno che di notte, tipicamente durante il sonno nel primo anno di vita, con un picco di incidenza tra i due e i quattro mesi di vita. Nei paesi industrializzati ancora oggi rappresenta la principale causa di morte nel periodo post natale, con un’incidenza che oscilla tra lo 0,7 e l’1 per mille.

In Italia possediamo solo dati parziali, che non consentono una valutazione accurata del fenomeno. L’elemento imprescindibile per poter identificare come SIDS una morte improvvisa di un neonato infatti è l’autopsia, che però non sempre viene eseguita correttamente.

Per fortuna l’incidenza delle SIDS, negli ultimi anni, è diminuita, grazie alle campagne per la riduzione del rischio messe in atto in alcuni paesi come gli Stati Uniti, l’Inghilterra e l’Austria, che hanno posto l’accento sul fatto che, se ancora non si conosce il modo per evitare la SIDS, esistono però una serie di misure che possono ridurre il rischio fino al 60%.
In particolare, la comunità scientifica internazionale ha individuato le seguenti raccomandazioni:

1. Far dormire il bambino a pancia in su. Quella prona e quella di lato, al contrario, sono ritenute posizioni a rischio per motivi respiratori. Utilizzare un materasso rigido, senza il cuscino tradizionale. Non usare lenzuola di tessuti gommosi o plastificati: impediscono una corretta aerazione e provocano surriscaldamento.

2. Tenerlo al fresco. Evitare di utilizzare eccessive fonti di calore indotto, tenere il bambino lontano dai termosifoni, non coprirlo con troppe coperte o vestiti. D’inverno la temperatura ambientale deve essere di 18-20 °C. Se ha la febbre non coprirlo mai di più, anzi può aver bisogno di essere coperto di meno.

3. Tenerlo lontano dal fumo. Non fumare durante e dopo la gravidanza. Il rischio di SIDS aumenta di due volte. Non tenerlo in ambienti dove si fuma.

4. Non farlo dormire nel lettone. Condividendo lo stesso letto con i genitori il rischio di sviluppare eccessivo calore è maggiore. Qualora uno dei genitori abbia fatto uso di alcolici o nicotina, la condivisione del letto rappresenta un ulteriore fattore di rischio.

5. Usare il succhietto per addormentarlo. Una meta-analisi ha dimostrato che l’uso del succhietto consentirebbe di evitare un caso di SIDS ogni 2.733 bambini. Il succhietto dovrebbe essere adottato quando l’allattamento materno al seno è stabilmente avviato, in genere entro il primo mese, evitando di forzare il bambino se lo rifiuta e non reinserendolo se durante il sonno viene rilasciato. Evitare di usare catenelle o nastri durante l’ora del sonno.

Per ribadire l’importanza di queste misure è partita una compagna, coordinata dal dottor Carlo Gargiulo, medico di famiglia, e promossa da MAM Association, che vuole fornire un supporto alle associazioni (come Semi per la Sids) e agli esperti che hanno svolto un ruolo attivo finora per contrastare la SIDS. Madrina della campgna, la conduttrice tv e ricercatrice universitaria in pedagogia (nonché mamma!) Susanna Messaggio.

Approfondimenti sulla campagna su www.antisids.it .

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