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Linfoma mantellare: AIFA approva terapia Car-T

Tumori: prevenzione e terapie

Sanihelp.it – Si chiama KTE-X19 il primo trattamento autorizzato per il linfoma a cellule mantellari recidivante o refrattario. Si tratta di una immunoterapia cellulare basata sull’utilizzo di cellule Car-T, cellule in grado di riconoscere e legare un antigene espresso sulle cellule tumorali. Le Car-T sono una terapia innovativa in campo oncoematologico basata sui linfociti T, globuli bianchi responsabili della difesa immunitaria dell’organismo. Come funzionano? Al paziente viene prelevato il sangue, dal quale si separano i linfociti T dal resto delle cellule sanguigne e dal plasma, con una tecnica detta aferesi. Vengono così raccolti i linfociti del paziente, che vengono inviati al laboratorio dove subiscono un processo di modificazione genetica, che consiste nell’inserimento nei linfociti del recettore CAR (Chimeric Antigen Receptor) in grado di riconoscere le cellule tumorali. Dopo 3-4 settimane i linfociti Car-T possono essere infusi nel sangue del paziente con l’obiettivo di attaccare e distruggere le cellule tumorali.


L’autorizzazione di AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) si basa sui dati di uno studio chiamato Zuma-2, condotto in Europa e negli Stati Uniti, su pazienti adulti con la malattia e già trattati in precedenza con almeno due linee di terapia sistemica. Il linfoma mantellare è un tipo di linfoma non Hodgkin a cellule B piuttosto aggressivo, che ha spesso una prognosi sfavorevole. Colpisce maggiormente le persone adulte di età media di 65 anni ed è più frequente nel sesso maschile.

«La disponibilità di questa prima terapia cellulare per il linfoma mantellare recidivante o refrattario fornisce un’opzione importante per i pazienti» spiega Paolo Corradini, Direttore della Divisione di Ematologia della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e Professore Ordinario dell’Università degli Studi di Milano. «Al momento le opzioni di trattamento per questi pazienti, la cui malattia progredisce dopo le terapie iniziali, sono pressoché nulle. Esiste quindi una sentita necessità di nuove opzioni terapeutiche. Gli elevati tassi di risposta osservati supportano il potenziale di KTE-X19 come terapia efficace per le persone affette da linfoma mantellare recidivato o refrattario, con un profilo di sicurezza gestibile».

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