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Tumori: rischio maggiore se il bambino è esposto a ftalati

Tumori: prevenzione e terapie

Sanihelp.it – Gli ftalati, come per esempio il bisfenolo, sono sostanze chimiche plastificanti, cioè utilizzate come componenti per la produzione di prodotti in plastica, tra i quali anche prodotti a uso alimentare, come bottiglie, piatti e posate usa e getta, contenitori per la conservazione dei cibi. Queste sostanze hanno la capacità di trasferirsi dall’oggetto in plastica al cibo che consumiamo, e quindi al nostro corpo. Dal 14 gennaio di quest’anno sono stati messi al bando, vietandone la produzione e la vendita, piatti e bicchieri in plastica monouso, posate, cannucce, contenitori e altri oggetti in plastica, che fino a oggi sono però stati utilizzati. Questo è stato fatto per proteggere l’ambiente. Gli ftalati sono anche utilizzati come eccipienti in alcuni farmaci, soprattutto in quelli che sono a rilascio prolungato o ritardato. Proprio sui farmaci si è concentrato uno studio danese, che ha valutato le prescrizioni di farmaci fatte alla madre in gravidanza e successivamente quelle fatte al bambino.
L’esposizione a queste sostanze durante l’infanzia può aumentare fino al 20% il rischio di tumori nei bambini. È questo il risultato di uno studio condotto in Danimarca, presso l’Università di Aarhus, pubblicato sul Journal of he National Cancer Institute. Secondo i ricercatori, l’esposizione durante l’infanzia, ma non quella in utero, aumenterebbe di circa il 20% il rischio di sviluppare qualche forma di cancro entro i 19 anni, in particolare osteosarcoma e linfoma. Nonostante questo aumento, il rischio in assoluto rimane comunque minimo. 


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