Sanihelp.it – Il tromboembolismo nel gatto è una delle più gravi conseguenze di una malattia cardiaca, frequentemente di una cardiomiopatia ipertrofica o, più raramente, di altre malattie sistemiche, come traumi, ipertiroidismo, tumori, gravi infezioni.
Si parla di trombosi se c’è la formazione di un coagulo di sangue, e di embolia se il coagulo ostruisce un vaso sanguigno. Il tromboembolismo arterioso delle arterie iliache è dovuto alla formazione di trombi nel cuore dilatato dalla cardiomiopatia, che vanno in circolo, percorrono l’aorta e in genere si bloccano nella biforcazione delle arterie iliache che irrorano le gambe, provocando la paralisi degli arti posteriori.
Il tromboembolismo costituisce un’urgenza assoluta, per cui vediamo quali sono i sintomi che devono mettere in allarme:
paresi acuta e improvvisa, di solito bilaterale
tachicardia, difficoltà respiratoria, con respirazione a bocca aperta
ipotermia, arti freddi e cianotici
vocalizzazioni a causa del dolore
La differenza tra questo tipo di paralisi e un problema di tipo neurologico sta nel fatto che in questo caso gli arti colpiti da paralisi sono freddi al tatto perché non c’è circolazione sanguigna e, se i polpastrelli sono chiari, possono assumere un colore cianotico.
La terapia può essere chirurgica, finalizzata alla rimozione del coagulo, che va fatta però soltanto in cliniche altamente specializzate, data la delicatezza e complessità del caso. Inoltre, bisogna che il gatto sia in grado di sopportare un intervento del genere, in quanto è spesso affetto da malattie cardiache concomitanti.
Il veterinario somministrerà un trattamento finalizzato a ridurre il dolore, rimuovere o quanto meno limitare la crescita del coagulo, ricostituire l’equilibrio idro elettrolitico.
Purtroppo la prognosi è spesso infausta nonostante tutte le cure.
Il problema può riguardare tutti i gatti, ma in particolare alcune razze, come gli europei, i Birmani, gli Abissini e i Ragdoll.
Tromboembolismo arterioso nel gatto
Salute e animali